Nominato solo lo scorso 22 febbraio come sostituto di Carlo Parmeggiani, Zulin vantava già esperienze come vicedirettore del quotidiano 'Libero'. Un personaggio definito "pop", che non ha mai nascosto riferimenti a posizioni grintose, quasi salviniane. A lui i ringraziamenti di Zaia, in una nota rilasciata da Palazzo Balbi: "Gli faccio un grande in bocca al lupo per i suoi nuovi percorsi professionali"
Il premier Mario Draghi si dimette in Consiglio dei ministri consegnando le sorti di questa legislatura al presidente Sergio Mattarella. Che, però, annuncia poco dopo di non accogliere le dimissioni: "Si presenti in Parlamento per una valutazione della situazione". La partita è ancora aperta e tutta da giocare
Marco Perini, commercialista, è stato nominato vicesindaco; si occuperà di bilancio e personale. La neoeletta sindaca della città emiliana terrà per sé, invece, le deleghe a sicurezza, sanità e sviluppo economico. Gli altri assessori sono: Nicoletta Corvi, Mario Dadati, Adriana Fantini, Christian Fiazza, Matteo Bongiorni, Serena Groppelli, Simone Fornasari, Francesco Brianzi
La votazione quasi all’unanimità porta a conclusione, dopo 4 anni di lavori, l’indagine conoscitiva sulle autonomie differenziate. La presidente della Commissione Corda: “Prodotto un documento corposo e prezioso che sintetizza le posizioni dei due rami del Parlamento”. Nel corso dei lavori erano stati auditi i governatori interessati di Emilia, Lombardia e Veneto
La votazione quasi all’unanimità porta a conclusione, dopo 4 anni di lavori, l’indagine conoscitiva sulle autonomie differenziate. La presidente della Commissione Corda: “Prodotto un documento corposo e prezioso che sintetizza le posizioni dei due rami del Parlamento”. Nel corso dei lavori erano stati auditi i governatori interessati di Emilia, Lombardia e Veneto
Presentata ufficialmente la nuova giunta che accompagnerà le scelte del Sindaco di Parma Michele Guerra nei prossimi cinque anni. Vicesindaco sarà Lorenzo Lavagetto, il più votato della lista del Partito Democratico. Di Effetto Parma rimane Marco Bosi, già assessore nella giunta Pizzarotti. Esclusi a sorpresa i consiglieri eletti nella lista civica del sindaco
La lettera scritta dalla base leghista lombarda e fatta recapitare nella sede del Carroccio è una missiva accusatoria nei confronti di Salvini e della sua leadership. I militanti lombardi invocano i congressi e reclamano l'autonomia del Nord. Alcuni sindaci non si dicono preoccupati, altri invece si uniscono alle richieste dei militanti. Il segretario è davvero a rischio? Ha con sé una cospicua corte dei fedelissimi, ma se in Lombardia la fiducia inizia a scricchiolare la situazione è davvero problematica
È un Beppe Sala scatenato quello che oggi, a un evento in Stazione centrale a Milano, ha lanciato bordate un po’ su tutto ciò che sta a cuore al Pd, tanto da far pensare che anche lui voglia contribuire ai problemi del segretario dem. Il sindaco di Milano: "Il campo largo di fatto non esiste e io lo dico da tanto tempo, è evidente. E i 9 milioni stanziati dal Governo per la crisi siccità sono troppo pochi"
L’intervista del sindaco di Brescia che ipotizza sinergie con Verona in virtù della tessera di partito di Tommasi non va presa troppo sul serio. A ostacolare il rapporto lombardo-veneto è il terrore di Zaia che la Lega lombarda possa interferire con le politiche nella sua regione. Al massimo se a Vicenza vincesse il centrosinistra, qualcosa potrebbe muoversi in Agsm Aim. La deludente esperienza di Bergamo-Brescia capitale italiana della cultura
