È un metodo antico, chiamato oggi ancestrale, quello della rifermentazione in bottiglia, usato per produrre il Lambrusco di Sorbara del Fondatore. I contadini, sino all’introduzione, nella metà degli anni Cinquanta, del metodo Charmat, più affidabile nella produzione di vini “puliti”, si affidavano al metodo ancestrale che culminava con l’inderogabile imbottigliamento durante la luna calante di Marzo, lasciando che coi primi caldi i lieviti naturali trasformassero in alcol i residui zuccherini forieri della tipica spuma del Lambrusco. L’azienda Chiarli non ha mai rinunciato a queste radici che sono anche quelle di Cleto, il fondatore dell’attività nel 1860.
Combinando esperienza più che secolare e tecnologia (presa di spuma attraverso fermentazione naturale in bottiglia con dosaggio zero, cui segue stagionatura di sei mesi), è nato il Lambrusco di Sorbara del Fondatore, un vino che rispetta il metodo ancestrale e al contempo possiede nitidezza di aromi, piacevolezza di sorso e i sentori propri dei lieviti presenti. Ben si addice l’ancestrale al vitigno autoctono Lambrusco di Sorbara, che conserva tracce della primigenia selvaticità nell’acidità decisa e nell’asprigno da pelle d’oca. Un tripudio di note di fragolina di bosco e lampone, al naso e in bocca, una tensione acida, quasi agrumata, integrata al corpo del vino insieme alla briosità sincera fanno del Fondatore 2019, che esprime appieno l’anima del Sorbara, un bicchiere entusiasmante, perfetto per salumi grassi e i piatti robusti della tradizione.
Cleto Chiarli Tenute Agricole
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