I progetti approvati prevedono complessivamente mille destinatari, di cui 850 ristretti nei 10 Istituti penitenziari dell’Emilia-Romagna, i restanti 150 in carico agli Uffici di Esecuzione Penale Esterna. L'assessore al Lavoro Colla: "Questi interventi sostengono l’inclusione attiva delle persone, promuove le pari opportunità e la non discriminazione"
Una strategia di difesa comune per l’emergenza flavescenza dorata che colpisce vigneti in pianura e in collina in tutte le province dell'Emilia-Romagna. È l’obiettivo emerso della cabina di regia istituita dalla Regione per affrontare questa patologia della vite che si è diffusa in numerosi fo...
Adesso seguirà il progetto esecutivo prima dell'avvio dei lavori, previsto entro l'estate 2023. Gli interventi programmati sono la sostituzione di 9 telecamere interne, il ripristino dei bagni esterni per il pubblico, la realizzazione di un cancello nel parcheggio ospiti, la messa a norma delle lampade di emergenza nelle vie di esodo e dell'impianto di rilevazione incendi
Oggi si sarebbe dovuto tenere un incontro al tavolo istituzionale della Regione per parlare del futuro dello stabilimento, ma ieri è arrivata la comunicazione dell'azienda, informando che non avrebbe partecipato rinviando il tutto a un'altra data (intorno alla metà di dicembre). I sindacati in una nota: "I lavoratori rispondono con un'ora di sciopero nella giornata di oggi"
L’asse Bologna-Roma si fa bollente. Elly Schlein ha annunciato la sua corsa alla guida del Pd. L'ex vicepresidente dell'Emilia-Romagna potrebbe affrontare l’attuale numero uno della Regione Bonaccini, inviso dai vertici del partito perchè vicino al mondo renziano, riformista, pragmatico e attento alle esigenze delle imprese. Al contrario, Schlein, rappresenterebbe una candidatura ideologica che strizza gli occhi al Movimento di Conte. In questa diatriba esulta Renzi, che con Schlein, non vedrebbe concorrenza al centro
L’eventuale vittoria in Lombardia dell’ex sindaca di Milano ridurrebbe Salvini in cenere e costringerebbe il Pd a scegliere tra massimalismo e riformismo. I destini dei governatori del Veneto e dell’Emilia sono legati a doppio filo con l’esito di una battaglia che, se vinta da Renzi e dai suoi, cambierebbe i connotati della politica italiana. Passando così dalla Seconda Repubblica del bipolarismo alla Terza Repubblica del tripolarismo
Si sta tenendo in questi giorni il meeting tra la delegazione emiliana (con a capo Bonaccini) e quella tedesca a Wiesbaden, in Assia. La missione, a distanza di trent'anni dalla firma del Protocollo d'Intesa tra i due territori, avrà come obiettivo la discussione di temi come la cyber sicurezza, la digitalizzazione, l'energia e la guerra in Ucraina. Al tavolo anche Francia, Turchia e Polonia
L’ex premier ha le idee abbastanza chiare: “Moratti dovrebbe essere la candidata del centrosinistra”. Intanto Calenda apre al Pd e propone due nomi: Moratti e Cottarelli. Dal Pd invece un appoggio all’ex sindaca sembra improbabile, mentre si fa strada l’ipotesi di candidare l’ex economista che ora è anche un senatore dem. Lui: “Ad una candidatura ci penserei, ma deve esserci una coalizione ampia”
Il titolare di via della Stamperia ha convocato oggi i presidenti di Veneto, Lombardia ed Emilia. Nelle intenzioni del ministro, in queste settimane ci sarà un vero conclave: sentirà tutte le Regioni ma anche le Province e i Comuni. Calderoli: "L'autonomia è un vantaggio". Zaia: "Nelle prossime settimane ci saranno già dei provvedimenti che dovrebbero essere redatti"
L’ex sindaca di Milano rompe il silenzio degli ultimi giorni, in cui aveva aspettato la formazione del governo Meloni. Moratti se ne è andata usando parole pesanti, che lasciano intuire quello che da mesi era diventato il tormentone: una sua candidatura alla guida della Regione. E proprio di una possibile corsa di Moratti per le Regionali con il supporto del Terzo Polo si è parlato da mesi. Calenda: “Sono certo che in futuro potrà dare un contributo positivo nella politica regionale o nazionale”