La Lega fa quadrato intorno ad Attilio Fontana mandando l'ennesimo segnale agli alleati del centrodestra e a Letizia Moratti. Sui tempi per il via libera degli alleati, il coordinatore regionale della Lega Cecchetti assicura che “saranno brevi: sia Daniela Santanché che Licia Ronzulli non hanno avuto dubbi su Fontana". Ma pesa ancora il mancato passo indietro di Moratti, l’incastro con le ricandidature di altri governatori (su tutta quella di Musumeci in Sicilia) e un vertice con gli alleati per il momento non in agenda
Dalla classifica del Governance poll 2022 di Noto Sondaggi per il Sole 24 Ore, che indaga il consenso ai governatori e ai primi cittadini, emerge come sia di nuovo Luca Zaia il governatore con più popolare (ma cala di quattro punti anno su anno). Seguono Massimiliano Fedriga (Fvg) e Stefano Bonaccini (Emilia-Romagna). Fronte sindaci, il più apprezzato è il primo cittadino di Venezia (con un +10% sul '21). Beppe Sala cresce nei consensi ma rimane ai piedi del podio, seguito da Matteo Lepore
Dalla classifica del Governance poll 2022 di Noto Sondaggi per il Sole 24 Ore, che indaga il consenso ai governatori e ai primi cittadini, emerge come sia di nuovo Luca Zaia il governatore con più popolare (ma cala di quattro punti anno su anno). Seguono Massimiliano Fedriga (Fvg) e Stefano Bonaccini (Emilia-Romagna). Fronte sindaci, il più apprezzato è il primo cittadino di Venezia (con un +10% sul '21). Beppe Sala cresce nei consensi ma rimane ai piedi del podio, seguito da Matteo Lepore
Nel Palazzo Comunale del capoluogo emiliano si è tenuto lo scambio di consegne tra sindaca appena eletta e quella uscente. Non è stata rilasciata nessuna anticipazione sulla composizione della Giunta, che arriverà in tempi brevi. Tarasconi resterà in consiglio per esprimere un'opposizione costruttiva. In alto in foto Katia Tarasconi (a sinistra) e Patrizia Barbieri (a destra)
Il Movimento 5 Stelle di Reggio Emilia e Correggio si oppone al progetto per il grande impianto di Silk Faw Automotive Group Italy srl. Per Giancarlo Setti e per Paola Soragna si tratta di una "falsa opportunità" di sviluppo e di una "minaccia all'emergenza idrica locale", stante la quantità d'acqua necessaria per la produzione delle automobili in programma
Un Fontana debolissimo, uno Zaia sulla via d’uscita da Palazzo Balbi e sonoramente sconfitto da Tosi a Verona e una Meloni interessata più al Lazio che alle regioni del Nord potrebbero portare il centrodestra a cercare una soluzione vincente nel suo passato. Se invece restasse fermo e fosse contrapposto ad un candidato avversario del calibro di Tabacci, potrebbe perdere perfino la Lombardia
Dietro le tre grandi vittorie a Verona, Padova e Parma c'è il lavoro di chi e ha seguito la campagna elettoriale: Giovanni Diamanti & Co, co-fondatore di Quorum e YouTrend. Diamanti: "La differenza la fanno i candidati: sia in caso di vittoria che di sconfitta. Non ci sono modelli o regole da seguire, bisogna basarsi sui valori del candidato e sugli scenari. E non fare errori"
Dopo i ballottaggi, con risultati non soddisfacenti per il centrodestra, in Lombardia implode il caso Fontana-Moratti. La vicepresidente si candida per le Regionali del 2023. Il governatore definisce l'operazione "strana" e Salvini corre a Milano per blindare il candidato della Lega. E il Carroccio diffonde una nota in cui conferma che “Fontana è il candidato naturale”
La sconfitta a Verona ha scaturito riflessioni e attacchi da parte degli esponenti del centrodestra veneto e nazionale. Roberto Marcato: "Reazione sbagliata alla sconfitta: ognuno vuole difendere il proprio orticello". Flavio Tosi attacca Zaia: "Mi ha sbattuto la porta in faccia". Nel frattempo, esulta Fedriga: dopo Trieste, Pordenone e Monfalcone, anche Gorizia rimane nelle mani del centrodestra
