Sale il numero degli anziani e l’Italia non si sta preparando a sufficienza. Il rischio è un sistema previdenziale non più sostenibile. La proposte dell’ex ministro del lavoro, protagonista sabato sera al Festival: “Crescita economica, occupazione e un Welfare che guardi all'intero ciclo di vita delle persone, non solo al momento della pensione”
Nel corso dell’evento “I fattori determinanti per la crescita” gli imprenditori si sono confrontati su cosa serva alle aziende per compiere il salto dimensionale. Dalla Rosa (Armes): "Senza persone non si costruisce nulla". Nocivelli (Epta): "Sono fondamentali le acquisizioni". Lanza di Fae Technology evidenzia invece l’importanza dell'apertura in Borsa: “La volontà di tenere chiuso il capitale è il maggior limite alla crescita delle imprese. Ma avere investitori crea una challenge virtuosa”
Si parla tanto oggi di intelligenza artificiale: si applica alla risoluzione di diversi problemi, anche dei problemi aziendali, come all’organizzazione del lavoro con effetti positivi non trascurabili.
Se è vero che l’intelligenza artificiale (AI) ci risolve alcuni problemi in modo brillante...
Con Internet e i social media le aziende lungo la filiera hanno trovato modo di distinguersi sul mercato, valorizzando la componente di cui si occupano agli occhi di chi compra il prodotto finale. Oggi si parla di “storie complesse che riflettono i valori e la visione di un'azienda”, spiega Vincenzo Carlone. Un’occasione anche per le Pmi “purchè ci sia un’attenta pianificazione con il coinvolgimento di professionalità ad hoc”
Presenza capillare nelle fiere e negli eventi B2B, analisi di mercato, gestione dei dati, materiali promozionali e raccolta dei feedback dei clienti. Sono questi gli ingredienti del marketing dell’azienda bergamasca che sviluppa e produce in conto terzi prodotti destinati all’industria nutraceutica, farmaceutica e cosmetica
Il senior vice president di Pirelli per la cultura e presidente di Museimpresa e Fondazione Assolombarda, sottolinea che le imprese italiane sono “eccellenti nel saper fare, ma devono migliorare nel raccontare”. Una narrazione che però “non deve essere propaganda aziendale, ma una rappresentazione autentica che include successi e fallimenti”. I libri sulle aziende devono contribuire a consolidare l'identità aziendale, condividere pratiche efficaci e coinvolgere i dipendenti
Pietro Fiorentini, Zordan, Manteco, Lem. Non sono brand ma fornitori strategici dei grandi marchi internazionali. E da anni hanno sviluppato sofisticate strategie di marketing e costruito interi reparti dedicati. Obiettivo: rispondere al meglio alle esigenze dei loro clienti ed entrare da protagonisti nelle catene del valore. Imprese che rappresentano la punta dell'iceberg di un fenomeno che sta cambiando i cosiddetti terzisti. Sulla scia di un caso diventato di scuola come Brembo
L’evento di presentazione della ricerca in Sala Borsa sarà solo l’antipasto del tour che toccherà Emilia-Romagna, Piemonte, Lombardia, Triveneto, Toscana e Marche. Al centro di ogni tappa gli imprenditori che guidano queste aziende “campioni di crescita” e che sul palco racconteranno le proprie storie di successo, ma anche le sfide affrontate negli anni scorsi e quelle attese per il 2024. Tra i nomi già confermati nell’evento di Parma anche Davide Bollati (Davines), Nicoletta Azzi (Panguaneta) e Alberto Figna (Compagnia Generale Molini Agugiaro e Figna)
Verranno svelati lunedì 11 marzo a Palazzo Mezzanotte i protagonisti della nuova ricerca sulle 1.000 Champions di ItalyPost e L’Economia del Corriere. Imprese cresciute nel ‘22 del 19,5% in fatturato e del 16,7% nella marginalità. Le emiliane spiccano per dimensione e tasso di crescita annua, ma le venete dopo il Covid tornano a crescere in maniera significativa. In termini di numeri assoluti è la Lombardia a trainare. Ecco tutti i dati delle regioni del nuovo triangolo industriale
Spesso, quando vogliamo avere o comperare qualcosa, la chiamiamo con il marchio commerciale: ad esempio, chiediamo al bar un “caffè Hag” per chiedere un caffè decaffeinato. Talvolta accade invece che due espressioni usate in modo generico, come “bottega” e “veneta”, una volta fuse in...
