C’è chi l’ha abbracciato da tempo e chi, arrivato all’ultimo, ha cercato di recuperare terreno strada facendo. I risultati non sono stati sempre brillanti, ma questa grande prova generale è servita a maturare la convinzione dell’importanza di un miglior work-life balance: e infatti sono molte le aziende che ora puntano ad un modello più flessibile
La Ricercatrice dell’Osservatorio sullo Smart Working descrive l’impatto della pandemia sul mondo del lavoro delle grandi aziende, delle piccole e medie imprese e della pubblica amministrazione: “Nella fase più acuta erano 6,58 milioni i lavoratori agili, contro i 570 mila del 2019. Per la nuova normalità prevediamo 5,35 milioni”
A sancirlo è il “Pola”, il piano organizzativo di lavoro agile, che prevede l’attuazione del progetto entro il 2023. La decisione nasce dall’esperienza sviluppata in emergenza, ma non solo: la responsabile Sparaco ricorda come “le sperimentazioni siano partite già nel 2018”. Soddisfatti i sindacati, ampiamente coinvolti nella discussione
Il Leone di Trieste già dal 2016 aveva sperimentato forme di lavoro agile, con l’obiettivo di estenderle a tutto il personale nel giro di cinque anni. La pandemia ha accelerato il processo, e ora anche l’amministratore delegato conferma che il futuro sta nell’unione delle diverse modalità di lavoro
L’indagine di Nexion, gruppo leader nel settore dell'automotive con base a Correggio, ha evidenziato come i lavoratori siano favorevoli alla prosecuzione di questa modalità. Esprimono opzioni positive a riguardo anche i loro manager. La situazione eccezionale dovuta all’emergenza sanitaria ha stimolato la ricerca di un modello di lavoro da remoto strutturale
La pandemia non è stata una livella. Le più penalizzate sono state le madri lavoratrici, costrette, spesso, a lavorare da casa e farsi carico delle faccende domestiche. La scarsità di politiche di welfare per le famiglie crea difficoltà. A Milano scoppia la polemica contro il Comune per l’assegnazione dei punti all’asilo. A Brescia il 70% dei disoccupati è donna
Il rapporto “Le Equilibriste – La maternità in Italia 2021” di Save The Children ha evidenziato come la burrasca scatenata dal Covid 19 non solo abbia penalizzato soprattutto le donne dal punto di vista lavorativo, ma in particolare le madri. E il “Mother’s Index” mette in luce come ci siano notevoli differenze anche tra le regioni italiane nell’essere mamma
Dati non nuovi né sorprendenti, ma che evidenziano come mai in passato lo squilibrio esistente tra uomini e donne nei compiti di cura e come questo impatta sul mondo del lavoro: è questa la chiave di lettura che propone Martina Gianecchini, professoressa associata di Gestione delle Risorse Umane alll’Università degli Studi di Padova e Referente Scientifica dell’Executive Master in Human Resource Management della CUOA Business School
La ricerca 'Imagine' del programma studi Espon specializzato in analisi delle politiche regionali Ue ha analizzato gli effetti dell'infrastruttura sul territorio. Fra questi la nascita di Pmi innovative e la riduzione della fuga dei cervelli. Durante la pandemia le stazioni si prestano inoltre ad essere luoghi di coworking e incontri di lavoro
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