Dopo Bologna, Rimini e Ravenna vinti al primo turno nelle passate elezioni di ottobre, il centrosinistra conquista anche Piacenza, Parma e Riccione. Non si tratta di un dato scontato, perché in tutti e tre i Comuni il Pd era all'opposizione. A contribuire alla disfatta del centrodestra anche le liti fra Giorgia Meloni e Matteo Salvini in campagna elettorale. Bonaccini soddisfatto: "In E-R le coalizioni non si fanno a tavolino, ma solo sui programmi condivisi. Per non prendere in giro gli elettori"
Per un migliaio di voti la città passa sotto l'ala del Pd di Paolo Pilotto, dopo aver combattuto la sfida per eccellenza: centrodestra contro centrosinistra schierati per il capoluogo lombardo, dopo un primo turno che si era chiuso con Allevi al 47% e Pilotto al 40%. Così il sindaco uscente Allevi manca l'obiettivo del doppio mandato
Si scrive Comunali di Gorizia, ma si legge test per le Regionali 2023 e il ruolo del governatore Massimiliano Fedriga. Rodolfo Ziberna, sindaco uscente, sostenuto da una coalizione di centrodestra vince con il 52% delle preferenze contro l'ex senatrice Pd Lura Fasiolo che ottiene il 48%
Non finiscono le sorprese per il capoluogo lombardo. Dopo che il centrodestra di Molteni era stato eliminato dai giochi per appena 103 voti, si era affermato l'importante vantaggio del centrosinistra guidato da Barbara Minghetti su Rapinese. Complici i voti del centrodestra però, i ballottaggi si stanno avviando a chiusura con un vantaggio netto per la lista civica, che per il momento è al 55%
Il centrodestra perde una roccaforte nella “rossa” Emilia-Romagna. La sindaca uscente Patrizia Barbieri, appoggiata da Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia, si è fermata al 46,54% dei voti. Bocciatura da parte dei piacentini, che le hanno preferito la candidata di PD e Azione, eletta con il 53,46% dei voti. Affluenza al 42,18%
Dopo 15 anni torna a Verona un sindaco di centrosinistra. Damiano Tommasi, sostenuto da un'ampia coalizione di centrosinistra, conquista la fascia tricolore con il 53,83% delle preferenze. Una sconfitta clamorosa invece quella per il sindaco uscente Federico Sboarina (46%) e del centrodestra del duo Salvini-Meloni, ma soprattutto del governatore veneto Luca Zaia
Nessuna sorpresa nella città ducale. Dopo che il candidato di centrosinistra aveva ‘doppiato’ Vignali al primo turno (44,18% contro 21,25%), il ballottaggio conferma le previsioni della vigilia. Arrivano al 66,19% le preferenze per il candidato sostenuto da PD ed Effetto Parma , al 33,81% quelle per l’ex sindaco. I dem tornano a governare la città per la prima volta dal ‘98
Michele Guerra con il centrosinistra cerca l’ultimo scatto necessario per proseguire l’esperienza iniziata dieci anni fa con Pizzarotti. Il centrodestra, guidato dall’ex sindaco Pietro Vignali va alla ricerca di una rimonta che, numeri alla mano, sarebbe clamorosa. A Piacenza si annuncia una sfida equilibrata tra l'uscente Patrizia Barbieri, sostenuta dal centrodestra e la consigliera regionale Pd Katia Tarasconi
Nessun fuoco d'artificio, una buona dose di fair play e una stretta di mano finale tra Damiano Tommasi e Federico Sboarina, nell'unico faccia a faccia in vista del ballottaggio a Verona, andato in scena oggi sul sito del quotidiano L'Arena. Sboarina più a suo agio sulle questioni amministrative. Rivendica poi il carattere strategico dei progetti in corso. Tommasi punta sulla necessità di rendere Verona "una città più aperta"
Anche Bonaccini presente oggi, nell'ufficio di via della Stamperia: ha confermato la volontà di continuare sulla via dell'autonomia differenziata tracciata dal governo. Disponibile, se fosse necessario, a ridurre ulteriormente il numero di competenze richieste, a partire dalla scuola. Mentre Zaia e Fontana non si smuovono dalla richiesta delle 23 materie. Comunque il documento di Gelmini ha bisogno di "ulteriori limature" e così all'incontro di oggi ne seguiranno di successivi: ancora un nulla di fatto
