La regione rallenta e si allinea al dato nazionale, e secondo Gobbi (Bankitalia) ha perso il suo ruolo di traino. Produzione industriale a -1,2% con export a -0,3%, sale l’insolvenza delle imprese (prestiti deteriorati a 2,2 mld). Il turismo cresce più della media nazionale con 37 mln di presenze (+11%), spesa dei turisti stranieri in aumento del 19%
Secondo Bankitalia, l’economia regionale si è indebolita nel semestre, registrando una stagnazione del Pil rispetto al pari periodo 2023. L'export complessivo nel semestre segna un -3%. In difficoltà l’industria in tutti i settori. Il 90% delle aziende chiuderà in utile o in pari. Bene il turismo con presenze a +1,3%, inflazione a 0,9%
Secondo Bankitalia, l’economia regionale subisce particolarmente il calo delle esportazioni (-1,2%) e la crisi tedesca. Il 70% delle imprese è stabile o in calo di fatturato, diminuiscono gli occupati nell’industria. Bene il turismo (+3,6% le presenze tra gennaio e agosto), scende l’inflazione ma non salgono i consumi
Secondo l'ultimo Bollettino Economico della Banca d'Italia, il paese cresce a rilento. Il Pil aumenterà dello 0,6% nel ‘24, dello 0,9% nel ‘25 e dell’1,1% nel ‘26. I prezzi nel turismo frenano il calo dei prezzi, previsto a 1,1% nel ‘24. Produzione industriale in calo, riprendono timidi i consumi delle famiglie
Il Centro Studi prospetta un aumento del 0,4% nel Pil per il '24 rispetto alle stime autunnali del '23. Prevede inoltre del +1,1% per il 2025, con un investimento di circa 100 mld nel biennio grazie all'attuazione del Pnnr. Bankitalia, invece, conferma una crescita contenuta nel primo trimestre 2024 e stime sull'inflazione dell'1,3% nel '24 e l'1,7% sia nel '25 che nel '26
La crescita del Pil, contenuta nel corso dell’anno, andrà poi rafforzandosi grazie alla ripresa del reddito disponibile e della domanda estera fino ad arrivare a +1,2% nel 2026. L’inflazione viene stimata in diminuzione al 1,3% sulla media di 5,9% del 2023 per poi risalire nel biennio successivo rimanendo inferiore al 2%. Previsto anche un calo del tasso di disoccupazione dal 7,6% del 2023 al 7,4% nel 2026
La fase di rallentamento dell’economia italiana, segnalata mercoledì scorso dal Governatore Panetta, trova conferma nel Bollettino trimestrale di via Nazionale. Negli ultimi mesi del ’23 la crescita è stata pressoché nulla, a causa di restrizione monetaria, prezzi energetici elevati e debolezza della domanda estera. La stima del Pil per il ’24 indicata da Panetta come "sotto l'1%", viene ora dettagliata con una leggera crescita
Le imprese manifestano aspettative ottimiste sull'inflazione al consumo, tendenza guidata da un indebolimento continuo dei prezzi praticati dalle aziende. Nonostante le valutazioni sfavorevoli sulla congiuntura, la ripresa moderata della domanda interna e condizioni di investimento meno negative fanno sì che ci si aspetti un'ulteriore crescita occupazionale nei prossimi mesi
Le nuove stime si basano su un'esercitazione coordinata dell'Eurosistema e considerano la manovra di bilancio per il periodo 2024-26. Si sottolinea una crescita dei consumi delle famiglie superiore al Pil nei prossimi tre anni, trainata dal recupero del potere d'acquisto. Gli investimenti rallenteranno, ma gli interventi del Pnrr compenseranno in parte il declino
