Il modello innovativo di museo si lega a doppio filo alla sostenibilità. Sia ambientale, attraverso la scelta di certi materiali e l’autoproduzione energetica. Ma anche di sostenibilità sociale, facendolo diventare l’istituzione museale “luogo di incontro e di scambio attivo, prima che vetrina passiva, per la comunità che lo ospita”. Ne abbiamo parlato con Luca Molinari, direttore del Museo del Novecento di Mestre (M9)
Nei piatti va in scena una cucina fluida, libera e divertita, che fa della contaminazione tra mondi differenti la sua missione e del volgere delle stagioni una risorsa. Ne sono un esempio gli gnocchetti di pane con cocco, edamame e semi di papavero…
Le città vanno riurbanizzate in chiave sostenibile. Molti i progetti che ripensano il tessuto urbano partendo dagli edifici scolastici, per renderli luoghi per la comunità a 360° in cui si svolgano altre funzioni oltre quella didattica. In questo senso il Scuola Social Impact di Alfonso Femia, un progetto culturale di attivazione di architetti, politici, amministratori e presidi, che propone soluzioni perché la scuola non sia più un incubo gestionale e finanziario
La zucchella risulta particolarmente ricca di succo - il nome potrebbe derivare da “sughella”- e, grazie all’elevato tenore zuccherino, è adatta alla preparazione di squisite confetture: basta soltanto l’aggiunta di un 10% di zucchero al prodotto
Colore rosa tenue con spuma leggiadra, profuma di fragoline di bosco, lamponi, melograno con sfondo floreale di rosa; al sorso è dominato da una tensione acida tagliente, una ghigliottina affilatissima che si staglia nel frutto e nella sapidità
Di fronte alla tendenza ad abbandonare i grandi centri a favore di zone più periferiche, si afferma il bisogno di rendere i territori più attrattivi. A portare avanti progetti in questa direzione sembrano essere le imprese, perché più abituate ai cambiamenti e alle trasformazioni. O forse perché, a differenza del settore pubblico, “sanno guardare a lungo termine”. Lo dimostra BIellezza, fondazione creata da Paolo Zegna nel 2020 e da sempre impegnata nello sviluppo sostenibile del Biellese
Mostrare nuovi modi sostenibili di vivere, abitare, fare impresa. Questo l’obiettivo che si è proposta la Professoressa di urbanistica Elena Granata, che nella sezione tematica da lei organizzata nel corso del Festival della Green Economy, ha selezionato le testimonianze di tanti “placemaker” diversi, coloro che sono capaci di dare nuovi significati ai contesti di appartenenza. Quello che serve è l’immaginazione, secondo Granata: “la facoltà più concreta che l'essere umano possa avere”
Thomas coltiva la passione per la pizza al punto da curarne con piacere ogni minuzia: Dall’impasto alla legna utilizzata per la cottura passando per le selezionate materie prime utilizzate nelle farciture. Il risultato? Morbidi lievitati, fragranti e perfettamente digeribili
La montagna non è solo un luogo marginale, un “residuo infruttifero” come definita da Giuseppe De Rita. Soffre di oggettivi problemi di infrastrutture, collegamenti e organizzazione dei servizi, e quindi di un costante calo demografico e di un progressivo invecchiamento della popolazione. Ma per Ferrazzi (Confindustria Belluno Dolomiti) “si può lavorare sugli stereotipi e ripartire da esempi come Luxottica ed Errebi. Può essere luogo di laboratori, energie alternative ed edilizia sostenibile”
La sostenibilità del comparto alimentare è una sfida di difficile attuazione in cui cercare di definire un modello accessibile e inclusivo, in cui la tutela ambientale (e sociale) sia bilanciata con le esigenze che derivano dalla crescita demografica. Una sfida che coinvolge tutti gli attori in campo, dal legislatore alle imprese, che sviluppano nuove strategie. A Parma il Festival della Green Economy tratta in una sezione apposita lo stato attuale e le potenzialità future del comparto
Giovanni Giusto ad di Lyfeanalytics, gruppo italiano di laboratori specializzati in analisi chimiche, fisiche e microbiologiche ha spiegato nel corso dell’evento della Green Week “Naturale è sinonimo di qualità? E cosa cambia dopo la legge sul Biologico?” come sono cambiati i test sul biologico e se sia uno strumento valido per perseguire la sostenibilità. "Il prodotto bio è l'unico che ha un impatto nullo a livello di contaminazione del suolo"
Cuore della produzione sono i vini delle sabbie, i cui vigneti sono situati nella zona
DOC Bosco Eliceo, lungo la fascia costiera che va dalle foci del Po nel Ferrarese fin
oltre le saline di Cervia, all'interno del Parco del Delta del Po
Le sfide che il breve futuro pone alla filiera alimentare sono numerose. E per affrontarle non si può prescindere da un’evoluzione del management delle aziende agricole e delle tecnologie impiegate nei processi produttivi. Obiettivi per i quali è essenziale lo sviluppo di nuove competenze. Di questo e tanto altro si parlerà a Parma, all’evento in programma oggi, 11 giugno, alle ore 15
In questo munifico franchising, originario di Casal di Principe, la pizza napoletana è fatta a regola d’arte da un pizzaiolo titolato e il grande assortimento di gusti soddisfa anche i più golosi.