Sebbene già nel 2023 la crescita del Pil italiano sia stata nell’ordine dello ‘zero virgola’, e per il 2024 la previsione sia la stessa, le imprese Champions riusciranno a portare a casa quasi un +6% nell’anno in corso. Dal sondaggio del Centro Studi di ItalyPost su un campione delle 1.000 migliori imprese italiane emerge anche che la marginalità segnerà un +6,2% medio e l’utile netto un +5,8%
Il 2023 è stato ancora un anno di profondi e repentini cambiamenti. Ha segnato un rallentamento rispetto agli anni precedenti, che però portavano con sé una crescita eccezionale. Ma le Champions si preparano ad una nuova fase di consolidamento e spinta. Grazie a delle loro caratteristiche determinanti: l’essere finanziariamente solide, particolarmente flessibili, il saper coinvolgere e valorizzare le loro risorse umane e guardare ai mercati con ottiche di medio-lungo termine
“C’è poca filiera corta” in un settore che sulla sostenibilità sta puntando molto ma ancora con grandi margini di miglioramento. Lo si legge nell’ultimo libro di Luca Romano in uscita per Post Editori, “Il Design della sostenibilità”. La filiera italiana del Legno Arredo è “incompleta e dipendente dall’estero”: importa infatti l’80% del legno che utilizza, pur essendo il nostro sistema forestale in crescita vertiginosa. Ecco i dati e il perché è un tema di competitività irrinunciabile per le nostre imprese
In principio fu la Brianza, poi la supremazia nel settore è passata al Nord Est. La storia della nascita del distretto di Brugnera, raccontata da un imprenditore che ne è stato protagonista, Pier Giorgio Presotto (oggi presidente di Arblu). E poi il passaggio dalla centralità del mobile comunemente inteso all’arredo bagno, con il cambiamento di approccio dei consumatori. La parabola dagli anni ‘50 ad oggi
Secondo il presidente trevigiano dell’associazione di categoria e di Arper, la transizione ecologica deve coinvolgere uniformemente le filiere: “Solo così resteremo competitivi nel mondo”. Sulla sua impresa spiega: “Abbiamo assunto un manager ex Ikea per imparare ad essere green”. Sul Salone e le critiche mosse da alcuni imprenditori sui costi esorbitanti: “Resta l’evento del design che tutto il mondo ci invidia. Qualsiasi fiera costa il successo che ha”. Pubblichiamo l’intervista contenuta nel libro “Il design della sostenibilità”
Stando al preconsuntivo del Centro Studi FederlegnoArredo nei dodici mesi scorsi il settore ha lasciato sul terreno otto punti percentuali rispetto al ’22. Perde più del 10% il mercato interno, ma “è un calo fisiologico” per il presidente Claudio Feltrin, che ribadisce: “Nessun allarme, veniamo da anni eccezionali”. Quello estero (che però vale un terzo del totale) si limita a segnare un -4,5%. Sul confronto con il ’19, che vede ‘in vantaggio’ il ’23 per 10 mld, “pesa però l’inflazione”. Il ’24? “Troppo presto per fare previsioni, ma quale segnale positivo c’è: speriamo di poter chiudere sugli stessi livelli dell’anno scorso”
Originariamente regolate dal Codice della navigazione del 1942, le concessioni balneari sono state oggetto di complesse evoluzioni normative ed europee. La legge italiana 88/2001 aveva introdotto il "rinnovo automatico" delle concessioni, abrogato nel 2010 dal governo Berlusconi per allinearsi alle direttive europee che obbligavano l’assegnazione delle spiagge tramite gare pubbliche. Dopo diverse proroghe delle concessioni vigenti, il Consiglio di Stato, nel 2021, ha annullato il prolungamento al 2033, imponendo le procedure ad evidenza pubblica entro il 2023. Tuttavia, il governo Meloni ha introdotto un nuovo rinvio al 2024, a cui l’Ue ha risposto avviando una procedura di infrazione
La realizzazione di travi in cemento è un’arte e anche una sfida nel senso della sicurezza assoluta che queste travi in opera devono dare.
