Il portico ligneo del XIV secolo che incornicia l’ingresso di Casa Azzoguidi racconta di una Bologna che vedeva qui la sua prima tipografia, e che coglie il nome del suo fautore, Baldassare Azzoguidi. Dalle vetrate affacciate su una piccola piazza, nel retro della chiesa di San Nicolò, si scorgono gli arredi tra marmi verdi e velluti rosa cipria, sormontati da un soffitto con stucchi floreali. L’ambiente accoglie in un cocktail bar che si apre su una sala elegante dalla cucina a vista, presidiata da Daniele Simonetti.
Bolognese di nascita, vanta esperienze internazionali e l’apertura di ristoranti come il Fourghetti di Bruno Barbieri. Il percorso lo porta fino a Casa Azzoguidi dove ordisce una cucina precisa ed efficace, che vede protagonista tanto la carne come il pesce. Ne è esempio “Non chiamatelo vitello tonnato”, che accosta una fine spalla di vitello alle note iodate della
bottarga di muggine. Un piccolo viaggio oltre le celebri torri porta a “Piramidi e faraone”, tortelli piramidali, dalla sfoglia tirata a mano, in stile bolognese, ripieni di faraona e mosto d’uva cotto (saba). La proposta alla carta si completa con la sezione “Benvenuti a Bologna”, dove non mancano il classico Tortellino in brodo grasso della tradizione o la Lasagna verde alla bolognese.
Il servizio, attento e cordiale, tradisce l’impianto da hotellerie di cui il ristorante è compendio e fulcro dell’Hotel Corona d’Oro, a cui si affianca e di cui fa parte. Mediamente la spesa alla carta si aggira sui 70 euro, vini e cocktail esclusi.