La specialità della casa è sicuramente la brace, con una scelta - oltre ad un buon maiale - di carni bovine veramente ampia e di buona ricerca, con una giusta e controllata frollatura. Si va dalla Limousine all’Angus irlandese, dal Sashi finlandese
La proposta alla carta è molto ristretta ma ben focalizzata: quattro o cinque scelte a disposizione come antipasti, lo stesso vale per i primi e nei secondi piatti, con poco spazio lasciato (volutamente) alla tradizione, ma molta attenzione ai prodotti locali
La cucina di chef Francesco Montemurro appaga sia la vista che il palato, con piatti di grande impatto e buona tecnica. Indiscusso protagonista è il mare, cui sono dedicati i due menù degustazione.
Carla Ardelli è alla guida della brigata e, grazie all’esperienza maturata nel tempo, anche alla corte di Georges Cogny, si muove agilmente tra le fresche materie prime che seleziona personalmente. Modella gli ingredienti con sapienza, la chef, spaziando dal pesce alla carne
Daniele Repetti si ispira alla tradizione piacentina interpretandola in chiave creativa. Basa la sua curata cucina su una materia prima d’eccellenza che spazia dall’orto, alla terra, al mare. Così il filetto di salmone leggermente affumicato, crema di acetosella…
L’accoglienza e il benessere dell’avventore sono i cardini attorno ai quali, qui, ruota tutto. Un filrouge che passa in prima battuta attraverso il caloroso benvenuto che lo chef riserva da trent’anni ad ognuno dei propri ospiti all’atto della comanda; quindi che si ritrova nei piatti che escono dalla cucina
I prodromi arrivano dalla scuola francese, che permette loro di servire, ancora oggi, una sontuosa e attualissima Canard à la Presse o un'indimenticabile crêpe Suzette alla lampada (anche se di alto livello sono qui tutti i dolci)
Gli chef spaziano dalla terra al mare, prediligendo le materie prime provenienti da tutto il territorio italiano e una cucina che accarezza la tradizione con lievi tocchi creativi come per le Lumache alla bourguignonne con la sua maionese, verdure croccanti…
Nell’aria si respira un’atmosfera rilassata e cordiale, in perfetta armonia col contesto campestre circostante, da apprezzare soprattutto nelle calde sere d’estate, quando si può comodamente cenare all’aperto con venticello propizio ad alleviare dall’afa.
Lo chef Gianpietro Stancari propone una cucina custode della tradizione gastronomica della zona, le cui ricette sono eseguite con particolare attenzione e basate su prodotti del territorio, esaltati con grande rispetto e senso del gusto.
Una cucina solida fatta di ingredienti di qualità posti a custodi di una tradizione che riesce nel difficile compito di essere sempre attuale, grazie alla capacità di approntare piatti che sono certamente ricchi e opulenti, ma mai pesanti
La cucina declina prodotti e materie prime provenienti da produttori locali accuratamente selezionati, con spiccata personalità, svincolandosi dalla tradizione. Gli ingredienti sono rispettati in preparazioni e abbinamenti che non ne inficiano la natura, anzi…
Alla guida della brigata di cucina c’è lo chef patron Marco Parizzi il quale, forte di esperienze nazionali e internazionali, si esprime in una cucina classica con abbinamenti riusciti di sapori e consistenze. Lo dimostrano i conchiglioni ripieni di amatriciana, guanciale e pecorino…
Lo chef patron guida una cucina basata sui piatti della tradizione e sulla brace di cui, a queste latitudini, si va molto orgogliosi. Sulla griglia vengono cucinate carni di manzo, maiale ma anche alcuni primi piatti, come le tagliatelle all’amatriciana…
La brigata è capitanata da Barbara che, calorosamente, interpreta una cucina tradizionale casalinga con anche tocchi personali che attualizzano i piatti come per gli stracci di pasta alle biete, con sugo ai peperoni e acciughe del Cantabrico
I fornitori sono del territorio, tra cui macellerie, caseifici e aziende agricole, tutti a Km0. Un bacino di ingredienti da cui Luca Ferrari, alla guida della giovane brigata di cucina, attinge per proporre piatti personali e senza orpelli con gusti centrati…
È questo il regno, composto da ristorante e locanda con sei camere, di Andrea Incerti Vezzani, chef autodidatta col pallino dell’orto, che coltiva secondo il metodo biodinamico e del quale fa espressione massima della propria filosofia ecologica
La cucina - d’autore - è quella di Alessandro Panichi, chef ligure naturalizzato bolognese, che da circa dieci anni ordisce qui una cucina bipartita tra una solida tecnica classica e l'avanzata della sperimentazione. Nei piatti non mancano dunque...
Ne deriva un locale animato da un grande calore umano e da una scrupolosa attenzione per la stagionalità, declinata secondo le ricette della tradizione. Irrinunciabili lo “scrigno di Venere“ ripieno di tortellini, realizzato solo su ordinazione…
Alberto Bettini conduce questa storia nel presente e, da anni, porta avanti un modello di cucina nostalgica e altamente riconoscibile, fatta sì di ricette tradizionali - come i calzagatti e i tortellini in brodo di gallina vecchia - ma anche di intelligenti variazioni sul tema…
Un'ottima selezione della materia prima è il precetto, innanzi tutto, degli antipasti
crudi, così come delle imponenti conchiglie gratinate impreziosite, non di rado, dalla presenza dei cannolicchi. Belle combinazioni tra verdure di stagione e pescato fresco…
Nei piatti va in scena una cucina fluida, libera e divertita, che fa della contaminazione tra mondi differenti la sua missione e del volgere delle stagioni una risorsa. Ne sono un esempio gli gnocchetti di pane con cocco, edamame e semi di papavero…
Una storia di passione, quella di Michele Bacilieri, per il bello e, va da sé, per il buono, che perpetua in questo locale, piccolo ma chic, e dalla precisa personalità, la sua, in pieno centro a Ferrara.