Francesco Jori, giornalista, è uno dei massimo studiosi del Veneto e del tema dell'autonomia. Dopo l'ennesimo nulla di fatto sul tema, Jori dice la sua su una battaglia politica molto cara al governatore Zaia: "Prima deve passare dal Parlamento e tra il dire e il fare ci sono di mezzo i sette colli, ostacolo ben più infido del più esteso dei mari. E le resistenze non mancano da nessun lato: a tutti fa comodo l’aiuto dello Stato "
L'attenzione torna sulle elezioni a Verona dopo l’ingresso nella partita della locale Diocesi guidata dal vescovo della città scaligera, monsignor Giuseppe Zenti. Mentre Sboarina ha rifiutato l'apparentamento con Tosi, il vescovo di Verona indirizza il voto dei cittadini (almeno di quelli cattolici) scrivendo: "È nostro dovere far coscienza ai fedeli di individuare quali sensibilità e attenzioni sono riservate alla famiglia voluta di Dio e non alterata dall'ideologia del gender"
La telefonata di Zaia per convincere Sboarina a non apparentarsi con Tosi ha un duplice scopo: rivendicare la vittoria in caso di esito positivo o attribuire a Salvini la sconfitta nel caso prevalesse Tomasi. Ma non basterà un gioco di prestigio mediatico per oscurare l’inizio della fase discendente del governatore del Veneto
Sboarina chiude a Tosi e conferma la decisione di correre al secondo turno da solo senza il supporto di Forza Italia e dell'ex sindaco. "Io continuo a sottolineare che quello che ho detto ieri è un rivolgersi all'elettorato veronese del centrodestra, perché oggi la partita è tra due persone: una candidato sindaco, il sottoscritto, che rappresenta il centrodestra e una persona che rappresenta la sinistra". Tosi invece riapre: "Aspettiamo novità da lui"
Al ballottaggio di Parma Fratelli d'Italia, che al primo turno si era presentata con una candidatura autonoma, sosterrà il candidato di centrodestra Pietro Vignali. A ufficializzarlo il coordinatore provinciale di Fratelli d'Italia a Parma, Federico De Belvis: "Lo facciamo con la coerenza che ci contraddistingue e con il senso di responsabilità di essere il primo partito di centrodestra"
Il sindaco uscente Sboarina ignora l'appello di Tosi e Fdi e rifiuta ogni tipo di apparentamento. Probabilmente il sindaco scaligero ha capito che un accordo con l'avversario politico nei fatti era impossibile e, prima di morire immolato sull'altare dello scontro tutto interno al centrodestra veronese, ha preferito il nobile gesto del suicidio politico. "Veronesi tuti mati"? Forse alcuni, ma non sembra esserlo Flavio Tosi
In vista del ballottaggio di domenica 26 giugno, Katia Tarasconi ha già iniziato il giro delle telefonate contattando Stefano Cugini di Alternativa per Piacenza (che conta quasi il 10%) e Corrado Sforza Fogliani il cui 8% è corteggiato anche da centrodestra. Ieri, 15 giugno, le due candidate Tarasconi e Barbieri si sono incontrate faccia a faccia: la divisione più netta è il nuovo ospedale
Saranno la candidata del centrosinistra Barbara Minghetti (12.173 voti, 39,3%) e Alessandro Rapinese dell'omonima lista civica (8.443 voti, 27,3%) a sfidarsi il prossimo fine settimana al ballottaggio. Escluso quindi il candidato di FdI Molteni, che ha ottenuto 8.342 voti, 101 in meno rispetto a Rapinese. È la prima volta che a Como il centrodestra viene escluso dal ballottaggio
I due candidati sostenuti dal sindaco di Venezia perdono rovinosamente sia a Padova che a Verona. Bonaccini aspetta di avere le vittorie sicure in tasca a Parma e Piacenza per lanciare forse la sua candidatura a leader nazionale. La crisi della Lega in Lombardia e l’impossibilità del Pd di competere vede il leader di Azione oscillare tra la Moratti e Carlo Cottarelli. Sono questi alcuni degli effetti collaterali del voto amministrativo di ieri