La Carbon Footprint della filiera del vino dimostra come sia necessario attuare una riorganizzazione, che non passa solo attraverso le certificazioni, ma che affronta anche gli snodi problematici relativi al consumo d’acqua e al packaging. Di questo e tanto altro si parlerà a Parma, all’evento in programma oggi, sabato 11 giugno, alle 11.30, “La filiera sostenibile del vino”
Diversamente dagli altri caviali, crudi, subisce una delicata cottura al forno che
ne esalta con gentilezza le peculiarità organolettiche e poi viene messo sott’olio.
Grazie a una sorvegliatissima salatura, il prodotto ha un sapore elegante e
raffinato
Una storia di passione, quella di Michele Bacilieri, per il bello e, va da sé, per il buono, che perpetua in questo locale, piccolo ma chic, e dalla precisa personalità, la sua, in pieno centro a Ferrara.
La pizza qui proposta esce completamente dai canoni tradizionali per avvicinarsi all'ideale del patron, Sabatino Sorrentino, che da sempre privilegia l'alta qualità della materia prima e la digeribilità
Oggi più che mai centrato nel gusto e rifinito negli impiattamenti, con una materia prima impeccabile e un uso magistrale della griglia, il menù si muove disinvoltamente tra carne e pesce, applicando all'anguilla le gioie della terrina mentre una sontuosa scaloppa…
Nel corso del tempo su questa tipologia, che nasce spontanea nei caratteristici calanchi gessosi dell’Appennino brisighellese, consumati da agenti atmosferici e dallo scorrere delle acque ed esposti al sole, non sono stati fatti interventi genetici
La sostenibilità è sempre più ricercata nella moda, e forse anche per questo il settore è vittima di una delle forme peggiori di greenwashing. Esempio di cosa significhi davvero essere “green” sono le aziende Champions Manteco e Scarpa. Marco Mantellassi (Manteco): “Noi ci certifichiamo, per basare la sostenibilità sui dati. E lavoriamo sulla filiera corta”. Bolzonello (Scarpa): “Fondamentale è avere valori comuni in azienda. Poi serve investire in R&S e ammodernare gli impianti”
In forte crescita nel settore moda il trend della second hand economy, un’opportunità che nasce da una percezione diversa che i consumatori hanno nei confronti dell'usato, ma anche delle modalità di vendita e della progressiva digitalizzazione. A parlarcene la Professoressa Rinaldi, co-autrice del libro L'impresa moda responsabile, presentato sabato 11 Giugno al Festival della Green Economy di Parma
Colore giallo dorato, come il sole che splende d’estate nel cielo limpido, ha un bouquet frutto-fiorito che spazia dalla polpa matura di frutti gialli, a note tropicali ed esotiche a cui si uniscono a fiori bianchi, spunti mentolati ed erbacei
Avvocato, imprenditrice, ricercatrice e attivista, Bedat si troverà in Italia per la prima volta per la presentazione dell’edizione italiana del suo libro "Il lato oscuro della moda. Viaggio negli abusi ambientali (e non solo) del fast fashion". Fra i finalisti del Book of the Year del Financial Times, l'opera è un'incursione nei meccanismi più opachi del settore moda
La definizione di cosa sia sostenibilità oggi è legata ad una serie di criteri che permettono anche a gruppi del Fast Fashion di sembrare green. Per Luca Vignaga, amministratore delegato di Marzotto Lab, si deve parlare di moda responsabile, includendo nel concetto di sostenibilità altri parametri come l’equa retribuzione dei lavoratori nonché la loro possibilità di tutelarsi attraverso sindacati
Parte del nome del locale, cruderia, fa da monito a quelle che sono le scelte fatte ai fornelli: la materia prima è posta al centro, possibilmente declinata al naturale o con poche e calibrate aggiunte di ingredienti, sia essa cruda o cotta…
Arte Sella è una realtà nata nel 1986, grazie all’intuizione di Emanuele Montibeller. Lì, a Borgo Valsugana, l'idea di arte sostenibile si concretizza in un bosco che non è solo spazio espositivo ma protagonista esso stesso dell’opera artistica. Sabato 28 maggio l'inaugurazione di due nuove opere: il Tobusa Bench della designer Satoko Shinohara, e l’opera “nomade” del Bamboo Ring di Kengo Kuma
La sostenibilità e l’arte, un connubio che nasce negli anni ‘60 con la Land Art. Ma che oggi, con l’intensificarsi dell’emergenza climatica, vede moltiplicarsi il numero degli artisti impegnati sul fronte della tutela ambientale. Ma prima di definire il settore realmente “green”, non si può non prendere in considerazione l’impatto del mercato dell’arte stesso. Il ricco calendario di fiere, mostre e aste, si fonda infatti su meccanismi tutt’altro che sostenibili
