Sulle le terre dell’ottocentesco Ducato di Parma, Piacenza e Guastalla non è difficile ritrovare piante di una particolare varietà di prugna chiamata zucchella. Si racconta che furono dei coloni slavi, chiamati dalla duchessa Maria Luigia, moglie di Napoleone, a ripopolare le terre di Brescello, colpite da un’epidemia, a portare con sé le talee di quelle prugne con cui facevano nella loro patria il distillato “sljivovica”.
Piccola, ovale, la zucchella ha buccia violacea con velo di protezione biancastro, polpa soda ambrata e dolce con tocco asprigno se spiccata poco matura. Il periodo di raccolta va da fine luglio a fine agosto. La zucchella risulta particolarmente ricca di succo – il nome potrebbe derivare da “sughella”- e, grazie all’elevato tenore zuccherino, è adatta alla preparazione di squisite confetture: basta soltanto l’aggiunta di un 10% di zucchero al prodotto.
È la zona di Lentigione, piccola frazione di Brescello, nella Bassa reggiana, a vantare la maggior quantità di piante di zucchella che qui, nei terreni bagnati dal Po e ricchi di ferro, danno frutti particolarmente dolci. Ed è a Brescello che è nata l’Associazione per la valorizzazione della prugna di Lentigione, costituita da produttori che raccolgono annualmente sui 900 quintali di prugne, intenzionati a dare nuovo impulso alla coltivazione. Una parte del raccolto viene trasformata in 6000-7000 vasetti di confettura: scura e moderatamente brusca, va a caratterizzare la tipica crostata e i classici tortelli di pasta frolla cotti al forno.