Il viaggio nell’eccellenza dei marchi italiani di Riccardo Illy, presidente Polo del Gusto e direttore accademico Italia Innovation, parte dalla sua esperienza personale che ne racchiude, però, tante altre. Sono le prime pagine de “L’arte dei prodotti eccellenti” (La nave di Teseo), libro in cui l’imprenditore stesso spiega come la qualità superiore di alcuni prodotti e la semplicità di essi permettano di vincere non solo la concorrenza, ma anche l’usura del tempo.
Il libro analizza alcuni esempi emblematici della cultura d’impresa italiana. E tra i campioni della qualità c’è ovviamente anche l’azienda Illycaffè ”ma ho cercato di scriverne meno possibile”. E ci sono poi la cantina Ferrari, i vestiti Zegna, la pasta Mancini e i marchi del Polo del Gusto, la sub holding che comprende tutto ciò che non è caffè: tè Dammann Frères, cioccolato Domori, conserve di frutta Agrimontana, vino Mastrojanni e biscotti Pintaudi. Un racconto che mette assieme testimonianze dirette di imprese che come unico ingrediente per crescere hanno la semplicità.
Il Gruppo Illy è rimasto ai vertici dell’industria del caffè semplicemente utilizzando gli ideali e i valori chiave del business italiano: una ricerca della qualità e dell’eccellenza, che non è disposta a scendere a compromessi per competere sul prezzo; un’attenzione alle tecniche tradizionali, alla storia del prodotto e del marchio, capace al tempo stesso di adottare l’innovazione quando si dimostra vincente; e un impegno nella creazione di un prodotto che “faccia bene” non solo a produttori e consumatori, ma a tutta la filiera dei lavoratori, al Paese e al pianeta, in un’ottica – sorprendentemente moderna – di rispetto e tutela delle risorse. Riccardo Illy ci conduce all’interno della sua attività, mostrando al lettore le sue carte vincenti e descrivendo, con amore e passione, cosa significa fare impresa e farla bene secondo gli standard aziendali italiani che hanno portato il sogno di suo nonno a diventare una realtà apprezzata in tutto il mondo.
E sarà proprio l’autore stesso a raccontarcelo, in occasione della presentazione del suo libro, lunedì 28 Novembre 2022 dalle 18:30 alle 19:30 per i “Lunedì dell’Economia” alla Libreria ItalyPost in collaborazione con auxiell. A condurre l’evento sarà Antonino Padovese, giornalista Corriere del Veneto.
Pubblichiamo ora un estratto dal sesto capitolo del libro “L’arte dei prodotti eccellenti” di Riccardo Illy (edito La Nave di Teseo, 2022), intitolato: “Semplicità Italiana”.
“Credo che agli italiani piaccia la semplicità. È vero, abbiamo inventato lo stile barocco nel Seicento e ne abbiamo diffuso le decorazioni dorate e le architetture in tutta Europa. Ma in fondo siamo persone che capiscono il valore di ottime materie prime che richiedono poca o nessuna lavorazione o trattamento per essere apprezzate. Ci sono pochi piatti che ho mangiato nella mia vita che ricordo ancora dopo anni o decenni. Uno è il risotto alla milanese dello chef Gualtiero Marchesi. Un altro era un piatto semplice: verdure cotte condite con olio extra-vergine di oliva, servite in un ristorante vicino a Cuneo. Era così gustoso, così equilibrato nei sapori tra la verdura e l’olio che lo ricorderò per il resto della mia vita. Le verdure con i loro sapori essenziali; le consistenze (croccanti in parte e in parte morbide e seriche) mi hanno sorpreso ad ogni boccone. La sottile dolcezza della zucca e l’acidità dei pomodori senza l’aggiunta di aromi hanno caratterizzato l’armonia dei diversi sapori. Un classico esempio della filosofia della ricetta semplice che applichiamo a tutti i prodotti illy. La semplicità è spesso più seducente della complessità. Anche la cucina dello chef Marchesi era essenziale. Il suo risotto alla milanese: riso, zafferano e pochi altri ingredienti. Una cottura molto semplice. Semplicità significa ridurre al minimo gli strumenti che consentono di fare il lavoro e liberarsi di tutto ciò che è superfluo (o al limite evitare di acquistarlo). La vera cucina italiana non ha apparecchiature complesse. […] Mentre cuciniamo, mescolando il contenuto delle pentole sul fornello, assaggiamo e perfezioniamo continuamente quello che facciamo. Condiamo e insaporiamo con garbo leggero, secondo necessità. La semplicità in cucina richiede gli ingredienti migliori, gli strumenti adatti al lavoro e la costante vigilanza. Come la semplicità necessaria nella gestione di un’azienda”.