Un locale contemporaneo, dove è possibile trovare un’ottima pizza condita con estro e fantasia. Accanto alle proposte tradizionali, infatti, spiccano ingredienti insoliti come la Pesca Nettarina di Romagna Igp, o la tataki di tonno presente nella “Tonnara”
Dal 2017 Simone Verde è il nuovo direttore del Complesso della Pilotta, una serie di edifici di ben 40mila metri quadri nel centro storico di Parma. Un complesso che Simone Verde ha voluto ripensare profondamente. Abbiamo parlato con lui di sostenibilità nel mondo dell’arte, tema al centro del suo intervento nell’arco della Green Week. Una sostenibilità che può stare anche nell’elaborazione della struttura stessa del museo, “strumento privilegiato di condivisione delle conclusioni della ricerca scientifica e dell'innovazione che l'intellettuale ha con il pubblico”
In vigna come in cantina Bragagni interviene il meno possibile: usa solo zolfo e rame dosandoli in base alle annate e alla salute delle piante e procede alla raccolta quando l’uva è matura, assaggiando l’acino. In cantina solo fermentazioni spontanee…
Profumo e gusto partono da una accuratissima selezione dei chicchi verdi e dalla conoscenza diretta dei vari campi su cui crescono le piante nei paesi di origine: solo piccole piantagioni di proprietà di piccoli coltivatori, immerse nella flora locale...
Di sostenibilità oggi ”tutti ne parlano, tutti la fanno, tutti la usano” e assistiamo a quella che il direttore artistico della Manifattura Bonotto definisce “un’overdose comunicativa”. In molto settori, per riuscire a distinguere la vera sostenibilità, si sono create delle patenti emanate da enti certificatori appositi, come la plastica Grs e la RWS per la lana. Nell'arte questo non c'è ancora e la discussione rimane fondamentale per avviare una riflessione che insegni a saper riconoscere
In Italia la coltivazione del “Diospyros kaki” (dal greco “frumento di Giove”) inizia a diffondersi agli inizi del Novecento, in regioni come l’Emilia Romagna trovando habitat ideale soprattutto in Romagna dove è stata creata una varietà molto diffusa…
“Cosa vuoi di più dalla vita? Amaro Lucano: storia di un’Italia dal bicchiere mezzo pieno” è uno dei cinque libri finalisti che concorrono al Premio Letteratura d’Impresa, di cui scopriremo il vincitore questo autunno a Bergamo. Per Marco Bettiol, professore di Economia all’Università di Padova che ha partecipato in qualità di giurato alla selezione, questa storia incarna perfettamente i valori di molte imprese italiane: “Definirei tipicamente italiano prendere ciò che si ha a disposizione e portarlo al massimo del suo valore"
È un argine da costruire quello che Nina, protagonista di “Nina sull'argine” di Veronica Galletta, è chiamata a realizzare in qualità di ingegnere. Ma è anche l’approdo di un percorso di crescita personale. Una storia che parla di come affrontare oggi il mondo del lavoro, attingendo a risorse personali che possono fare la differenza. Per Luca Vignaga, ceo di Marzotto Lab e giurato del Premio, “è una riflessione su come interpretare il lavoro. Dimostra che non occorrono né forza né brutalità"
Tra i cinque titoli finalisti del Premio Letteratura d'Impresa anche il saggio “Partecipare all'impresa globale. Una ricerca antropologica in Automobili Lamborghini”, di Fulvia D'Aloisio. Un saggio di facile lettura che presenta i risultati di una ricerca durata tre anni, condotta nei luoghi di lavoro di Lamborghini con gli strumenti del metodo etnografico. Un metodo che secondo Ivana Pais: “Permette di considerare simultaneamente, all'interno dello stesso spazio di ricerca, più cose insieme”
Ricercatezza nella materia prima impiegata e nelle lavorazioni, una ossessione sia per lo chef che per il titolare Fanelli, che tentano faticosamente di usare tutti prodotti a km0 o quasi, e di proporre una cucina originale e per nulla scontata
“L’album dei sogni” è uno dei cinque libri finalisti che concorrono al Premio Letteratura d’Impresa, il cui vincitore ci verrà svelato soltanto questo autunno a Bergamo. Francesco Timpano, docente universitario all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, che ha partecipato in qualità di giurato alla selezione: “Il libro racconta l'intuizione di una famiglia che parte da una semplice edicola e che da lì mette in piedi un'azienda entrata nella storia del nostro Paese”
