A metà del secolo scorso, circa negli anni 1950, il locale già esisteva e si presentava come un’osteria dove sui tavolini in legno non mancava mai la caraffa del vino della casa e un piatto della tradizione. Nel 1995, poi, l’Osteria Francescana, che prende il nome dalla vicina chiesa di San Francesco, venne rilevata da Massimo Bottura e da quel momento vanta un’evoluzione di eccellenza (riconosciuta ad oggi da tre stelle Michelin).
È proprio nel suo ristorante che Massimo, chef, è riuscito a coniugare la sua passione per il buon cibo e per l’arte. Attraverso la creazione di ogni piatto, infatti, il suo è un invito al cliente di lasciarsi guidare dalla sorpresa. Il carattere audace che contraddistingue ogni creazione si inserisce proprio nel solco della tradizione e ne lascia il segno, conquistando ogni palato.
Il menù, mantenendo sempre il suo carattere di cucina tradizionale e contemporanea, al tempo stesso, subisce costantemente una rivisitazione per dare voce alla ricerca di abbinamenti di sapori sempre più curiosi e valorizzanti.
Ecco quindi che le singole note creative, che lo chef esprime in cucina, si sprigionano in una sinfonia del tutto straordinaria, una volta arrivate in tavola: spaghettini alla Cetara con mozzarella affumicata e caviale, Astice in doppia salsa spumosa, acida e dolce o un’interpretazione del filetto alla Rossini con foie gras e caviale. Questo e molto altro, in una cucina che è ben consapevole delle proprie radici emiliane, ma che si mostra per il proprio lato divertente ed estroso.