Il sindaco in carica, col sostegno di Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia, chiude in vantaggio sul suo diretto rivale Michele Foggetta, appoggiato da una colazione che vede al suo interno Partito Democratico e Movimento 5 stelle uniti. Di Stefano è in testa con il 49,19% delle preferenze sul centrosinistra fermo al 38,36%
Le vittoria schiacciante di Giordani a Padova e Furegato a Lodi, quelle che si profilano a Parma e Piacenza parlano chiaro. Se i ballottaggi confermeranno la tendenza il centrosinistra (al Nord) può cantare vittoria. Centrodestra in largo vantaggio a Belluno, Gorizia e Sesto
Zaia perde a Verona sconfitto da Salvini. Il leader della Lega viene umiliato a Padova da Zaia. L’unico vincitore certo è Bonaccini che riconquista sia Parma che Piacenza e torna così ad essere credibile come leader nazionale. In Lombardia la vittoria a Lodi rilancia il Pd, ma vincere nelle città non significa vincere in regione
Il comitato elettorale cantava già vittoria nel tardo pomeriggio, in serata poi l'ufficialità: il centrosinistra della candidata civica Daniela Angelini che torna al governo cittadino, dopo gli 8 anni a guida Tosi (centrodestra). A lei il 50,29% delle preferenze. Rimane indietro Caldari col 37,84%
È in corso lo spoglio al Comune di Gorizia. Sette sono i candidati sindaco, ma la vera sfida sarà tra i due candidati di centro destra e centro sinistra. Infatti, il sindaco uscente Rodolfo Ziberna è al momento in testa con il 42% seguito da Laura Fasiolo di poco sotto il 30%. Durante le scorse amministrative, Ziberna aveva vinto al primo turno: stavolta la partita è più complicata
Francesco Billi, candidato sindaco della lista civica "Per Billi Sindaco", ha sconfitto i candidati Marianna Tonellato, sostenuta dal centrosinistra, e il civico Filippo Turchi. Per Tonellato, ex-sindaca che si era presentata alla chiamata alle urne con la lista "Insieme per Castrocaro", non ci sarà quindi il bis. Alle urne ieri si è presentato il 55,95% degli aventi diritto
Furegato ha vinto al primo turno con il 55% dei voti sul sindaco uscente, la leghista Sara Casanova (45%), che già nel primo pomeriggio ha chiamato lo sfidante per congratularsi. Nel capoluogo torna quindi a governare un esponente del centrosinistra, dopo che la discussa era Casanova aveva portato Lodi alla ribalta delle cronache nazionali con il "caso mense" scoppiato nel 2017
Concluso lo spoglio al comune di Piacenza. A fronte di un'affluenza totale pari al 53,21%, tutte le 108 sezioni scrutinate sanciscono una sonora bocciatura per la candidata uscente in quota al centrodestra Patrizia Barberi (37%) che arranca sulle spalle della candita del Pd Katia Tiraboschi (39,9%). Il ballottaggio che verrà si annuncia più che tirato
Il giorno dedicato al Santo oggi premia Sergio Giordani. Un risultato che quasi doppia l’avversario del centrodestra. Con 54 sezioni scrutinate, il primo risulta in vantaggio con il 59,65% di preferenze, e il secondo fermo al 32,59%, nonostante il sostegno del centrodestra unito. E mette così in difficoltà la Lega di Bitonci che lo aveva voluto come candidato
Il candidato vincitore è l'ex-sindaco, che rientra alla sede del Comune senza interruzioni per un nuovo mandato di 5 anni dopo la telefonata di congratulazioni dello sfidante Margutti. Il risultato finale è stato di 2.187 voti contro il 47,77% (2.000 voti) totalizzato dal concorrente. Tra i due candidati una forbice di 187 voti. L'affluenza alle urne era stata del 53,3%, in calo rispetto al 2017
Enrico Diacci è diventato sindaco con il 55,16% di preferenze. Indietro al 44,39% invece Ferrari. Entrambi erano sostenuti da liste civiche. Bassa l’affluenza alle urne, pari al 48% degli aventi diritto
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