Nei primi sette mesi di quest’anno i nuovi nati sono 4600 in meno rispetto al precedente. Nel 2023 scesi sotto i 380mila (-3,4%), nuovo record al ribasso. In calo anche i nati da genitori stranieri: Emilia prima per incidenza (22%), in Lombardia sono il 20%, in Veneto il 18%
La sfida demografica si riflette nel rapporto generazionale sbilanciato, con oltre 5 anziani per ogni bambino sotto i 6 anni. La natalità è in diminuzione, con 393mila nati nel 2022. La suddivisione di genere mostra una leggera maggioranza femminile (51,2%). Gli stranieri rappresentano l'8,7% della popolazione residente, anche qui con una leggera prevalenza femminile
Dai dati dell'Istat la diminuzione è dovuta ai cambiamenti demografici nelle donne in età fertile, con una drastica riduzione delle nascite rispetto al 2008. Anche l'apporto positivo alla natalità dalla popolazione straniera si è attenuato. Un'altra tendenza rilevante è l'aumento delle nascite fuori dal matrimonio, oltre alla difficoltà economica e l'accesso alle abitazioni
Nel 2020 la regione è calata di quasi 20 mila unità a causa dell’aumento dei decessi, del crollo della natalità e dello stop all’immigrazione. I dati cambiano da provincia a provincia: Bologna e Rimini sono in crescita, al contrario Ferrara presenta una diminuzione della popolazione in corso dal 2016
La pandemia ha fatto da catalizzatore a fattori determinanti nel trend di calo della popolazione e ora, alla vigilia della ripresa, la questione non può più essere rimandata. In Veneto calano i nati e i giovani emigrano, la Lombardia sembra andare poco meglio. L’Emilia-Romagna però resiste, e indica una via: reti territoriali e politiche di welfare
Come evidenziato dall'inchiesta sulla situazione demografica del Cult di Venezie, Emilia e Lombardiapost, la pandemia ha fatto da catalizzatore a fattori determinanti nel trend di calo della popolazione e ora, alla vigilia della ripresa, la questione non può più essere rimandata. In Veneto calano i nati e i giovani emigrano, la Lombardia sembra andare meglio - ma solo perché è trainata da Milano. L’Emilia-Romagna però resiste, e indica una via: reti territoriali e politiche di welfare
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