Matteo Thun, uno dei più grandi architetti e designer contemporanei, ci apre le porte del suo mondo con il libro più personale della sua carriera: la traduzione italiana di 𝐒𝐭𝐨𝐫𝐢𝐞𝐬, curata da Post Editori, è stata presentata per la prima volta oggi, martedì 25 marzo, presso MetroQuality Milano.
“Stories” è il racconto di una visione creativa che ha trasformato il panorama del design internazionale: un’opera essenziale per chi vuole comprendere l’evoluzione dell’architettura contemporanea attraverso gli occhi di uno dei suoi protagonisti. Attraverso aneddoti autobiografici, Matteo Thun ripercorre le tappe più significative della sua carriera, condividendo con autenticità le sfide, le intuizioni e le ispirazioni che hanno dato vita a progetti iconici. Più di un semplice viaggio nel passato: il libro offre uno sguardo privilegiato sul suo processo creativo e sulla filosofia che guida ogni sua opera. Ogni pagina testimonia il suo approccio innovativo, dove funzionalità ed estetica si fondono in un equilibrio perfetto lasciando un’impronta indelebile. Non solo un tributo alla sua carriera, ma un’opera pensata per chiunque ami il design, l’architettura e le storie di vita personale che insegnano come realizzare grandi idee.
Pubblichiamo un estratto del libro.
Ognuno ha i propri gusti, ma per lungo tempo Illy è stato considerato il miglior espresso dagli intenditori di caffè. Ernesto Illy aveva avuto l’idea, semplice ma ingegnosa, di non tostare miscele di chicchi di caffè, ma solo i migliori chicchi di arabica: sotto la sua guida, non esistevano miscele. Era un chimico del gusto; Ernesto voleva che il suo caffè fosse bevuto da una tazzina che ne conservasse tutto l’aroma: produsse un documento di sessanta pagine in cui descriveva come doveva essere, secondo lui, la migliore tazzina di espresso che fosse mai stata prodotta. Mi consegnarono questo brief impressionante al quartiere generale dell’azienda a Trieste; mi congratulai con lui per una visione così dettagliata della “miglior tazzina di caffè”. Che sfida! Quel superlativo – “la migliore” – mi fece fermare a riflettere: non potevo non eccellere in questo progetto. Un anno dopo tornai a Trieste con un prototipo in gesso della tazzina. Sapevo quanto importante fosse la sensazione tattile della tazzina sulle labbra: per questo, avevo perfezionato il bordo superiore per renderlo più sottile, pur mantenendo una base più spessa per l’effetto “fornello”, che assicura che il caffè versato nella tazzina mantenga una temperatura superiore agli ottanta- cinque gradi. La tazzina aveva un aspetto ingannevolmente semplice – una tazza di porcellana arrotondata con un manico circolare – ma le sue caratteristiche tecniche erano state studiate meticolosamente. La forma della tazzina di porcellana bianca fu subito approvata, ma il suo aspetto “spoglio” destò più di qualche dubbio. Tradizionalmente, le tazze da caffè brandizzate erano articoli promozionali, non in vendita. Suggerii di cambiare strategia di marketing: invitare alcuni artisti a decorare la tazzina invece di utilizzare il nome Illy. L’idea fu inizialmente accolta con scetticismo, ma dopo qualche settimana mi diedero queste istruzioni: «Trova cinque artisti; proviamoci». Quello che iniziò come un esperimento con artisti locali si è trasformato poi in una collezione d’arte. Oggi, queste tazze in edizione limitata sono ricercati oggetti da collezione, con oltre cinquecento varianti. La tazza è diventata il marchio. Non è necessario dire il nome per riconoscerla come la “tazzina Illy”. Ho colto l’occasione per disegnare le mie edizioni per la Illy Art Collection, ispirandomi alle sensazioni che si provano bevendo un espresso: è caldo, rinvigorisce i sensi, si consuma in un attimo, è economico ed è un rito quotidiano universale. Illy ha assunto un direttore artistico di Colonia, dedicato alla selezione di artisti internazionali. Ogni artista, da Jeff Koons a Francesco Clemente, James Rosenquist o Ron Arad, riceve un compenso simbolico di mille euro per esporre le proprie creazioni sulla “tela più piccola del mondo”.