La Procura di Bologna ha richiesto pene severe nel processo per la "gestione dissennata e criminale", che ha portato a nove imputati per il crac della start-up bolognese Bio-on, specializzata in bioplastiche. L'azienda, un tempo valutata oltre 1 mld di euro, è fallita nel 2019, con un danno quantificato in circa 350 mln
Il provvedimento interviene nell'ambito della vicenda della società di bioplastiche fallita nel '19. Il tribunale del Riesame di Bologna aveva dichiarato inammissibile l'impugnazione, proposta nell'interesse degli ex presidente e vicepresidente di Bio.on, contro il sequestro conservativo di 17 mln richiesto da Banca Finnat. Tuttavia, la Corte di Cassazione ha annullato l'ordinanza
Sarà finalizzato alla riqualificazione dell'impianto dell'ex unicorno delle bioplastiche, fallito dopo che un hedge fund e una successiva inchiesta della magistratura ne avevano svelato i trucchi contabili e la fragilità del business. In una nota si legge che la sinergia tra le due aziende permetterà di introdurre nel mercato oltre 500 formulazioni a base di polidrossialcanoati (Pha)
Il Tribunale di Bologna ha omologato la proposta di concordato fallimentare per l’acquisizione dell’azienda di Castel San Pietro (BO) presentata da Haruki (gruppo Maip). L’assessore Colla: "Così si avvia una nuova storia. Servirà un piano industriale che possa garantire un futuro importante per il nostro territorio". Si procederà ora all'acquisizione definitiva, con un progetto quinquennale di rilancio
Si è conclusa con un patteggiamento a un anno e sei mesi e nove rinvii a giudizio l'udienza preliminare del processo a carico dei vertici di Bio-on, la società di bioplastiche fallita il 19 dicembre 2019. Rinviati a giudizio invece il presidente del Cda della società che si occupava di bioplastiche, Marco Astorri, il suo vice Guido Cicognani e Gianfranco Capodaglio, presidente del collegio sindacale
La Gup Sarli ha cambiato uno dei capi di imputazione a carico degli ex vertici di Bio-On, che ora dovranno rispondere di bancarotta fraudolenta impropria, legata alle false comunicazioni sociali. Un migliaio le parti civili ammesse. Processo rinviato al 13 giugno per consentire alla curatela dell'azienda di decidere se esercitare i poteri di costituzione di parte civile
In attesa dell'udienza del 15 aprile, dove si discuterà dell'ingresso della bancarotta fraudolenta impropria fra i capi di imputazione contestati all'ex presidente Astorri e ad altri nove dirigenti, oggi a Bologna si è discusso di parti civili. Ammesse 900 richieste sulle 1.000 presentate dagli azionisti, mentre tra i responsabili civili finiscono gli advisor Ernst&Young e Price Waterhouse Coopers
Anche questa volta, nessuno ha presentato offerte per la società di bioplastiche con stabilimento a Castel San Pietro Terme (BO), fallita nel 2019 e con gli ex vertici sotto inchiesta per bancarotta. Il prezzo di partenza proposto dal bando era di 42 mln, dopo i 95 mln di maggio, poi scesi a 72,5 mln a luglio e a 54,5 mln a ottobre. Si proseguirà con l'esercizio provvisorio
Le prospettive future della società di bioplastiche sono ancora incerte, soprattutto in vista della prossima asta, prevista il 27 ottobre, quando si terrà il terzo bando per cedere l'azienda. I due curatori fallimentari, Luca Mandrioli e Antonio Gaiani rimangono però ottimisti: "L'azienda è attualmente nelle condizioni di poter ripartire con un nuovo progetto industriale"
L'azienda della bioplastica con sede nel Bolognese, fallita nel 2019 e con gli ex vertici al centro di un'inchiesta per manipolazione del mercato e false comunicazioni sociali, sarà per la terza volta oggetto di "contesa". Con un prezzo di partenza inferiore di circa 40mln rispetto alla prima asta (svoltasi lo scorso maggio), la è quella di tentare di evitare lo “spezzatino”
Ancora una volta nessuno si vuole comprare l'azienda fallita, nonostante il ribasso a 72,5 mln. Si va verso il terzo tentativo, in cui sarà possibile un ulteriore sconto del 25%. E intanto il Siti (sindacato tutela investimento) cerca la via per consentire agli ex soci scendere in campo con l'obiettivo rapida quotazione sull’Aim. I curatori: “Restiamo a disposizione del mercato”
Nulla di fatto per la vendita del complesso di Castel San Pietro. Nelle ultime settimane si ipotizzata la trasformazione in impianto per produrre vaccini. I curatori fallimentari assicurano: “C'è interesse da importanti società italiane ed estere”. Il sindacato: “Necessario un partner industriale adeguato”
Le contestazioni mosse dagli inquirenti riguardano le condizioni economiche, patrimoniali e finanziarie della società, e il movimento degli affari. Rilevate criticità nel fatto che le stesse sono considerate idonee a provocare un aumento del prezzo delle azioni, così da portare un indebito vantaggio stimato in almeno 36 milioni di euro
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