Il recente tristissimo disastro di Firenze ci ricorda quanto sia importante ed essenziale ogni dettaglio costruttivo, a partire dalla materia prima, il cem...
Gare? “Giustissime, ma fra un anno. Le mareggiate non consentivano di agire prima”, spiega l’assessore al patrimonio e al demanio Sebastiano Callari. E sul “diritto di prelazione” per gli attuali concessionari precisa: “Li tutela, ma li obbliga anche ad adeguarsi all’offerta più alta”. L’arrivo di grandi gruppi come in Veneto “dipende dall’ampiezza delle spiagge che vanno a gara”. In Fvg i lotti “saranno da valutare, a volte la frammentazione è l’opzione migliore”
Per l’assessore regionale al Turismo i Comuni che, dopo Rimini, hanno prorogato le concessioni balneari al 31 dicembre del 2024 hanno fatto l’unica cosa giusta possibile, “in mancanza di un decreto attuativo del Governo che esponga le regole con cui andare a gara”. La priorità ora è “preservare le oltre 1.500 imprese a carattere famigliare che operano in questo settore”. La soluzione che caldeggia Corsini è quella della proposta in tre punti presentata già al governo Conte II: “Andare a gara riconoscendo il valore aziendale, fissando il canone concessionario e limitando il numero di partecipazioni alle evidenze pubbliche per ogni soggetto”. Il Veneto? “È strano che sia l’unica Regione con una propria legge in materia”
Il lamento dei piccoli operatori privilegiati dalla mancata riforma che ha bloccato per anni l’iter di messa a gara del ‘tesoro’ costituito dalle concessioni balneari è bocciato dai fatti. “Spiaggie in mano ai grandi gruppi stranieri” hanno affermato, eppure l’esempio di Jesolo dimostra come a vincere le gare siano invece gruppi industriali italiani strutturati. Ma c’è chi invece fa bandi per lotti così piccoli che la concorrenza non si crea nemmeno, oltre alla miriade di Comuni che adduce “oggettive ragioni” per rinviare di nuovo tutto al ‘25
Segnano un +12,4% fra il 2012 e il 2023, secondo un’analisi di Confcommercio. A crescere di più solo i Bnb, i ristoranti e negozi di computer-telefonia. Tutte le altre attività sono in negativo, e nel periodo portano ad un complessivo -20,2%. Una proiezione di Confesercenti parla di un numero di aperture che nel 2030 saranno la metà di quelle di oggi (11.000 vs 20.000). La segretaria Filcams Cgil Veneto: “Le farmacie rubano spazio alle profumerie. E dal Covid hanno fatto boom anche con le prestazioni mediche”. Come aiutare il commercio al dettaglio? “Ad esempio imponendo la chiusura domenicale per legge”
Secondo l’analisi del presidente di Confcommercio Emilia-Romagna, Enrico Postacchini, i centri storici perdono più esercizi commerciali della periferia a causa “dell’incursione dei grandi gruppi internazionali”. Fenomeno che ha “alzato l’asticella delle locazioni commerciali a sfavore delle piccole attività”. Il calo è compensato in parte “dai nuovi flussi turistici da cui le periferie sono escluse”. Tra i motivi di sofferenza per il settore anche la “concorrenza del mercato online, degli spacci aziendali della manifattura e dell’agricoltura che seguono regole diverse dalle attività commerciali”
Secondo l’ultimo rapporto di Confcommercio tra 2012 e 2013 il mondo della ristorazione è tra i pochi ad essere in attivo per numero di imprese (+2,3%), grazie all’aumento dei ristoranti che ha compensato l’arretramento dei bar. “I consumi e la domanda sono costantemente in aumento e lo saranno anche nei prossimi anni”, spiega Luciano Sbraga, vice-direttore della Federazione Italiana dei Pubblici Esercizi. “Resta sempre molto elevato il turnover”, con un’impresa su due che chiude i battenti entro i 5 anni dall’apertura. Sul segno ‘più’ dei ristoranti “incidono anche “attività take-away, pasticcerie e la nascita di catene di gelaterie”
