Sono vari i testi a sostegno del radicato nesso tra la coltivazione dell’olivo e la Valle del Lamone, in cui si trova il borgo medievale di Brisighella.
Andrea Giovanni Callegari, vescovo di Bertinoro, nel 1594, in una lettera inviata a H. Mercuriali, medico del Granduca di Toscana, sosteneva che l’olio di quelle parti non temesse confronti con quelli di altre regioni.
Nelle sue cronache Antonio Metelli, storico brisighellese del XIX secolo, scriveva:<<A Brisighella li ulivi danno frutti sempre così perfetti che ne stilla da essi un olio finissimo…>>. Pare davvero che siano antichissime le origini dell’olio extravergine di oliva Brisighella DOP se si considera il ritrovamento, presso la cripta della Pieve del Thò, di un rudimentale frantoio per olive risalente all’epoca romana.
La varietà predominante coltivata nello splendido borgo dell’Appennino, a pochi chilometri da Faenza, è la “Nostrana di Brisighella”. Ed è questa cultivar in purezza, selezionata e certificata con cartiglio notarile numerato, ad essere protagonista del Brisighello® (ha note erbacee e di carciofo e un buon equilibrio dolce-amaro piccante), prodotto nel 1975 dalla Cooperativa Agricola Brisighellese (CAB), che tre anni prima aveva fondato il frantoio sociale, segnando di fatto il passaggio da una produzione per l’autoconsumo a una destinata alla commercializzazione.
Dal 1990 in poi la CAB lancia una gamma di oli extravergini di oliva monovarietali: Pieve Thò®, Orfanello®, Nobildrupa®; il Brisighello® ottiene la DOP nel 1996 e dal 2007 una serie invidiabile di premi.
Terra di Brisighella
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Brisighella (RA)
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