Fermate cinque persone di origine asiatica. Tra gli ideatori anche ex-studenti dell’ateneo bolognese. Attraverso falsi contratti d’affitto e documenti richiedevano il sussidio ER.GO. Il presidente Bonaccini: “Un sentito grazie alla Guardia di Finanza che ha smascherato chi pensa di frodare a danno degli studenti, dei cittadini e della comunità regionale"
Scoperto un meccanismo di somministrazione illecita di manodopera messa in atto attraverso una rete di 19 società, site in diverse località italiane, che venivano usate come scatole vuote. Il giro di fatture avrebbe permesso di evadere l’Iva per 39 mln e un'indebita compensazione di crediti fittizi per 36 mln. Denunciate 44 persone e sottoposti a sequestro impeditivo lo stesso consorzio e due società collegate. La Gdf: “Già trovati i primi riscontri”
Il provvedimento è stato eseguito dal nucleo di polizia economico-finanziaria di Brescia, su delega della procura di Roma che coordina l’inchiesta. Lo schema della truffa prevedeva la creazione di crediti da società 'cartiere' che non risulterebbero proprietarie di nessun immobile, per lavori di ristrutturazione mai avvenuti. Venti i soggetti coinvolti, tra cui residenti a Bologna, Rimini, Verona, Bolzano, a cui sono stati sequestrati circa 50 mln tra beni e disponibilità finanziarie
Sei le persone arrestate dalla Gdf a Varese, Bergamo, Como e Sesto San Giovanni, su disposizione della Procura europea di Milano. Lo schema "carosello" della truffa prevedeva varie società con sede in Bulgaria, Slovacchia, Polonia e Paesi Bassi, le quali vendevano sottocosto materiale informatico ed elettronico a società di comodo in Italia. I prodotti venivano poi rivenduti ad imprese regolari ad un prezzo molto competitivo. Sequestrati immobili, auto di lusso, gioielli e denaro contante
Le indagini sono scattate a febbraio, dopo alcune operazioni sospette da parte di un'azienda parmigiana che tentava di rivendere i crediti illeciti legati agli incentivi governativi a Poste Italiane. Ma si sono poi allargate nel Nord Italia, portando alle confische di denaro, alla scoperta di decine di aziende costituite al solo scopo di frodare lo Stato e, oggi, a quattro arresti in carcere e uno ai domiciliari
Ha sfruttato i contributi post terremoto 2012, facendo credere che alcuni edifici fatiscenti fossero capannoni a uso agricolo, ottenendo più di 1 mln e mezzo per ristrutturarli. L'imbroglio è stato scoperto dalla Guardia di Finanza di Bologna, che ha sequestrato un compendio immobiliare da 1,6 mln all'uomo. Per lo stesso reato sono indagate con lui altre due persone
Dagli approfondimenti effettuati dalle fiamme gialle è emerso che i due imprenditori avevano generato crediti d'imposta derivanti da lavori di ristrutturazione edili mai effettivamente svolti. I crediti così generati venivano ceduti, solitamente in tranche di 500 mila a una moltitudine di soggetti che, ignari della provenienza delittuosa dei crediti, provvedevano a monetizzarli
Al centro dell'indagine la piattaforma societaria attraverso la quale il broker avrebbe acquistato crediti sanitari, e con operazioni di "cartolarizzazione" avrebbe fatto investire su quei crediti una serie di "investitori istituzionali". Le imprese sanitarie che vantavano i crediti sulle Asl, stando a quanto ricostruito, presentavano profili di criticità "sia fiscale che economico-finanziaria"
L’indagine ‘Free credit’, partita da Rimini e poi estesa a diverse regioni, ha identificato oltre 100 società coinvolte nella creazione e commercializzazione di falsi crediti d’imposta al fine di intercettare illecitamente i finanziamenti disposti dallo stato. “Per taluni il coronavirus è stato un'occasione di arricchimento" punta il dito la procuratrice di Rimini Elisabetta Melotti
A capo dell’associazione a delinquere ci sarebbero un commercialista, un consulente fiscale e un imprenditore. I sospettati hanno condotto le operazioni all’ombra di società sia fittizie che attive, altri 37 indagati si sarebbero occupati di fatturazioni per operazioni inesistenti e svuotamento di capitale dai conti societari
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