Il mandato da segretario comincia l'8 novembre ed oggi, Canessa, ha incontrato la sindaca Tarasconi per parlare delle priorità all'interno dell'agenda dell'Amministrazione. Sul tavolo: tutela del territorio e valorizzazione degli spazi pubblici. Il nuovo incaricato vanta una lunga esperienza nei vertici delle amministrazioni pubbliche e degli enti locali
Massimo Bitonci e Andrea Ostellari hanno ottenuto la carica di sottosegretario al Mise, per il primo, e alla Giustizia per il secondo. I due esponenti padovani compongono in Veneto il triumvirato salviniano insieme al commissario regionale Alberto Stefani. Per Bitonci non è la prima volta, aveva già ricoperto lo stesso incarico nel governo giallo-verde. Invece a Ostellari ha avuto già esperienza di giustizia nella scorsa legislatura presiedendo la Commissione Giustizia al Senato
Il governo Meloni sceglie Vittorio Sgarbi come nuovo sottosegretario alla cultura, carica che aveva già ricoperto tra il 2001 e il 2002. L’incarico prevede le deleghe sul patrimonio artistico. La parola chiave della cultura è conservazione. Gli auguri del sindaco Lepore anche ai bolognesi Bignami e Borgonzoni, rispettivamente viceministro alle Infrastrutture e sottosegretaria alla Cultura
Primo strappo tra la "Lega per Salvini premier" e il “Comitato Nord”, la corrente autonomista lanciata all’indomani delle elezioni per iniziativa di Bossi. La segreteria della Lega ha diffidato il Comitato chiedendo di cessare la promozione tra i propri iscritti e l’uso dei simboli del partito. Il tesoriere della Lega Centemero ha addirittura inviato una segnalazione al garante della privacy per sospetta violazione da parte del comitato dei dati personali degli iscritti
Il leader della Lega per poter riconfermare Fontana come candidato alle prossime elezioni regionali e per scongiurare il fuoco amico dall’assessora Moratti offrirebbe un nuovo ruolo all’ex sindaca di Milano. I dettagli dell’incontro non emergono. Rimane il mistero anche per evitare fughe di notizie. Ma la partita non sembra chiusa, quello che trapela è che Moratti stia valutando l’offerta di Salvini
Che cosa avrà scritto Zaia in questo libro destinato a far discutere per il solo fatto che venga pubblicato? Le ipotesi sono molte. Sarà un manifesto politico per un nuovo movimento autonomista? L’idea è resa plausibile dai malumori interni alla Lega sul territorio. Ma potrebbe anche essere il modo per riappacificarsi con Salvini o il testamento di un uomo che alla fine del suo mandato dovrà lasciare il Veneto
Dopo le dimissioni di Schlein, nominata la nuova vicepresidente della Giunta, esponente del Pd e già sindaca di Calderara di Reno (Bo). Aggiungerà alle sue deleghe anche "Transazione ecologica e contrasto al cambiamento climatico". Fra i nuovi assessori, Taruffi per Welfare e Politiche giovanili, Lori si occuperà anche di politiche abitative. A Calvano assegnati i Rapporti con la Ue, a Colla si aggiungono le Relazioni internazionali
La neo-deputata eletta del Pd ha lasciato oggi l’incarico da vicepresidente e assessore al contrasto alle disuguaglianze e transizione ecologica che ricopriva nella giunta guidata da Bonaccini. La nomina prevede di lavorare su un pacchetto deleghe che include aspetti quali welfare, politiche abitative e giovanili, relazioni internazionali, patto per il clima, rapporti con l’Ue
Della squadra di governo capitanata da Giorgia Meloni sono due le emiliano-romagnole che assumeranno degli incarichi ministeriali. La forzista e volto storica della politica bolognese Anna Maria Bernini sarà la titolare dell’Università. Il Ministero alla Famiglia è andato invece alla deputata di Fdi Eugenia Roccella
I dem cercano il loro nuovo segretario e c'è chi punta sul governatore dell’Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini. Confortato da sondaggi che lo danno in testa nelle preferenze degli elettori dem, il governatore bacchetta duramente la destra e dà lezioni a sinistra. "Le parole di Berlusconi sono inenarrabili ma il Pd deve fare un'opposizione seria e costruttiva". E sulle primarie: "Quando sarà il momento deciderò cosa fare"
