Le previsioni di Unioncamere Emilia-Romagna indicano una crescita superiore alla media europea e nazionale (0,8%). Nel biennio crescono i consumi (+0,6% nel ‘24, +0,9% nel ‘25), nel 2025 riprendono le esportazioni (da -0,9% nel '24 a +2,5%) mentre caleranno gli investimenti (-1,6% dal +2,9% del ‘24). Nel '25 rallenta la crescita degli occupati, mentre rimbalza al 4,2% la disoccupazione
L'istituto europeo alza le previsioni sul Pil italiano per quest'anno (+0,1 punti), ma taglia quelle per il 2025 (+1,1%, -0,1 punti). Peggiorano le prospettive per la Germania (+0,1%), mentre migliorano per la Spagna (+2,8%). In calo l'inflazione in Italia all'1,3% nel '24 e al 2,2% nel '25
L'ultimo rapporto evidenzia una crescita nulla nel terzo trimestre '24 su base congiunturale. Crescita annua limitata allo 0,6%. A rischio l'obiettivo di crescita dell'1% per l'anno in corso. Il ministro Giorgetti: "Ottimista per un possibile rialzo delle stime di crescita"
In base alla stima preliminare dell’Istat, il prodotto è cresciuto dello 0,2% su base congiunturale, mentre dello 0,9% su base tendenziale. A incidere è la crescita del settore terziario che fornisce, dal lato della produzione, un contributo positivo alla crescita del Pil, a fronte dei contributi negativi del settore dell’agricoltura, silvicoltura e pesca, e dell’industria
Le precedenti stime dell’Istituto di Statistica prevedevano un aumento dello 0,7%. L'occupazione aumenterà in linea con il Pil (+0,9% nel ’24 e +1,0% nel ’25), mentre l'inflazione dovrebbe decelerare. Il ministro Urso: “Cresciamo più di Germania e Francia“
Le stime preliminari dell'Istat rivelano una crescita nei settori primari, industriali e dei servizi che anno su anno è dello 0,6%. La Germania ha superato le previsioni degli economisti con una crescita dello 0,2% congiunturale. Anche la Francia segna un +0,2%, trainata da consumi familiari e investimenti fissi lordi
Il Centro Studi prospetta un aumento del 0,4% nel Pil per il '24 rispetto alle stime autunnali del '23. Prevede inoltre del +1,1% per il 2025, con un investimento di circa 100 mld nel biennio grazie all'attuazione del Pnnr. Bankitalia, invece, conferma una crescita contenuta nel primo trimestre 2024 e stime sull'inflazione dell'1,3% nel '24 e l'1,7% sia nel '25 che nel '26
La crescita del Pil, contenuta nel corso dell’anno, andrà poi rafforzandosi grazie alla ripresa del reddito disponibile e della domanda estera fino ad arrivare a +1,2% nel 2026. L’inflazione viene stimata in diminuzione al 1,3% sulla media di 5,9% del 2023 per poi risalire nel biennio successivo rimanendo inferiore al 2%. Previsto anche un calo del tasso di disoccupazione dal 7,6% del 2023 al 7,4% nel 2026
Dopo il +0,4% stimato a dicembre 2023, la società ha alzato le prospettive di crescita del Pil nel 2024. Tra i fattori trainanti il tesoretto di investimenti sostenuti da politiche fiscali, bonus edilizi e interventi del Pnrr negli ultimi 4 anni. Ampliando lo sguardo al 2030 Prometeia sottolinea la necessità di 700mila lavoratori per sostenere la crescita del Pil
L’Istat conferma le stime di fine gennaio sulla crescita congiunturale del Pil del quarto trimestre ’23, trainata soprattutto da investimenti, domanda estera netta e spesa delle Amministrazioni Pubbliche. In termini tendenziali la stima risulta incrementata a +0,6% rispetto al precedente +0,5%. Comunicata anche una revisione al rialzo a +0,2% relativa alla variazione acquisita per il ’24 (in precedenza pari a +0,1%)
L'Istituto ha rivisto al rialzo il Pil 2023 (dalla precedente previsione di un +0,7%), superando anche le stime della Nadef, che prospettavano una crescita dell'0,8%. Nonostante il miglioramento nel rapporto deficit-Pil, si registra un peggioramento rispetto alla previsione del 5,3%. Il debito pubblico al 137,3% è in progresso rispetto al 140,5% del 2022
