Una sempiterna aria della domenica abita in queste sale, ravvivate dalla vampa del grande camino dove un oste di lungo corso e comprovata capacità, Franco Cimini, griglia carni di valore: la bistecca alla fiorentina è di vacca vecchia, il fegatello di maiale cotto nella sua rete con l’alloro è profumato quant’altri mai, e l’agnello risulta tanto gustoso quanto soave
Dopo aver lavorato in blasonati locali, lo chef ha aperto il suo ristorante con l’intento di traghettare la ‘cucina della nonna’ ai giorni nostri e verso nuovi orizzonti
Una storia che ora continua con Massimiliano Mascia il quale, ben apprese le regole dell’alta cucina, si spinge oltre, modernizzando le proposte lungo una invidiabile linea di coerenza complessiva
L’atmosfera di questo ristorante, accogliente e confortevole, è bella. Come è bella, e buona, la cucina che propone: ispirata al territorio della Bassa bolognese senza esserne vincolata, rispettosa delle ricette della tradizione senza esserne schiava
Da anni Massimiliano Poggi è diventato l’emblema della cucina bolognese d’avanguardia. Nel suo locale, decentrato rispetto alla città ma centralissimo in termini di proposta culinaria, è riuscito a nobilitare il motto «quel che c’è, quando c’è», portando in tavola il territorio emiliano-romagnolo
Un salone d’altri tempi è il teatro dello chef stabiese: qui sfila la sua idea di cucina: rotonda, voluttuosa e rassicurante, benché con cariche di gusto talvolta anche esplosive
Dario Picchiotti e Giada Berri hanno portato il mare a Bologna. Anzi, alle porte di Bologna, visto che il loro ristorante è ospitato in un casale ristrutturato in mezzo al verde della campagna
Villa Aretusi, storica magione alle porte di Bologna (con il suo magnifico giardino e l’annesso albergo), è la perfetta dimensione all’interno della quale vive l’estro di Alessandro Panichi, cuoco sarzanese di origine ma oramai bolognese per adozione, che propone una cucina identitaria in perenne rimando tra classicismo e sperimentazione
L’accento francese sopravvive dunque, oltre che nell’onomastica, anche nell’impostazione, sebbene impastato con ingredienti e feticci bolognesi: per questo alla terrina di anatra al pepe verde, estratta dal «menu internazionale», si possono fa seguire rugosissime tagliatelle al ragù(felicemente speziato) e tortellini in brodo, sapientemente preparato
Pensi a Bologna, ai suoi portici, alla sua cucina ricca e saporita, all’atmosfera conviviale delle osterie... Ecco, Daniele Minarelli ormai da anni è riuscito a interpretare al meglio tutti questi elementi, fino a fare diventare il suo locale, a due passi da Porta Saragozza, un punto di riferimento nella ristorazione cittadina
... insegna che declina, indossando le vesti di ristorante borghese, la grande tradizione delle osterie bolognesi. Protagonista di questa ‘evoluzione’ è Piero Pompili che, con fare da consumato anfitrione, gestisce la sala, presentando e narrando i piatti della cucina, presieduta da Armando Martini, abile interprete dei riti gastronomici petroniani
Dal 2008 lo chef-proprietario del locale, Francesco Carbone (che con la moglie Camilla condivide la passione per lo Champagne) ha reso la sua insegna un porto sicuro per chi ama il pesce cucinato in modo tradizionale, senza orpelli, in modo da lasciare la parola alla preziosa materia prima
Ci si siede qui soprattutto per gustare quei piatti, a base di rane e lumache
(le specialità della casa) che hanno reso L’800 celebre. Nulla di strano,
a ben pensarci: entrambi questi ingredienti sono da sempre patrimonio
culturale di queste terre, solcate da innumerevoli canali
La cena, il fulcro dell’esperienza culinaria, vede al centro i menù pensati dallo Chef
Omar Casali il quale, per ergersi ad ambasciatore della riviera romagnola, propone il
“Sottocosta” che recita, nel sottotitolo, “dalle piccoli imbarcazioni della nostra
marineria”
Chiusa dal 2000, la struttura ha avuto una seconda occasione grazie all’imprenditore Gianni Maini che di fatto ne ha ripristinato la vocazione all’ospitalità: sette stanze e un ristorante con cucina a vista
Un luogo dal fascino d’antan, che ai più nostalgici riporterà sicuramente dei felici ricordi,
mentre a tutti gli altri allieterà comunque il palato e rimpinzerà lo stomaco. Se nulla è
cambiato, lo si deve alla famiglia Nanni che, giunta oggi alla quarta generazione, continua a
guidare questo locale
All’Oblige, in un ambiente moderno, giocato su tinte pastello, va in scena una
cucina che trae ispirazione tanto dal territorio quanto dalle origini siciliane e dalle
esperienze lavorative dello chef Sebastiano Randieri…
Menzione speciale per due piatti nella sequenza “regionale”: il Ramen all’emiliana con la
caratteristica callosità del tagliolino all’uovo, qui in veste di noodles tirato a mano, e la