Secondo il Rapporto sull’Economia regionale stilato dall'istituto, nel ’22 il Pil regionale ha superato i livelli del ‘19. Nell'industria è proseguita l'espansione della produzione (+6,3% sul ‘21) e del fatturato (+2,5%), con le esportazioni che continuano a sostenere l'attività (+5,3%). Il direttore Gobbi: "Siamo competitivi all’estero per la capacità di adattamento agli shock esogeni, la propensione all'innovazione e la capacità di attrarre talenti e capitali". Nel ‘23, però, cresce l’incertezza per via dei “forti legami fra il sistema produttivo lombardo e la Germania” e per la “riduzione del potere d'acquisto per le famiglie"
Fino all'estate il numero di disoccupati è diminuito di 120 mila unità, poi la dinamica si è indebolita. Lo segnala una nota congiunta del Mlps e della Banca d'Italia. È stata registrata anche una sostanziale stazionarietà degli impieghi a tempo determinato e un calo di 50 mila unità dei contratti di apprendistato. Per i turismo, l'occupazione è ancora lontana dai livelli pre-pandemia
Il futuro della regione non sembra roseo: a pesare saranno l'inflazione, un caro materie prime arrivato in un biennio a quota +148% e le conseguenze del conflitto russo-ucraino. Questo a fronte di un 2022 iniziato col piede giusto e di una chiusura positiva del 2021. Fra i migliori risultati: un +7,6% del Pil, un +11,9% del valore aggiunto industriale, un +20% degli investimenti e un +16,9% dell'export
Bankitalia certifica un risveglio generalizzato, con picchi nell’edilizia e nel manifatturiero. Ma la performance resta inferiore rispetto ad altre regioni del Nord. L’occupazione torna vicina ai livelli pre-pandemici solo nel terzo trimestre. L’80% delle aziende conta di chiudere l’anno in forte crescita ed è pronto a investimenti nel 2022. Le incognite? Materie prime, approvvigionamenti scarsi, recrudescenza dei contagi
Ad affermarlo è l'aggiornamento congiunturale delle filiali locali di Banca d'Italia. A trainare l'impresa sono in particolar modo l'edilizia e i servizi. Bene anche l'export che in alcuni casi ha superato il periodo pre-Covid; in negativo solo l'occupazione. "Imprese più fiduciose e più disposte a investire, mentre l'anno precedente era caratterizzato da maggior cautela"
L'indicatore trimestrale dell'economia regionale Iter, elaborato dalla Banca d'Italia e analogo al Pil, segna una lieve crescita tendenziale nel primo trimestre (+0,6%) ma molto robusta nel secondo (+20,5%). Nei mesi primaverili l'aumento è lievemente superiore a quello nazionale. L'istituto si aspetta un trend molto favorevole anche nel secondo semestre, che dovrebbe proseguire a inizio 2022 grazie all'attuazione del Pnrr
L’analisi ministero del Lavoro-Bankitalia conferma la preoccupata sottolineatura del premier Draghi all’assemblea di Confindustria: assunzioni meglio che nel 2019 con l’incognita quasi totale della stabilità. Bene edilizia e manifattura. In Emilia-Romagna ancora a singhiozzo Parma e Piacenza, causa debole domanda di macchinari a inizio 2021, e il distretto del tessile di Carpi. Modesta la quota di licenziamenti
Il rapporto sull'economia regionale, presentato a Venezia dalla Banca d'Italia, evidenzia come si sia registrata, già a partire dalla seconda metà del 2020, una significativa inversione di tendenza per la manifattura. Resta invece pesantemente colpito il settore turistico. E anche qui a fare le spese della crisi sono giovani e donne
L'anno scorso il valore regionale del prodotto interno lordo è risultato più grave sia di quello italiano (-8,9%) sia di quello del Nord-Est (-9,1%). L’altro dato preoccupante è dato dai 43 mila posti di lavoro persi sul territorio, che riportano ai livelli del 2017. Tuttavia nel 2021 si rafforzano le aspettative di imprese e famiglie, e ci si affida all’export come vero traino della regione
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