La giuria dei letterati ha scelto oggi a Padova gli autori che si contenderanno la “vera da pozzo”, simbolo della città di Venezia, che quest’anno sono Emanuele Trevi, Antonio Franchini, Michele Mari, Federica Manzon e Vanni Santoni. Consegnato anche il premio opera prima a Fiammetta Palpati per "La casa delle orfane bianche"
“In Cerca di Pan” (Nottetempo), comincia sul ponte di una nave che salpa in direzione della Grecia. L’equipaggio si chiede se il dio, divinità primordiale legata alla potenza della natura, sia ancora vivo e decide di intraprendere un pellegrinaggio per scoprirlo. Ad accompagnarli, alternando versi e prosa, Ovidio, poeta mitico che sembra far parte di quella stralunata compagine di viaggiatori. Una strana navigazione spaziale ma anche tra epoche distanti, rievocando i miti dell’antica Grecia: “parlerò di ninfe e satiri, di divinità lacustri e cacciatori che ormai stanno scomparendo”
Con una biografia intima Silvia Ballestra torna sulla vita di una figura chiave del secolo scorso, attraverso ore di registrazioni meticolosamente raccolte. Partigiana, scrittrice, poetessa e traduttrice, Joyce sarà una combattente in prima linea nel movimento antifascista Giustizia e Libertà, per poi raccontare in Kurdistan e in Africa le lotte di liberazione degli altri paesi. Una donna “moderna” capace di precorrere i tempi con le sue idee e la sua forza di volontà
La scrittrice e storica milanese, partendo da archivi fotografici, ha raccontato alcune delle testimonianze delle 70mila donne che parteciparono alla guerra partigiana. Staffette nella maggior parte dei casi, per portare cibo e armi, chiamate a prestare assistenza, se non, in numero minore, a partecipare direttamente alla lotta armata. L’opera di Tobagi, edita da Einaudi, ricostruisce il contributo femminile a questa pagina della storia della Repubblica, dimenticato dalla memoria pubblica attraverso un processo di epurazione che cominciò con le sfilate della Liberazione
I premi letterari più blasonati garantiscono visibilità all’autore e un reale incremento delle vendite. Ma nel mare magnum dei concorsi, alcune caratteristiche sono indicative della serietà del progetto, ad esempio un’identità forte espressa dal regolamento e il coinvolgimento degli attori radicati nel territorio di riferimento. Pivato, per undici anni presidente del comitato di gestione del Campiello, che si occupa di gestione dei patrimoni culturali: “I premi sono per l’editoria un osservatorio sul cambiamento sociale in atto”
Il Premio Campiello nasce nel 1962 per iniziativa degli Industriali veneti, con la vittoria di Primo Levi, ma da quella prima edizione si conferma anno dopo anno come uno dei premi più prestigiosi del panorama letterario nostrano. Durante la cerimonia del 27 maggio scorso la Giuria dei Letterati ha selezionato la cinquina finalista. Alla Giuria dei 300 Lettori anonimi la scelta ora del titolo vincitore che sarà proclamato a settembre alla Fenice di Venezia
“Il Tuffatore”, è uno dei cinque libri finalisti che concorrono al Premio Campiello, di cui scopriremo il vincitore il 3 settembre a Venezia. Elena Stancanelli ha voluto raccontare uno dei personaggi dei ruggenti anni ‘80, poco ricordato dalle nuove generazioni: Raul Gardini, imprenditore passato alla storia per lo stile spregiudicato negli affari. Fino al suicidio il 23 luglio 1993 a causa del coinvolgimento nell’inchiesta di Mani Pulite
“La foglia di fico, Storie di alberi, donne, uomini”, è uno dei cinque libri finalisti che concorrono al Premio Campiello, di cui scopriremo il vincitore il 3 settembre a Venezia. Antonio Pascale, scrittore, saggista, ispettore del Ministero alle Politiche Agricole, trova nelle piante il pretesto narrativo, simbolico, lirico e scientifico per un romanzo che procede senza una esatta cronologia, presentando un groviglio inestricabile tra umano e vegetale
“I miei stupidi intenti”, è uno dei cinque libri finalisti che concorrono al Premio Campiello, di cui scopriremo il vincitore il 3 settembre a Venezia. Bernardo Zannoni, classe 1995, è al suo esordio letterario con una storia che a partire dalla faina Archy parla profondamente di noi, del nostro essere animali a dispetto delle sovrastrutture sociali ma al contempo distanziarci dallo stato di Natura attraverso il linguaggio e la coscienza
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