A qualche chilometro dal centro di Parma dove il torrente Parma rompeva gli argini, esondando, troviamo il ristorante che deve il nome a questo evento: Parma Rotta. Il locale è di proprietà dello chef Antonio Di Vita che lo cura con passione, affiancato alla moglie Lorella e alla figlia Lara.
Lo chef patron guida una cucina basata sui piatti della tradizione e sulla brace di cui, a queste latitudini, si va molto orgogliosi. Sulla griglia vengono cucinate carni di manzo, maiale ma anche alcuni primi piatti, come le tagliatelle all’amatriciana. Ma le portate non ruotano solamente attorno ai ferri, tutte le paste fresche sono rigorosamente tirate a mano, come i gustosi tortelli ripieni di zucca o di erbette.
Gli affettati provengono da produttori locali, proposti singolarmente o in una piccola degustazione costruita all’uopo. Godono di un certo rilievo, in carta, i funghi porcini, che sono presentati in accompagnamento a tagliatelle, focaccia o polenta fritta e, ça va sans dire, cotti anche alla brace. Imperdibili, a fine pasto, i dolci, preparati artigianalmente tra cui gli ottimi e giustamente celebri gelati.
Il pergolato esterno, ampio, curato e godibile nella bella stagione, introduce gli avventori nel locale, dando loro un’idea preliminare di questo luogo accogliente ed elegante che vanta bei muri a vista, antichi soffitti e un arredamento rustico ed essenziale. La carta dei vini, ampia e interessante, consta di proposte nazionali e internazionali e chiude il cerchio di un’esperienza il cui prezzo si attesta sui 55 euro a persona.