Lison, un piccolo centro abitato nel comune di Portogruaro. Ma anche un borgo noto fin dall’epoca dei romani per la produzione di vino, oggi espressione dell’omonima denominazione a cavallo tra Veneto e Friuli Venezia-Giulia. In questa area vitivinicola intrisa di storia e tradizione sorge una realtà che ha radici profonde nel territorio che occupa, l’azienda Mazzolada, 126 ettari di tenuta al cui interno è custodito un casone di valle, una di quelle tipiche abitazioni con il tetto in paglia della costa Adriatica che oggi si contano sulle dita di una mano. Attorno, negli oltre 95 ettari coltivati a vite, a pochi chilometri dal litorale veneziano, si producono vini che riflettono fedelmente il territorio: “Sapidi e di struttura, grazie ai suoli misti che includono il caranto, eredità delle sedimentazioni del Livenza e del Tagliamento – spiegano dall’azienda -, oltre che estremamente profumati, per via della ventilazione che favorisce le escursioni termiche che aiutano la concentrazione aromatica nell’uva e riducono la necessità di trattamenti sulle piante”.
La Cantina del Falco, chiamata anche così per la presenza di questi rapaci a sorvolare i vigneti, ha recentemente cambiato proprietà. Ma per l’azienda rimane costante la ricerca di qualità che l’ha contraddistinta negli anni, preservata anche grazie all’attenzione alla sostenibilità ambientale. Oltre alle tante specie animali che popolano i territori della tenuta – e che sono la miglior testimonianza di come funzioni la promozione della biodiversità -, la vigna possiede la certificazione Sqnpi, un sistema volontario in grado di assicurare al consumatore che i prodotti vengono coltivati con tecniche agronomiche che rispettano l’ambiente e la salute dell’uomo. Questo “senza però compromettere l’accessibilità dei prezzi, che negli anni è stato un altro dei nostri cavalli di battaglia, perché anche la sostenibilità economica è importante”.
In questi ultimi due anni inoltre, complice il cambio di passo impresso dalla nuova direzione alla guida dell’azienda, ci si è concentrati su un rinnovato approccio comunicativo, con l’intento di far maggiormente conoscere “il territorio, la filosofia e il modo di operare della cantina. Ingredienti che coesistono nelle bottiglie di vino”. Il restyling passa anche attraverso la partecipazione ad eventi, che diventano momenti importanti anche per fare rete con le altre realtà della zona, “il modo più efficace per raccontare e valorizzare il territorio del Lison e la ricchezza della tradizione vinicola locale”, spiegano dalla Cantina del Falco. Per questo Mazzolada aprirà le porte in occasione dell’edizione autunnale di We food, nel fine settimana del 28 e 29 ottobre organizzando un tour aziendale, casone incluso (anche se in rifacimento e quindi visionabile dall’esterno), con una degustazione finale.
La domenica mattina verrà inoltre dedicato un appuntamento “agli studenti dell’Academy, a cui spiegheremo nel dettaglio tutte le lavorazioni del nostro ciclo produttivo. Un’iniziativa che riflette la volontà dell’azienda di trasmettere la passione per la terra e la cultura agricola alle nuove generazioni”. Sì perché, ancora oggi, uno dei fulcri dell’economia italiana rimane l’agricoltura, che garantisce ai prodotti del nostro Made in Italy, in special modo il vino, di essere apprezzati in tutto il mondo. Mazzolada, con questa nuova direzione, sta dimostrando che la storia, la tradizione e l’innovazione possono coesistere armoniosamente in una bottiglia di vino, proponendosi come custode delle radici vitivinicole, ma anche faro per le future generazioni di produttori e intenditori di vino.