Per SWG Bonaccini e Schlein si contendono il primo posto per pochi punti, mentre ieri Demos & Pi li dava distanti. Amendola, Provenzano, Decaro e Nardella seguono i due emiliani. Intanto i dem si spaccano sul tema delle alleanze evidenziando diverse correnti di pensiero e una direzione del partito tutta da definire. Attesa in settimana la candidatura di Bonaccini
La crisi interna del partito riguarda anche la possibile “rifondazione democratica” con uno statuto rinnovato e una identità più definita. Secondo il sondaggio commissionato da Repubblica il 46% degli elettori dem ritiene necessario cambiare il nome del partito assieme allo statuto. Bonaccini sembra essere considerato il segretario ideale
Il presidente dell'Emilia-Romagna ha detto nella trasmissione Porta a Porta, che andrà in onda questa sera, di non essere ancora candidato alla segreteria del Pd, "ma deciderò la prossima settimana". Di sicuro potrebbe contare sul consenso di Vincenzo De Luca e della corrente dem Base riformista. Ma anche di un pezzo di Pd di cui fanno parte i maggiori amministratori locali. Sarà da vedere poi come si comporterà al sua vice Elly Schlein
Oggi, 10 ottobre, il segretario di Azione lombardo dice no: alle primarie, ai cinque stelle e a Letizia Moratti. Un muro quello alzato dall'esponente del Terzo Polo sul campo largo per le regionali in Lombardia di primavera chiesto a gran voce dal Pd regionale. Carretta: "Siamo al lavoro per una proposta di rinnovamento della Lombardia, ma deve essere una proposta riformista e coerente con il lavoro che stiamo facendo a livello nazionale. Non può essere un ammasso confuso di più sigle ‘contro qualcosa'"
L'incontro odierno organizzato da viale Aldo Moro in tema di opportunità europee per il rilancio della regione ha ribadito una certezza: la collaborazione tra uno dei territori più virtuosi del continente e Bruxelles resta cruciale. "Per costruire l'Emilia-Romagna dell'innovazione, della transizione ecologica e digitale, dei giovani e del lavoro", infatti, per Bonaccini saranno fondamentali i fondi dell'Ue
La costola nostalgica del Carroccio si è riunita oggi al Pirellone, mentre da Roma era in corso il secondo Consiglio federale dopo la debacle delle elezioni. Grimoldi, il portavoce del movimento interno fondato da Umberto Bossi: "La Lega è nata al Nord con istanze sulla questione settentrionale, l'autonomia e il federalismo: il dna della Lega è questo e non si può modificare da un giorno all'altro". E su Salvini: "Ha creato una Lega di nominati"
Al Pirellone il clima si fa tesissimo. Fontana ha convocato per questa sera la sua vice Moratti per chiederle spiegazione sulle parole dette ieri su Rai 3. “È chiaro che se intende partecipare ad un’avventura diversa dalla nostra non potrà continuare più ad amministrare al nostro fianco”, ha spiegato. Il caso “elezioni Lombardia” è il primo nodo da sciogliere per l’alleanza del centrodestra al governo. Meloni prende tempo e studia gli equilibri nella coalizione
A Roma e Milano non li vogliono. Ma dentro il Pd cresce la voglia di Bonaccini e Bobo Maroni esce allo scoperto: “Zaia segretario”. E se il governatore veneto mantiene un basso profilo ribadendo che il suo posto non è a Roma, è significativo che un esponente storico del Carroccio – e con lui probabilmente altri militanti – lo indichi come il profilo ideale per una rinascita. Intanto Bonaccini si dimostra impegnato e presente. E preme sulla necessità del congresso: “Il tempo è adesso. Io parteciperò”
Il terremoto causato dalle elezioni apre a nuovi scenari. La convergenza Meloni-Calenda che si potrebbe realizzare in Lombardia potrebbe essere più ampia. Con la Lega in crisi profonda, Salvini cerca di negoziare un ruolo di spicco. Meloni potrebbe lasciarlo fuori e aprire al Terzo Polo, rivendicando così il profilo da moderata e filoeuropeista che tanto cerca? E in quel caso i parlamentari leghisti potrebbero decidersi a far saltare il loro leader pur di restare nell'esecutivo?