Secondo i dati del registro delle imprese del capoluogo lombardo, dal 2018 al 2023 il totale delle imprese attive è passato da 18.981 a 17.617. Tra le ragioni, il cambiamento nello stile di vita dei consumatori, che preferiscono l'e-commerce, e l’aumento dei costi che a Milano è più alto che altrove (per il personale +25% rispetto ad altre città). Presentato ieri, durante la giornata conclusiva del Forum dell'economia urbana organizzato dal Comune, un piano triennale con l'obiettivo di riportare le attività nelle aree dove c'è un'alta desertificazione commerciale. 8 le linee di intervento: dati e informazioni, negozi e botteghe, vetrine su strada, attività storiche e mercati, alleanza di quartiere, economia civile, luoghi di incontro, spazi a basso costi
Sembra un'idea dissacrante, eppure offre qualche spunto di riflessione. È partita da Schio, nel vicentino, dove opera Fas International. Le radici sono della fine anni '60 con Antonio Adriani e con i distributori automatici, per poi proseguire nel segno dell’innovazione (su cui l’azienda investe ogni anno tra il 3 e il 4% dei propri ricavi). Fino a oggi, quando a guidare Fas ci sono i figli Luca e Mariangela, entrambi ad. E quando le vendig machine a marchio Fas vanno ben oltre alla distribuzione di snack e bevande, puntando a realizzare un e-commerce di prossimità in cui i distributori diventano delle ‘vetrine’ anche per i piccoli negozi di quartiere e per i loro prodotti, prenotabili online e ritirabili in collect point automatici
È noto a tutti che tanti prodotti italiani sono vincenti a livello mondiale per l’unicità del loro design. Soprattutto i prodotti di largo consumo come ad esempio una sedia, un tavolo, un elettrodomestico riescono ad essere esportati in tutto il mondo perché il disegno di questi oggetti affasci...
Accanto a chi punta a sopperire alla carenza di lavoratori in Italia attraendo manodopera dall’Africa, la bergamasca Carvico e la Fondazione E4Impact, nata su iniziativa dell’Università Cattolica di Milano, investono per creare una cultura imprenditoriale e industriale in loco. L’azienda dei tessuti tecnici elasticizzati è presente in Etiopia già dal 2017 con un impianto produttivo da 400 dipendenti, a cui fornisce training interni per elevarne le competenze. Dal 2022 ha anche aderito alla Fondazione presieduta da Letizia Moratti che dal 2010 ha formato 40mila lavoratori in 20 Paesi
La Regione ha aderito al progetto Thamm, finanziato dall’Ue con 8,6 mln destinati ad attività di formazione in Tunisia e Marocco col fine di portare nuovi lavoratori qualificati alle imprese nazionali. In partenza da gennaio 2024, il programma porterà nel distretto della meccatronica emiliana 500 dipendenti qualificati in tre anni. L’assessore Colla: “È giunto il momento di affrontare l’inverno demografico della nostra regione guardando fuori dai nostri confini e cercando di attrarre giovani lavoratori anche dal continente africano”
Confindustria Alto Adriatico e l’agenzia per il lavoro di Brugnaro trovano la soluzione per rimediare alle tante ipocrisie della politica italiana. Di fronte alla mancanza ormai epidemica di lavoratori, l’associazione di categoria li forma direttamente in Ghana, e poi li fa arrivare grazie a contratti di lavoro già stipulati. Agrusti: “Altre Confindustrie faranno come noi”
