Partiamo dai saldi regionali, che ben fotografano l’andamento della popolazione tra gli anni 2015 e 2020. L’Emilia Romagna è – assieme alla Lombardia – una delle uniche due regioni che vedono crescere, seppur di poco, la popolazione passando dai 4.450.508 abitanti ai 4.464.119. L’incremento di 13.611 abitanti, pari allo 0,31% non è gran cosa, ma in una Italia che perde l’1,9% è certamente un risultato positivo. All’opposto, nelle regioni che l’Istat classifica come Nord Est, troviamo il Friuli Venezia Giulia, che passando da 1.227.122 a 1.206.216 perde praticamente una sua media città di 20.906 abitanti con una flessione che sfiora la media nazionale dell’1,70%. In mezzo a questi due estremi il Veneto che passando da 4.927.596 a 4.879.133 abitanti ne perde 48.463 pari quasi all’1% (-0,98%), unica regione del “nuovo triangolo industriale” a perdere attrattività e popolazione.
Entrando nel merito dei singoli dati provinciali, l’unica provincia veneta che registra un limitato aumento di popolazione è Verona, che cresce di 1.078, pari allo 0,12%, passando nei cinque anni da 923.664 a 924.742 abitanti. Contenuta invece la caduta nelle provincie di Padova e Treviso che calano rispettivamente dello 0,49% e dello 0,43%. La provincia del Santo passa infatti da 938.296 a 933.700 abitanti rimanendo così, nonostante la perdita di 4.596 abitanti, la più popolosa della regione. Treviso, invece passa da 887.293 a 883.522 abitanti con un calo di 3.771 unità. In questa classifica segue poi Venezia che passa da 858.198 ai 848.829 abitanti perdendone quindi 9.369 pari all’1,09%. Assai più significativo il calo di Vicenza che passa dagli 869.718 agli 855.297 abitanti, con un calo di 14.421 (-1,66%) che rende plausibile già dal prossimo anno, nel caso il trend dovesse confermarsi, un sorpasso di Treviso come seconda provincia veneta. Drammatica invece la situazione di Belluno e Rovigo, le due provincie storicamente più marginali del Veneto. Rovigo in 5 anni perde ben il 4,45% della popolazione, 10.799 sui 242.533 del 2015. Un trend demografico che ricorda quello del periodo nel quale dal Veneto si emigrava per fame che si registra anche nel bellunese dove la provincia perde il 3,17% della popolazione passando dai 207.894 del 2015 ai 201.309 del 2020, perdendo quindi 6.585 abitanti.
Situazione assai pesante anche nel Friuli-Venezia Giulia con Gorizia e Trieste che perdono rispettivamente il 2,20 e l’1,96% della popolazione, passando dai 140.897 abitanti dell’isontino nel 2015 ai 137.79 del 1° gennaio 2020 (-3.102) e dai 236.073 del 2015 della provincia capoluogo di regione ai 231.445 (-4.628 abitanti pari al – 1,96%). Ben più pesante, in termini di numeri assoluti è la provincia di Udine che da sola perde 9.706 abitanti (-1,81%) passando dai 536.180 ai 526.474. La provincia più “veneta” della regione autonoma, Pordenone, contiene le perdite passando dai 313.972 ai 310.502 abitanti (-3.470 pari al -1,11%).
Passando invece a situazioni più positive passiamo all’Emilia Romagna, dove ben tre provincie dell’Emilia, Bologna, Modena e soprattutto Parma, e una della Romagna, Rimini, incrementano di popolazione al punto tale non solo da compensare le perdite delle altre provincie, ma a portare la regione ad un saldo positivo di 13.611 abitanti. Entrando nel dettaglio la provincia con una delle performance migliori a livello nazionale è Parma che in cinque anni passa da 445.394 a 454.873 abitanti con un incremento di ben 9.479 unità pari al +2,13%. Ma in termini assoluti è Bologna a crescere di più passando da 1.004.323 a 1.021.501 abitanti con una crescita che da sola vale quasi la perdita del Friuli Venezia Giulia (+ 17.178 abitanti, l’1,71% in più di cinque anni prima). Nelle provincie in crescita seguono Modena e Rimini, rispettivamente con un + 1.599 abitanti (+0,48%) e +4.755 abitanti pari a un + 0,68%. Tra le provincie in calo, partendo da quelle che flettono meno troviamo Forlì-Cesena che passa dai 395.897 ai 395.306 abitanti, limitando la perdita a 591 unità (-0,15%), Piacenza (-1.580 abitanti pari ad un -0,55% ), Reggio nell’Emilia ( -3.639 abitanti pari a un -0,68%), Ravenna che passa dai 391.997 abitanti del 2015 ai 387.970 del 2020 con una perdita di 4.027 unità (-1,03%) e infine Ferrara che passa dai 354.073 ai 344.510 abitanti e classificandosi come la provincia emiliano romagnola che registra la perdita più consistente sia in termini assoluti (-9.563 abitanti) che percentuali (-2,70%).