Tutto come previsto. La debacle della Lega provoca un terremoto nelle due regioni chiave del Nord. E ad avere in mano il pallino per le prossime regionali è ora Meloni. In Veneto si scalda a bordo campo Elena Donazzan, la recordwoman di preferenze che ammette “Fare il presidente della Regione è sempre stato il mio sogno”. Mentre in Lombardia diventa più realistica l’ipotesi Moratti, che con una sua lista avrebbe l’appoggio di FdI ma forse anche di Calenda
I malumori della fronda nordista per lo scarso risultato della Lega a trazione salviniana iniziano a venire a galla in modo prepotente. Bossi non è stato eletto. Maroni e Castelli, ex esponenti di spicco della vecchia Lega Nord scaricano Salvini. In Lombardia e in Veneto il disagio verso il leader dilaga. Grimoldi, ex segretario del Carroccio lombardo: "Da oggi raccogliamo le adesioni per la convocazione del nostro congresso. Vogliamo democrazia". Il governatore Fontana: "Salvini non è a rischio". Oggi pomeriggio un Consiglio decisivo
Nel capoluogo lombardo, tre collegi uninominali su quattro sono andati al centrosinistra. Una sola affermazione per il centrodestra. Ma il sindaco Sala (Pd) non gioisce per la sconfitta a livello nazionale: "Non siamo la coalizione delle Ztl, siamo andati bene anche oltre la circonvallazione cittadina. Ma per noi sarebbe meglio avere un governo". La segretaria milanese Roggiani (Pd): “Rispetto alle comunali 2021, il Pd ha aumentato i voti”
Giorgia Meloni può dettare l'agenda politica dei prossimi cinque anni anche in Lombardia. Dopo il fallimento elettorale di Salvini in regione, la candidatura naturale di Fontana è messa in discussione. Moratti potrebbe essere la candidata di Fdi. Intanto, spunta l'idea Giorgetti, un nome che farebbe rinviare un eventuale resa dei conti nel Carroccio. Sempre che non sia proprio l'ex ministro dello Sviluppo a mettere in minoranza il leader al Consiglio federale
Non è bastato mostrarsi come il prototipo dell’uomo del fare, organizzare incontri sfarzosi sul Canal Grande, oppure andare ai comizi elettorali in elicottero. Il sogno di volare a Roma dalla Laguna come Berlusconi è infranto. La lista Noi Moderati non ha raggiunto la soglia del 3% e nemmeno quella dell’1%, che consentiva di spalmare i voti a favore dell’intera coalizione. Brugnaro: "Amarezza e delusione per i risultati. Ma sarà per noi un punto di partenza"
Il Veneto non è più leghista. Una storia politica che dura da decenni spazzati via in una notte. Sul territorio, il Carroccio è il terzo partito. Per alcuni esponenti è “cronaca di un disastro già annunciato”. Marcato, assessore e vicinissimo a Zaia: “Un tracollo di consensi, ci si assuma la responsabilità”. Zaia: "Innegabile che il risultato sia deludente. Ora analisi delle cause, serve un chiarimento"
Progressista, femminista, ecologista: la vice presidente regionale Elly Schlein è stata eletta alla Camera nel collegio di Bologna in cui era capolista indipendente nel listino proporzionale. Ma la sua ascesa potrebbe presto prendere una strada differente: si pensa anche a lei per il segretariato del Pd, che rimarrà vacante dopo l’annuncio di Letta di non ricandidarsi al prossimo congresso in primavera
L'Emilia ha visto il centrodestra portarsi a casa il 39% di preferenze. A nulla sembra essere servito l’impegno del governatore in campagna elettorale. Eppure la sconfitta del partito può portare al via libera per la segreteria del Nazareno. Pochi commenti dopo l'esito delle elezioni: "Non è il momento di discutere sui nomi, ma sui contenuti. Il congresso? Un'occasione per discutere di quale identità e quale profilo si vuole dare il Pd"
Il centrodestra vola oltre il 44% e vince le elezioni. Giorgia Meloni protagonista ma non sfonda il muro del 30%, mentre Forza Italia stupisce con quasi l’8% e potrebbe imprimere un profilo moderato al nuovo governo. Crollo della Lega di Salvini che in Veneto sta sotto il 15%. Meloni verso Palazzo Chigi ma avrà bisogno di un contrappeso. E chi altro se non Mario Draghi?