L’assessore veneto allo Sviluppo Economico Roberto Marcato si dice “favorevole a eliminare le barriere per i lavoratori non comunitari, soprattutto specializzati e qualificati: possono risolvere la carenza di manodopera”. E plaude all’iniziativa di Confindustria Alto Adriatico: “Formare le risorse straniere nel loro Paese e poi portarle qui rappresenta un modello innovativo e potenzialmente efficace”. Aggiungendo però: "La vera integrazione passa attraverso il lavoro, la casa e la scuola: altrimenti stiamo parlando di finta accoglienza"
Su questo specifico settore i grandi marchi del lusso non hanno ancora messo le mani (se non in casi eccezionali). Il perché è che "c'è molta offerta", spiega il ceo della toscana Lem. Ma le cose potrebbero cambiare “a causa delle aggregazioni che stanno operando i fondi. Dal 2018 ad oggi hanno fatto sparire 25 aziende dal mercato”. Se andasse avanti così, “anche i brand inizierebbero a fare le loro valutazioni”
"Non c'è da preoccuparsi", secondo il professore alla Ca’ Foscari Stefano Micelli, per le acquisizioni dei francesi delle nostre aziende produttive. “È loro interesse tutelare la qualità e il senso dei mestieri d’arte”. La partita vera si gioca “sull’interessare i (pochi) giovani che abbiamo a queste professioni e sull’innovare". Mentre i marchi italiani del lusso “sono meno competitivi perché piccoli e privi di una struttura ‘a portafoglio’”
Fondata nel 1962 a Cornedo Vicentino, l’azienda specializzata nel tessile produce esclusivamente in Italia. Alla guida la seconda generazione della famiglia Riccardo Peruffo. I risultati finanziari mostrano una crescita costante, nel 2022 i ricavi erano pari a 87,7 mln (+26%), con un Ebitda pari a 18 mln (+13%), e l’Ebit pari a 11,3 (+10%). Dopo 1100 corner multibrand nel mondo e i circa 60 store monomarca, la strategia di espansione comprende l'apertura di un negozio a Madison Avenue e l'esplorazione di nuovi mercati nel Medio Oriente
Secondo il report appena uscito dell'Area Studi Mediobanca, la crescita del giro d’affari aggregato delle principali realtà del Belpaese è stata guidata da un notevole aumento delle vendite all'estero (+7%). Più dinamico il mercato asiatico, in sofferenza il mercato nordamericano. Sulle 175 over 100 mln prese in considerazione, 62 sono diproprietà estera che controlla il 41,6% del fatturato aggregato (il 23% è francese), soprattutto nella fascia lusso. La base produttiva rimane principalmente italiana, con il 76% degli stabilimenti sul suolo nazionale, soprattutto per le aziende di alta gamma (89%)
Che i grandi gruppi francesi potessero vantare un’impressionante collezione di brand lo sapevamo. È più recente, ma altrettanto maturo, l’interesse per le aziende della filiera, con impatti per l’artigianato italiano tutti da capire. L’ultima operazione è di Lvmh, che ha acquisito nel vicentino un’azienda che si occupa di lavorazione dei metalli, ma c'è anche Chanel. E a dire il vero pure i marchi italiani si muovono in questo senso. La premessa sembra comune: salvaguardare l'artigianalità. Mentre qualcuno si preoccupa per una "espropriazione del nostro know how"
Tra ’19 e ’23 l’Emilia-Romagna perde quasi 22 mila abitanti, ma il saldo negativo per lo 0,49% è comunque migliore rispetto a quello del Nordest (-0,6%) e dell’Italia (-1,37%). L’Emilia è zavorrata dal -1,81% di Ferrara, mentre grazie alla boccata d’ossigeno data dal +0,71% di Rimini la Romagna limita il calo (-0,36%). Spiega il demografo e statistico Gianluigi Bovini: “Lo sviluppo sociale ed economico, quindi anche demografico, tende a concentrarsi lungo l’asse della via Emilia: va portato anche a territori più eccentrici. Ma abbiamo di fronte sfide che non sono circoscritte solo alla regione o all’Italia: stanno diventando mondiali"