Cotoletta alla bolognese in versione autentica, dannatamente golosa grazie al tocco finale di
cottura nel brodo
Il menù può variare ogni giorno per via di due mantra:
stagionalità e disponibilità del prodotto. Il pesce che arriva fresco
ogni mattina è selvaggio - l’allevamento non è contemplato - e
proveniente dal Tirreno e dal Basso Adriatico. Le ricette sono
semplici…
Il menù può variare ogni giorno per via di due mantra: stagionalità e disponibilità del prodotto. Il pesce che arriva fresco ogni mattina è selvaggio - l’allevamento non è contemplato - e proveniente dal Tirreno e dal Basso Adriatico. Pubblichiamo una recensione di Alberto Cauzzi tratta da Emilia-Romagna a Tavola 2023
Questo è il regno di Simone Strinati, ai fornelli, e della moglie Daniela Bertozzi, in sala e in cantina, coppia nella vita così come nel lavoro, vissuto con entusiasmo, carattere e passione. Pubblichiamo una recensione di Giacomo Bullo tratta dalla guida Emilia Romagna a Tavola 2023
Bolognese di nascita, vanta esperienze internazionali e l’apertura di ristoranti come il Fourghetti di Bruno Barbieri, di altrettanto anima e radice locale Il percorso di Simonetti lo porta fino a Casa Azzoguidi dove ordisce una cucina precisa ed efficace, che vede protagonista la carne come il pesce. Pubblichiamo una recensione di Irene Pinardi tratta dalla guida Emilia Romagna a Tavola 2023
La conduzione è familiare, con la cucina timonata dalla moglie di Adriano e il servizio di sala affidato ai deliziosi figli della coppia. La proposta è incentrata e dedicata alla tradizione modenese, accompagnata da salumi di eccellenza e pasta all’uovo rigorosamente tirata a mano. Pubblichiamo una recensione di Andrea Grignaffini tratta dalla guida Emilia Romagna a Tavola 2023
La cucina è la molla che dal 2019 attira ormai più di un gourmet nel locale del giovane Jacopo Ticchi, che dedica una parte importante del proprio lavoro alle lunghe frollature del pescato e al quinto quarto, sempre di mare. Pubblichiamo una recensione di Andrea Vincenzi tratta dalla guida Emilia Romagna a Tavola 2023
Tutto qui è un tripudio di locale, autentico e verace. Pollame, selvaggina, formaggi e salumi dei dintorni, e farine dal molino di bivio Montegelli e perfino le verdure locali sono proposte e preparate come Dio comanda. Gestualità, sapori antichi e pure un briciolo di anarchia. Pubblichiamo una recensione di Alberto Cauzzi tratta dalla guida Emilia Romagna a Tavola 2023
La specialità della casa è sicuramente la brace, con una scelta - oltre ad un buon maiale - di carni bovine veramente ampia e di buona ricerca, con una giusta e controllata frollatura. Si va dalla Limousine all’Angus irlandese, dal Sashi finlandese. Pubblichiamo una recensione di Andrea Vincenzi tratta dalla Guida Emilia Romagna a Tavola 2023
Qui lo chef Silver Succi propone una cucina contemporanea di grande impatto estetico, che in prevalenza attinge al mondo ittico, ma che, tuttavia, non disdegna proposte vegetariano e di terra (cui è dedicato un intero menù degustazione).
In cucina il pesce gatto è l’assoluto protagonista. Un ingrediente abbandonato nel tempo in quanto l’animale era solito vivere nei fondi fangosi di fiumi e laghi. Al ristorante Laghi Verdi, i pesci sono allevati in loco, in acqua limpida, e valorizzati…
L’energia di Marco si percepisce in cucina e in sala, dove ama presentarsi per raccontare tutti i dettagli dei suoi piatti migliori, che spaziano dalla terra al mare. Mai pago di andare alla ricerca dei migliori salumi del territorio, tra cui l’ottimo culatello…
Alla direzione dei fornelli c’è, appunto, la signora Mariella, “custode” della piadina nonché artefice di piatti incentrati su materie prime di stagione, esclusivamente di terra, e su ricette tramandate da generazioni, senza rinunciare a variazioni personali sul tema…
Strizza l’occhio ai vegetali senza però isolarli, ma facendoli anzi dialogare con la terra e col mare,
a cui è vicinissimo. Nel menù troviamo saporiti paté di volatili conditi con le mele, e fragranti
polli alla griglia ma anche sogliole con castagne…
Padrone di casa è Stefano Numanti che accoglie gli ospiti alla porta e li scorta
al tavolo. È lui a raccontare, con perizia e misura, i piatti presenti in carta, che
si susseguono non dall’antipasto al dolce, ma in un ordine crescente di gusto…
Piatti che non lasciano del tutto da parte le proposte “terricole”, come nel caso di “Iberico...arrostito, foie gras, frutti rossi, scalogno caramellato e pan di fichi”, ma il cui protagonista indiscusso è certamente il mare.
Quasi superfluo dire che il servizio è organizzato alla perfezione, accogliente e mai invadente. Si beve bene e si mangia meglio. L’unica impresa è riuscire a prenotare un posto per poter vivere questa esperienza
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