L’Ufficio Studi della territoriale lima la crescita del prodotto interno lordo in Friuli-Venezia Giulia, data a +0,6% lo scorso ottobre. Quella nel ’25 è stata invece rivista al rialzo (+1% dal +0,9% di tre mesi fa). Entrambe le variazioni dovrebbero così ‘battere’ l’incremento medio nazionale, previsto rispettivamente dello 0,4% e dello 0,9%. Rispetto al ’19, il Pil regionale alla fine del ‘25 segnerebbe una variazione del +5,8%. Nel biennio in corso il valore aggiunto dell’industria, sceso dell’1,5% nel ’23, ritornerà su valori appena positivi (+0,1% e +0,8%). Previste in recupero le esportazioni (+2% e +2,8%), su cui però grava l'incognita delle tensioni internazionali
La fase di rallentamento dell’economia italiana, segnalata mercoledì scorso dal Governatore Panetta, trova conferma nel Bollettino trimestrale di via Nazionale. Negli ultimi mesi del ’23 la crescita è stata pressoché nulla, a causa di restrizione monetaria, prezzi energetici elevati e debolezza della domanda estera. La stima del Pil per il ’24 indicata da Panetta come "sotto l'1%", viene ora dettagliata con una leggera crescita
Il Pil italiano è atteso in crescita dello 0,7% nel biennio '23-'24, in rallentamento rispetto al +3,7% del 2022. Lo stima l'Istat nel rapporto sulle Prospettive per l'economia italiana. L'aumento sarà sostenuto principalmente dal contributo della domanda interna. Previste diminuzione dell’inflazione, che spingerà i consumi, e frenata degli investimenti. In vista graduale recupero delle retribuzioni e crescita dell’occupazione
La stima è stata diffusa oggi dall'Istat, che ha rivisto al rialzo la proiezione di crescita nulla del mese scorso. La variazione acquisita per l'intero anno è del +0,7%, in linea con il dato diffuso a ottobre. Per l'Istituto i consumi finali e le esportazioni sono aumentati entrambi dello 0,6%. Segno meno per gli investimenti fissi lordi (-0,1%) e per le importazioni (-2%)
La Banca d'Italia nel Bollettino economico trimestrale taglia nettamente le previsioni per quest'anno e il prossimo rispetto alle valutazioni dello scorso luglio. Si stima che il Pil crescerà dello 0,8% nel 2024 per riportarsi all'1% nel 2025. Il taglio netto è provocato dall’inatteso risultato negativo del secondo trimestre che impatta per trascinamento anche sul 2024
"Il Superbonus ha annullato i miliardi che erano stati portati dalla revisione dei conti che ha migliorato di 0,2 punti il deficit del '21". Lo ha spiegato il capo della direzione contabilità dell'Istat. Che ha anche confermato il tasso di crescita (3,7%) dello scorso anno. Nel '22, l'industria ha subito una diminuzione dello 0,2%, ma il settore delle costruzioni è cresciuto del 10,1% e i servizi del 4,5%
I dati sono frutto di uno studio di Unioncamere Emilia-Romagna. L'area colpita dal maltempo conta più di 130 mila imprese, per oltre 443 mila occupati. In particolare l'industria nel '22 valeva il 27% del valore aggiunto della regione, su un totale di 38 mld. Decisivi i comparti manufatturiero e agroalimentare. Ad aprile gli esperti ipotizzavano una crescita dello 0,7% per il '23
La variazione congiunturale deriva da un aumento del valore aggiunto nel comparto dell’industria e in quello dei servizi. Stazionarie invece agricoltura, silvicoltura e pesca. Dal lato della domanda, un contributo positivo arriva sia dalla componente nazionale che da quella estera netta. Il Commissario Ue Gentiloni: "L'Italia ha fatto meglio del previsto". Urso: "Smentite le previsioni di recessione"
È la stima elaborata da Unioncamere Emilia-Romagna sulla base dei dati di Prometeia, che vede anche la disoccupazione in netto calo. Lo scorso anno in Italia l'aumento del Pil è stato del 3,7% e il deciso rallentamento prospettato ridurrà la crescita nel '23 allo 0,7%. L'andamento della regione ha mostrato un profilo sostanzialmente analogo a quello nazionale
È la previsione presentata in apertura del forum di Confcommercio, che prevede una crescita del +0,9% del Pil nel '23, al di sotto dell'1% indicato dal governo nel Def. Nel '24 mancherebbero ancora 145 euro di Pil a testa e 480 euro di consumi, rischiando così un ritorno del periodo '14-'19. L'inflazione è prevista in riduzione ma sempre più elevata della dinamica del reddito disponibile