Secondo le previsioni dell’Istat, tra il 2022 e il 2042 il Veneto perderà 460mila persone in età di lavoro, quasi quante la Lombardia e il doppio dell’Emilia-Romagna. “Questo perché in Veneto l’immigrazione è ancora bassa rispetto alle regioni vicine”, spiega il professore di Demografia dell’Università di Padova, Gianpiero Della Zuanna. “In più il Veneto ha una collocazione nella catena del valore più bassa. Per trattenere e attrarre giovani dovrebbe invece puntare su industrie e servizi con maggiori margini di profitto e ad alto contenuto tecnologico”
Le proiezioni demografiche al 2042 dell’Istat disegnano un’Italia che perde 3 mln di abitanti in totale, con 4,5 mln di anziani in più e 7,5 mln di under 65 in meno. Solo Emilia e Lombardia cresceranno grazie soprattutto alla capacità di attrarre stranieri e abitanti da altre regioni. Il Veneto sarà ancora più vecchio e in declino, Belluno e Rovigo lande disabitate
Secondo i dati Istat la “locomotiva” d'Italia mostra segni di declino demografico, con una diminuzione complessiva di 34.324 abitanti dal 2019 al 2023. Milano è la città più colpita, che passa da 3.250.077 a 3.228.006 residenti (nella sola area comunale la flessione è del 2,6%). Al secondo posto Varese, con un calo di 5.354 unità (-0,6%) e poi Pavia, con 5.311 residenti in meno (-0,9%). Bergamo, terza in Regione per popolosità, rimane stabile, passando da 1.107.159 a 1.106.303 abitanti (-856, -0,07%). A crescere solo Brescia (+0,23%), Monza e Brianza (+0,71%), e Lodi (+0,52%)
Tra 2019 e 2023 la popolazione regionale è calata dello 0,72% (-35mila abitanti), con segni di rallentamento più evidenti nelle aree marginali come Belluno (-2%) e Rovigo (-2,3%). In calo anche le province più industrializzate, ad eccezione di Verona (+2,8mila residenti) grazie alla crescita dei comuni dell’hinterland. Pesa il mancato sviluppo delle infrastrutture, con Vicenza, Padova e Venezia che attendono ancora la Tav verso Milano, opera essenziale per contribuire alla competitività del territorio. Conferma il demografo Della Zuanna: “In Veneto si paga la mancanza di un sistema di servizi pubblici sul ferro degni di questo nome”
L’oro, metallo prezioso ancora oggi insostituibile, utilizzato non solo per ornamenti, ma anche in tecnologie avanzate, come vetri per cockpit e componenti di cellulari. Ancora oggi, nel 2022 e 2023, le banche centrali ne hanno aumentato l’acquisto (1130 e 1200 tonnellate) come difesa dall'inflazione e per la crescente sfiducia nelle valute. Ne abbiamo parlato con il professore Alessandro Giraudo, esperto di geopolitica delle materie prime: “Nei cellulari ne abbiamo una media di 2 grammi a dispositivo. In ottobre le quotazioni dell’oro salgono per via del mercato indiano. Durante la festa del Diwali si svolgono molti matrimoni e per le donne indiane l’oro è ancora il miglior ‘fondo pensione’”
Gli imprenditori del settore raccontano di un’onda lunga di crescita che dal post-Covid dura ancora, e fanno previsioni ottimiste anche sul 2024. Con un fattore di possibile preoccupazione: “Il prezzo dell’oro, troppo volatile e ancora su un trend al rialzo”, spiegano Mocellin di Asolo Gold e Marangon di Nanis. Ma non è solo l’alto di gamma a crescere. Bettinardi di Better Silver testimonia che anche la fascia di prezzo più bassa “non ha conosciuto calo dei consumi”. E chiosa: “Speriamo che la guerra in Medio-Oriente non annienti quei mercati, per noi di peso”
Due poli produttivi parecchio frammentati: circa 2.700 aziende in tutto, poco più di 15 mila addetti. Una storia che, nel caso di quello di Arezzo, può essere retrodatata fino agli etruschi. Eppure, due distretti vivi ancora oggi. A Valenza (AL), nell’abitazione del primo orefice che questo territorio ha avuto, Bulgari ha deciso di spostare un suo polo produttivo, diventato poi il più importante della maison. E sempre nel comune alessandrino di appena 20 mila abitanti è nata, cento anni fa, Damiani. Mentre oggi ci investe anche la proprietà svizzera di Cartier, che a breve aprirà uno stabilimento