Il candidato Antonio Misiani porta a casa il 38,8%, mentre l'esponente del centrodestra, Maria Cristina Cantù, si ferma al 33,6%. Uno scarto non troppo ampio, complice forse la presenza del candidato Ivan Scalfarotto del Terzo Polo, che ha raccolto oltre il 16% di voti. Quello di Milano è centro è uno dei pochi collegi in Italia che va al centrosinistra
Tosi anche se un po' in sordina poteva essere la carta che Matteo Salvini avrebbe potuto schierare in previsioni delle regionali per contrastare l'egemonia di Zaia in Veneto. Tuttavia, dopo questa nottata elettorale la leadership di Salvini sembra essere stata compromessa. Ma Forza Italia grazie a lui fa meglio rispetto alle altre province venete attestandosi al 9%
E' un FdI pigliatutto, seguita a lunghissima distanza dalla Lega. Una classifica completamente ribaltata rispetto a quella delle elezioni del 2018. Come se non bastasse, anche i numeri del Pd in Veneto contribuiscono ad alimentare una notte da incubo per il Carroccio: i dem sono secondo partito. Delude invece Calenda: 8%. Nella Lega alcuni esponenti veneto parlano già di cambio di passo, l'assessore Bottacin: "Non siamo più credibili"
Nemmeno Bonaccini, sembra essere riuscito a fermare il crollo provocato dalle scelte di Enrico Letta a livello nazionale. Il partito di Letta ottiene in Senato il 27,8%, non sufficiente per battere il 38,9% raggiunto dalla coalizione di centrodestra. Per la Camera, invece, il partito con sede al Nazareno supera il 28% e traina la coalizione al 35,9%. E si apre così la corsa per la segreteria
In molti giudicheranno pericoloso questo risultato elettorale nazionale per la vittoria di Giorgia Meloni che non è ben vista a Bruxelles. Ma la vera preoccupazione dovrebbe invece riguardare quello che è successo nel Sud. Se infatti il Nord, con la sconfitta di Salvini a favore di Zaia e Giorgetti e con un Bonaccini comunque in buona salute, ne esce bene, la debordante vittoria dei Cinquestelle nel Mezzogiorno rischia di portare a una nuova ondata di assistenzialismo che ci allontanerebbe, anche questa, dall’Europa
I risultati di queste politiche segnano un cambio di passo in Lombardia. Dopo quasi trent'anni di forzaleghismo il centrodestra domina a traino Fratelli d'Italia (che raccoglie il 28%). Salvini non supera il 14%, Forza Italia contro le previsioni raggiunge l'8%. Superata dal Terzo Polo che arriva al 9,7%. Pd al 18,9%. Cambiano gli equilibri in vista delle regionali: il pallino in mano ce l'ha Meloni, e così più che Fontana la candidata più accreditata è la sua vice
Il centrodestra vola oltre il 44% e vince le elezioni. Giorgia Meloni protagonista ma non sfonda il muro del 30%, mentre Forza Italia stupisce con quasi l’8% e potrebbe imprimere un profilo moderato al nuovo governo. Crollo della Lega di Salvini che sta sotto il 10% e in Veneto e Lombardia sotto il 15%. In Emilia centrosinistra prosciugato da Calenda e 5 stelle. Meloni verso Palazzo Chigi ma avrà bisogno di un contrappeso. Chi altro se non Draghi?
Nella città ducale vince il centrodestra, con Laura Cavandoli con il 42,9% delle preferenze, contro il 31,6% del candidato di centrosinistra Vanolli per la Camera dei Deputati. Per il Senato ha vinto Elena Murelli, candidata del centrodestra, che ha prevalso con il 45,4%, contro il 31% di Giuseppe Negri del centrosinistra. Ha votato il 70,31% degli elettori, il 4,7% in meno delle precedenti politiche
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