Sono tre le condizioni indicate dalla società italiana di consulenza per realizzare questo quadro. Anzitutto il prezzo dell'energia deve rimanere su prezzi molto inferiori ai massimi e in linea con quelli prevalenti ora. Sarà poi necessario rispettare gli obiettivi del Pnrr e utilizzare i risparmi accumulati da famiglie e imprese come 'cuscinetto' contro l'aumento dei prezzi
Dopo la rivisitazione dell'Istat delle stime sul Pil nazionale, anche l’istituto di consulenza e ricerca economica fondato a Bologna ha ritoccato in positivo le previsioni per il 2022 e per il 2023. Questo quanto emerge dal rapporto previsionale di dicembre. Che stima per il ’23 una rapida discesa dell’inflazione al 5,8% (da 8,4% del 2022). Atteso un ribasso anche dei prezzi del gas dalla primavera, seppur più alti rispetto al passato
Secondo il rapporto Prospettive per l’economia italiana nel 2022-23 pubblicato dall’Istat, l’aumento del Pil è sostenuto dalla domanda interna (+4,2% nel ’22 e +0,5% nel ’23). Cresce anche l’occupazione al 4,3% nel 2022 e al 0,5% nel 2023. Mentre per Fitch la stima sulla crescita per il 2022 è stata ritoccata a +3,7% da +3,6%. Resta negativa la previsione per il 2023 a -0,1%, pur migliorando dello 0,6%
Lo scenario è emerso alla presentazione del Report regionale di Banca d’Italia presso la sede di Confcommercio Milano. Oltre al Pil, cresce l’export regionale nel secondo trimestre (+10,2%). Sangalli (presidente di Confcommercio): “La mancanza di soluzioni sul fronte energetico e il conflitto in Ucraina stanno peggiorando il clima di fiducia delle imprese, soprattutto nel settore terziario. Urgono interventi”
Il dato aumenta leggermente sullo scorso mese, con l'Istat che segnala, tuttavia, il rischio di un ulteriore calo produttivo entro fine anno e una discesa della fiducia delle imprese (in particolare manifatturiere). Tra i settori, a luglio bene petroliferi (+15%) e farmaceutica (+3,3%). Giù metalli (-8,1%) e materie plastiche (-6,8%)
Secondo i dati aggiornati dei conti economici trimestrali, il Pil è aumentato dell'1,1% rispetto al trimestre precedente e del 4,7% nei confronti del secondo trimestre del 2021. La crescita congiunturale del Pil diffusa con le stime preliminari del 29 luglio 2022 era risultata dell'1% e quella tendenziale del 4,6%. Bene i consumi delle famiglie (+1,5%) e gli investimenti fissi lordi (+0,4%)
Dalle stime dell'Istat anche nel secondo trimestre il Pil nazionale risulta in crescita. Il dato è in accelerazione rispetto al primo trimestre dell’anno, che segnava un -0,2% su quello precedente. Oltre all'Italia, anche altri paesi dell’Eurozona hanno avuto una crescita dell'indicatore tra aprile e giugno 2022, come Spagna (+1,1%) e Francia (+0,5%). Meno bene invece la Germania (maggiormente dipendente dal gas russo)
La cosiddetta "area Lover" arranca nella competizione tra i top player europei. Fra il 2011 e il 2021 la crescita economica è pari allo 0%. Questo quanto emerge dall'Osservatorio delle Cna territoriali, promosso in occasione dei 10 anni di attività. Nell'ultimo decennio nelle tre regioni crescono gli occupati e l'export. Fra le stime per il 2022, attesa crescita del Pil del 3,2% per la Lombardia e del 2,9% per Emilia e Veneto
Secondo le stime della società bolognese quest'anno andrà meglio del prossimo: anche se già dal secondo semestre '22 la crescita rallenterà, si faranno sentire soprattutto nel '23 gli effetti dei rincari e dell'inflazione. A far alzare a Prometeia le stime per l'anno in corso, invece, sono l'andamento superiore alle attese delle attività nella prima parte dell'anno e l'aspettativa che i prezzi dell'energia possano aver toccato i massimi
Il ridimensionamento del commercio mondiale, un deprezzamento del tasso di cambio euro/dollaro e il rialzo delle quotazioni del petrolio hanno avuto effetto sull'anno corrente, portando a una revisione al ribasso delle stime del Pil di circa 2 punti percentuali. L'aumento del Pil sarà determinato prevalentemente dal contributo della domanda interna al netto delle scorte