La manifestazione, giunta alla sua 70esima edizione, è l’espressione di un distretto dalla storia ultracentenaria, con radici in epoca romana e longobarda e fiorito a partire dal ‘300. Specializzate in gioielli d’alta gamma, oggi le aziende vicentine producono un fatturato di 3 mld di euro, generato per il 50% dalle esportazioni. E solo nei primi nove mesi del ’23 l’export è cresciuto del 2,7%. La vocazione sempre più internazionale si denota anche nella fiera, con un +34% di visite straniere tra il 2017 e il 2023. E anche nell’edizione 2024 attualmente in corso il 40% dei 1.500 brand presenti sono esteri
Nata nel 2009, Famiglie Storiche è una realtà che raggruppa oggi 13 aziende al 100% a conduzione familiare impegnate a raccontare l’Amarone secondo il denominatore comune della qualità. Dal 2015 la società era entrata in un conflitto, risolto solo l’anno scorso, con il Consorzio della Valpolicella a causa dell’utilizzo della Docg. “Essendo un’associazione privata non potevamo includere il riferimento al marchio nella nostra denominazione”, spiega il presidente Tommasi. Sulle sfide del gruppo, “vogliamo dimostrare che l’Amarone è un vino contemporaneo e versatile. L’ambizione è di farlo rientrare tra i fine wines internazionali”
La situazione dell'anno appena concluso non preoccupa però i produttori, almeno stando a quanto dichiarato dal presidente dell’associazione Famiglie Storiche Pierangelo Tommasi: “Andiamo di pari passo con l’andamento del mercato del vino in tutto il mondo”. I dati precisi per il ’23 saranno resi noti in occasione dell’evento Amarone Opera Prima di inizio febbraio. Intanto il ’22 aveva registrato una crescita a valore del 4% a circa 360 mln, ma un calo dei volumi pari al 7,2%. E per il '24 “avremo numeri indicativi della reale condizione del mercato dopo i primi sei mesi”
Questa eccellenza enologica ha radici profonde nella storia e nella tradizione venete, attraverso decenni di coltivazione della vite e raffinamento delle tecniche di vinificazione. La sua origine sembra poter essere attribuita a una botte di Recioto dimenticata casualmente in una cantina nel 1936. Da qui l’epiteto “scapà”, che tradotto dal dialetto veronese significa “scappato”, “dimenticato”. Ne abbiamo parlato con il sommelier Paolo Baraldi: “Oggi si producono delle versioni secche e di grandissima eleganza. La sfida è la sempre maggiore bevibilità"
Dopo tre citazioni in tribunale, continua il conflitto tra la famiglia Boscaini (che possiede il 73% del gruppo vitivinicolo) e il patron di Otb che ha il 10% delle quote. Si attenderà l’8 maggio per la data della prima udienza al tribunale di Verona. Intanto nel Gruppo Allegrini i cugini rappresentanti della settima generazione (col 57% delle quote) hanno messo in minoranza la zia, icona della storica cantina per quarant’anni. Già pronti per la Lady dell’Amarone nuovi piani sempre in Valpolicella con il rafforzamento di Villa della Torre
Ex leader del metalmeccanici della Cisl, Bentivogli è un esperto di politiche di innovazione dell’industria e del lavoro che ritiene si debba avviare una riflessione sul lavoro a 360 gradi. “La settimana corta? Sarà una positiva fase sperimentale di orari meno rigidi e più a misura della persona. Ma a frenare sono le aziende mediamente troppo piccole in Italia e che hanno costi altissimi. Servono politiche che incentivino la crescita sopra i 15 dipendenti”
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