I comuni e le città al centro. Per Isabella Conti, ex sindaca dem di San Lazzaro, sono gli amministratori locali “l’ultimo baluardo della politica”, i veri custodi delle istituzioni. È da questa convinzione che nasce Città Ribelli, un ciclo di 11 seminari ideato dalla stessa Conti in sintonia con l’associazione Comuni Virtuosi, un progetto che si propone di formare i soggetti ritenuti centrali nello scacchiere politico: sindaci ed amministratori locali. Oggi Palazzo d’Accursio ha ospitato il primo appuntamento, ma il “corso” sarà itinerante e rivolto agli amministratori di tutta Italia.
Perché le amministrazioni comunali riescano ad occuparsi efficacemente della res publica la formazione è fondamentale. “Me ne sono resa conto durante i dieci anni da sindaca. Una volta i partiti facevano formazione, si preoccupavano di effettuare un’analisi della realtà per fornire strumenti adeguati agli amministratori per realizzare i propri obiettivi. C’era la consapevolezza della responsabilità enorme cha ha la politica”, un senso di responsabilità che si è smarrito secondo Conti. Il suo è un invito a non stare fermi: “Non possiamo permetterci di delegare al governo centrale ed attendere – prosegue – bisogna agire. Se non facciamo niente non è che rimane tutto com’è, se non facciamo niente tutto si disgrega e tutto degenera”.
Conti parla della necessità di una “rivoluzione culturale” di cui le città devono farsi interpreti e che vede nella sua generazione, quella dei 30enni e dei 40enni, una possibile guida. “La nostra generazione ha vissuto sulla propria pelle tutte le conseguenze negative dell’iper-capitalismo e dell’iper-produttività. Siamo la generazione che si immaginava il progresso come una retta verso l’alto senza fine. Noi quella retta l’abbiamo vista cadere verso il basso”.
Ospiti del seminario di apertura il sindaco di Bologna Matteo Lepore e la direttrice del Dipartimento per lo sviluppo di metodi e tecnologie all’Istat Laura Linda Sabbadini. Fra i temi trattati la transizione ecologica e la crisi demografica, due fra le questioni più care all’ex sindaca di San Lazzaro.
Il modello Bologna, sostiene Lepore, ha sopperito alla debolezza delle istituzioni con la collaborazione civica: “Con i patti di collaborazione si è aperta una nuova strada, parallela al diritto amministrativo, che permette di accelerare gli interventi. L’amministrazione pubblica deve programmare insieme alle comunità”. “Le politiche – aggiunge il primo cittadino bolognese – non vanno decise dall’alto come la Pa italiana richiederebbe, ma insieme ai cittadini.” Secondo il sindaco l’esempio virtuoso di un simile approccio è dato dal PUMS bolognese (Piano Urbano della Mobilità Sostenibile). “Città 30 nasce da una petizione di 15mila cittadini ed in sei mesi ha ottenuto ottimi risultati per quanto riguarda la sicurezza stradale e l’incentivo all’uso di mezzi sostenibili” afferma Lepore.
Conti esorta gli amministratori locali presenti a concentrare gli investimenti nei servizi, in politiche di welfare innovative. Solo così, si sostiene, saremmo in grado di rispondere all’emergenza demografica che sta per travolgere il paese. A ribadirlo è Sabbadini, per cui il tema demografico è in realtà la mera conseguenza di mancati investimenti nelle politiche sociali. “La causa di questa crisi sta nell’aver trascurato la questione femminile, la questione donne-lavoro, soprattutto al sud”. “Se non si investe nei servizi – aggiunge Sabbadini – le donne ci perdono due volte: perdono opportunità lavorative perché i servizi sono caratterizzati da un’occupazione prevalentemente femminile e perdono perché senza welfare hanno più difficoltà a conciliare il lavoro familiare e la carriera lavorativa. Il calo demografico parte da qui”.