Tutte le colture emiliano-romagnole accusano il repentino passaggio da una primavera fresca a un'estate di fuoco, e necessitano quindi un apporto idrico costante sia nelle ore diurne ma soprattutto in quelle notturne, accompagnate da vento caldo. Ne consegue, secondo il presidente regionale di Confagricoltura “un aggravio di spese sempre maggiore per l’agricoltore”
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