Fritta o nella sua veste tradizionale, farcita secondo le varianti più classiche sino a quelle più sfiziose, questa pizza rispetta tutti i sacri crismi che disciplinare esige, presentandosi piuttosto sottile al centro e contornata da un bel cornicione rigonfio e bruciacchiato al punto giusto
Quando, nel 1999, vide la luce Callas, vinificata ferma, fu una scommessa vinta. Selezionata e raccolta a mano, l’uva fermenta a 18° C per circa 20 giorni in vasche d’acciaio e affina sei mesi in acciaio con bâtonnage prima di essere imbottigliata
Per Antonio Calabrò, presidente della giuria del Premio Letteratura d'Impresa, "la cultura è e deve essere un processo dialettico", anche quando riguarda le imprese. Ci racconta la "qualità del linguaggio" che contraddistingue I libri che compongono la cinquina finalista. Ma anche l'esperienza in Pirelli, che da sempre valorizza la promozione della cultura nel contesto aziendale. Perché “se un'impresa capisce il mondo, cresce meglio”
“Tante care cose. Gli oggetti che ci hanno cambiato la vita”, è uno dei cinque libri finalisti che concorrono al Premio Letteratura d’Impresa, di cui scopriremo il vincitore questo autunno a Bergamo. Giuseppe Lupo, scrittore, professore di letteratura italiana contemporanea all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, che ha partecipato in qualità di giurato alla selezione, ci racconta un po’ di questo libro che partendo dagli oggetti parla di modernità, design e tanto altro
Il Premio si pone come obiettivo quello di far uscire dalle mura delle imprese quelle storie che hanno contribuito allo sviluppo dell’Italia. Raccontandone i valori ma anche “la sincerità delle ombre”. E fornendo così una nuova immagine delle fabbriche, vero motore del Paese. A Bergamo l’elezione del vincitore
La cucina di matrice classica di Catia Bartolini, con l’arrivo dei figli Simone, in cucina, e Andrea, sommelier, si è accresciuta di visione e tecnica. Questo luogo ha così raggiunto nuove vette, pur mantenendo inalterato lo stretto rapporto da sempre esistente con il territorio e i sapori della tradizione locale
Per le piccole case editrici partecipare al Salone è sempre uno sforzo non indifferente: spese di acquisto dello spazio espositivo, di vitto, alloggio e spostamenti. Alcune realtà, come la bolognese Calamaro Edizioni e la pavese Edizioni Altravista, evitano la partecipazione: “Alla fine il vero guadagno lo portano a casa solo i pochi che non ne avrebbero bisogno”. Altre invece, come Kellerman Editore e Marcos y Marcos: “Partecipiamo per ampliare la rete di contatti, anche se facciamo fatica ad emergere”
Il Salone del Libro di Torino inizia il 19 maggio e, ormai giunto alla sua XXXIV edizione, diventa occasione per riflettere sulla sua utilità per la promozione della cultura. Tante le polemiche che hanno attraversato la sua storia, l’ultima relativa ai processi in corso per turbativa d’asta e peculato. Il Salone sembra oggi più un collettore di eventi spettacolari, che restituisce la fotografia di un settore, quello dell’editoria, caratterizzato da un’iper-produzione che preferisce la quantità alla qualità
Il nome dell’azienda, Poggio della Dogana, si deve al fatto che i vigneti si trovano sul poggio dove anticamente si ergeva la dogana che divideva la Romagna Pontificia dal Granducato di Toscana. Tutti i 20 ettari sono allevati con metodo biologico certificato
A contendersi il primo posto saranno “Tante care cose” di Chiara Alessi, “L’album dei sogni” di Luigi Garlando, “Nina sull’argine” di Veronica Galletta, “Cosa vuoi di più dalla vita? Amaro Lucano: storia di un’Italia dal bicchiere mezzo pieno” di Francesco Vena e Emiliano Maria Capuccitti e “Partecipare all’impresa globale. Una ricerca antropologica in Automobili Lamborghini” di Fulvia D’Aloisio. A Bergamo, in autunno, la proclamazione del vincitore
La città meneghina negli anni è riuscita a togliere al capoluogo piemontese alcuni dei suoi più importanti eventi storici. Nel 2016 ci provò creando una manifestazione simile a quella del Salone del Libro di Torino chiamandola Tempo di Libri, ma si rivelò un flop clamoroso. Spiega un editore: “Torino nonostante tutto è l’editoria, Milano è troppe cose assieme. L’identità di un città conta”
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