È quanto emerge dalla statistica sui Conti economici trimestrali dell’Istat che aggiunge: "La ripresa è stata determinata soprattutto dalla domanda interna e in particolare dagli investimenti a fronte di un contributo negativo della domanda estera sul piano interno, l’apporto dei consumi privati è stato negativo mentre è risultato nullo quello delle amministrazioni pubbliche"
Da un’elaborazione fatta dalla Unioncamere Emilia-Romagna su dati Prometeia, l'economia regionale chiuderà l'anno con un Pil in aumento del 2,4%: crescita zero del valore aggiunto per l'industria. Perdita di 1,7 punti percentuali nel confronto con tre mesi prima. A essere penalizzata è l'industria ceramica dipendente dall'importazione di materie prime dall'Ucraina
Bankitalia certifica un risveglio generalizzato, con picchi nell’edilizia e nel manifatturiero. Ma la performance resta inferiore rispetto ad altre regioni del Nord. L’occupazione torna vicina ai livelli pre-pandemici solo nel terzo trimestre. L’80% delle aziende conta di chiudere l’anno in forte crescita ed è pronto a investimenti nel 2022. Le incognite? Materie prime, approvvigionamenti scarsi, recrudescenza dei contagi
Ad affermarlo è l'aggiornamento congiunturale delle filiali locali di Banca d'Italia. A trainare l'impresa sono in particolar modo l'edilizia e i servizi. Bene anche l'export che in alcuni casi ha superato il periodo pre-Covid; in negativo solo l'occupazione. "Imprese più fiduciose e più disposte a investire, mentre l'anno precedente era caratterizzato da maggior cautela"
L'indicatore trimestrale dell'economia regionale Iter, elaborato dalla Banca d'Italia e analogo al Pil, segna una lieve crescita tendenziale nel primo trimestre (+0,6%) ma molto robusta nel secondo (+20,5%). Nei mesi primaverili l'aumento è lievemente superiore a quello nazionale. L'istituto si aspetta un trend molto favorevole anche nel secondo semestre, che dovrebbe proseguire a inizio 2022 grazie all'attuazione del Pnrr
L'Ufficio Studi di Confindustria Udine è stata rivista in rialzo ad ottobre: supera così di oltre un punto le previsioni di aprile. Nel complesso, per l’attività industriale è atteso un aumento del 9,9% nel 2021. Ancora più sostenuto dovrebbe essere il rimbalzo del comparto delle costruzioni, a +20,3%. Rimane però l'incognita del rincaro delle materie prime e dell'energia
La forte ripresa in atto e le attese positive sulla produzione sono tra i principali fattori a influenzare il rialzo delle stime sul Pil lombardo. Il capoluogo lombardo si conferma la città dove si preferisce avviare un’attività imprenditoriale: 6.484 unità (+6,8%), sopra i livelli pre-covid. Mentre le iscrizioni negli altri territori lombardi crescono la metà. In controtendenza il dato nazionale con un -3,6%
Il trend previsto dalla ricerca supera anche la stima a livello nazionale, che invece si sviluppa attorno al +5,3%. Dati che secondo lo studio si confermeranno nel 2022, con un ulteriore incremento del 4,2%, tale non solo da recuperare i livelli pre-pandemia, ma da segnare un passo in avanti dello 0,4% sul 2019. A fare da traino è l'industria, in particolare del comparto costruzioni
L’89% delle aziende ha problemi di approvvigionamento e le piccole imprese sono quelle che risentono di più dei rincari. Nel complesso cresce la fiducia delle aziende nella ripartenza. Fornasini, Università degli Studi di Brescia: “L’aumento dei prezzi delle materie prime può generare una pesante inflazione, ma speriamo in un assestamento”
L'anno scorso il valore regionale del prodotto interno lordo è risultato più grave sia di quello italiano (-8,9%) sia di quello del Nord-Est (-9,1%). L’altro dato preoccupante è dato dai 43 mila posti di lavoro persi sul territorio, che riportano ai livelli del 2017. Tuttavia nel 2021 si rafforzano le aspettative di imprese e famiglie, e ci si affida all’export come vero traino della regione
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