Dai dati dell'Istat la diminuzione è dovuta ai cambiamenti demografici nelle donne in età fertile, con una drastica riduzione delle nascite rispetto al 2008. Anche l'apporto positivo alla natalità dalla popolazione straniera si è attenuato. Un'altra tendenza rilevante è l'aumento delle nascite fuori dal matrimonio, oltre alla difficoltà economica e l'accesso alle abitazioni
La città felsinea è il settimo comune in Italia per popolazione e ogni giorno attrae 507 mila persone, turisti esclusi. È quanto illustrato dal sindaco Lepore nel corso al Bis - Bologna Innovation Square. "Siamo tra le poche città in Italia che, dopo il covid, aumenta il numero degli abitanti, grazie ai tanti giovani che da ogni parte d'Italia decidono di venire a vivere qui per ragioni di studio o lavoro"
Nel 2021, 67,8 mila persone si sono trasferite in Emilia-Romagna e 39,5 mila l'hanno lasciata. Il saldo migratorio è positivo, con 28,3 mila residenti in più. La maggioranza sono cittadini stranieri, ma anche molti italiani si trasferiscono in Emilia-Romagna dalle altre regioni. Il saldo migratorio universitario è di quasi 62 mila studenti, il più alto tra le regioni italiane
Per il professore di Demografia è innegabile che le attuali carenze di manodopera siano legate al calo demografico. I giovani in età lavorativa sono sempre meno, e tra questi crescono i Neet, che non studiano né lavorano. Per far fronte a queste problematiche serve integrare manodopera straniera, spiega Rosina, ma non basta: bisogna valorizzare i giovani locali e il lavoro femminile
Fra le cinque province con miglior tasso migratorio interno, ben tre sono emiliane: Piacenza al secondo posto (+3,80), Bologna al terzo (+3,74) e Ferrara al quinto (+3,48). Il capoluogo emiliano risulta primo fra i grandi comuni con miglior saldo migratorio tra iscrizioni e cancellazioni anagrafiche ogni mille residenti (+1,91). Bene anche il +5,80 di Cento (Fe), ottava fra i centri con residenti compresi fra 35mila e 65mila abitanti
L’unica a resistere è Bologna (+0,1%): confermate le tendenze di lungo periodo, con l’E-R che prima cresceva e che ora contiene le perdite (-0,63%), mentre in Veneto continua l’emorragia (-0,78%). Peggio ancora il Fvg (-0,82%). L’effetto Covid pesa sulla capitale lombarda: contro una media nazionale del -0,7%, Milano cala tre volte tanto
Il Rapporto sull'economia dell'immigrazione della Fondazione Leone Moressa: nel 2020 la percentuale di Pil regionale dovuta al loro lavoro è del 10,8%, mezzo punto in più del 2019. Più numerosi gli imprenditori stranieri. Il drastico calo degli arrivi e il crollo delle nascite tra i non italiani fa risaltare, come sottolineato di recente da Destro (Assindustria VenetoCentro), un quadro demografico preoccupante
La crisi di Milano, un Veneto senza capitale, l’Emilia che diventa modello. Un libro di Aldo Bonomi invita ad andare oltre le mura dell’impresa. Per ricostruire un tessuto sociale a rischio e per sollecitare le classi dirigenti a tornare a progettare futuro. Missione non impossibile, come dimostra il caso Trieste
Gli abitanti in regione fra il 2015 e il 2020 erano in crescita del +0,25%, con Milano ad un +2,5%. Nel 2020 però è iniziato il calo. Lo stesso capoluogo lombardo è tornato sotto la soglia 1 milione e 400 mila, perdendo ciò che aveva guadagnato negli ultimi due anni. E fra smartworking, lezioni a distanza e incertezze economiche riprendersi da questo scossone non sarà semplice
Stefano Allievi, professore di sociologia e autore del libro “La spirale del sottosviluppo: perché (così) l’Italia non ha futuro”, fa il punto sui principali fattori del calo della popolazione e spiega perché di demografia in Italia se ne parla parla poco (e male): “La Lombardia perde moltissimi giovani, il Veneto non riesce a recuperare neanche con l’immigrazione. L’unica eccezione è l’Emilia-Romagna. La differenza? La fa il pubblico”
Nel 2020 la regione è calata di quasi 20 mila unità a causa dell’aumento dei decessi, del crollo della natalità e dello stop all’immigrazione. I dati cambiano da provincia a provincia: Bologna e Rimini sono in crescita, al contrario Ferrara presenta una diminuzione della popolazione in corso dal 2016
Il numero uno dell’omonima azienda vicentina spiega come si favorisce la natalità in altri paesi: il periodo di astensione dal lavoro è finanziato dallo Stato e può arrivare fino a 4 anni. Possono richiederlo anche gli uomini, e c’è la garanzia di mantenimento del proprio posto di lavoro. “Altro che assegno unico, l’Italia non ha capito nulla. Noi promuoviamo un welfare aziendale sul modello estero, ma non possiamo sostituirci allo Stato”
La pandemia ha fatto da catalizzatore a fattori determinanti nel trend di calo della popolazione e ora, alla vigilia della ripresa, la questione non può più essere rimandata. In Veneto calano i nati e i giovani emigrano, la Lombardia sembra andare poco meglio. L’Emilia-Romagna però resiste, e indica una via: reti territoriali e politiche di welfare
Come evidenziato dall'inchiesta sulla situazione demografica del Cult di Venezie, Emilia e Lombardiapost, la pandemia ha fatto da catalizzatore a fattori determinanti nel trend di calo della popolazione e ora, alla vigilia della ripresa, la questione non può più essere rimandata. In Veneto calano i nati e i giovani emigrano, la Lombardia sembra andare meglio - ma solo perché è trainata da Milano. L’Emilia-Romagna però resiste, e indica una via: reti territoriali e politiche di welfare
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