Oggi più che mai centrato nel gusto e rifinito negli impiattamenti, con una materia prima impeccabile e un uso magistrale della griglia, il menù si muove disinvoltamente tra carne e pesce, applicando all'anguilla le gioie della terrina mentre una sontuosa scaloppa…
Parte del nome del locale, cruderia, fa da monito a quelle che sono le scelte fatte ai fornelli: la materia prima è posta al centro, possibilmente declinata al naturale o con poche e calibrate aggiunte di ingredienti, sia essa cruda o cotta…
Ricercatezza nella materia prima impiegata e nelle lavorazioni, una ossessione sia per lo chef che per il titolare Fanelli, che tentano faticosamente di usare tutti prodotti a km0 o quasi, e di proporre una cucina originale e per nulla scontata
La cucina di matrice classica di Catia Bartolini, con l’arrivo dei figli Simone, in cucina, e Andrea, sommelier, si è accresciuta di visione e tecnica. Questo luogo ha così raggiunto nuove vette, pur mantenendo inalterato lo stretto rapporto da sempre esistente con il territorio e i sapori della tradizione locale
Qui troverete sempre e comunque una grande materia prima, con i gratinati, il crudo e il vapore iniziale che vi stordiranno tanto sono buoni e semplici. Razze, alici, calamaretti spillo, soglioline e crostacei di qualità eccelsa
Ricette semplici, che lasciano parlare gli ingredienti di alta qualità: niente fondi, ma cotture rapide ed espresse. Proposte rassicuranti, con quel pizzico di estro che permette di scacciare la noia ma al contempo piene di solidità e, vivaddio, di gusto.
Qui i pochi coperti e la fama del locale, che arriva oltre i confini della regione, fanno sì che la prenotazione risulterà molto difficile. Ma non demordete, perché la veracità dei salumi, la schiettezza e golosità delle tagliatelle al ragù…
Frequentato dalle migliori famiglie della zona, conosciuto agli indigeni come il luogo d’elezione per la materia ittica, più che alla carta, presente e corretta, dovete affidarvi ai racconti a voce del titolare, perché il vero menù lo comporrete con lui…
È in questo momento che, nella bella location ristrutturata in tempi recenti, diventa possibile assaggiare le deliziose specialità ittiche qui proposte, che attingono da solo pesce locale e scelte originali, affatto omologate in termini di materia prima.
Qui lo chef Silver Succi propone una cucina contemporanea di grande impatto estetico, che in prevalenza attinge al mondo ittico, ma che, tuttavia, non disdegna proposte vegetariano e di terra (cui è dedicato un intero menù degustazione).
Se l’osteria rappresenta lo zenit de La Sangiovesa, alla base troviamo l’azienda agricola della stessa famiglia Maggioli, che con le sue materie prime, da filiera interamente interna, rifornisce le cucine e la bottega di proprietà.
Qui Augusta e Narciso Pacini, genitori di Paolo, l’attuale proprietario, dal 1962 collocano il loro ristorante proprio di fronte alle mura del castello, e vi ambientano una cucina schietta, autentica, fondata sulla straordinaria materia prima disponibile nei dintorni…
La cucina è coordinata da Sabrina Piazza che, insieme allo chef Tomohide Nakayama di origini giapponesi, custodisce la tradizione piacentina con piatti che ne sono la bandiera, concedendosi però rivisitazioni e tocchi creativi nelle proposte ittiche.
Ai fornelli, gli chef propongono piatti che spaziano dalla tradizione all’innovazione grazie a cotture precise e combinazioni ben riuscite e mai banali di materie prime. Gli affettati sono di pregio come anche il Parmigiano Reggiano…
A guidare la brigata lo chef patron Massimo Spigaroli che, con mano sicura, propone una ben eseguita cucina classica che può contare sui prodotti del territorio, molti dei quali provenienti dalla tenuta. l culatello, re indiscusso della zona…
In cucina il pesce gatto è l’assoluto protagonista. Un ingrediente abbandonato nel tempo in quanto l’animale era solito vivere nei fondi fangosi di fiumi e laghi. Al ristorante Laghi Verdi, i pesci sono allevati in loco, in acqua limpida, e valorizzati…
L’energia di Marco si percepisce in cucina e in sala, dove ama presentarsi per raccontare tutti i dettagli dei suoi piatti migliori, che spaziano dalla terra al mare. Mai pago di andare alla ricerca dei migliori salumi del territorio, tra cui l’ottimo culatello…
Alla direzione dei fornelli c’è, appunto, la signora Mariella, “custode” della piadina nonché artefice di piatti incentrati su materie prime di stagione, esclusivamente di terra, e su ricette tramandate da generazioni, senza rinunciare a variazioni personali sul tema…
Strizza l’occhio ai vegetali senza però isolarli, ma facendoli anzi dialogare con la terra e col mare,
a cui è vicinissimo. Nel menù troviamo saporiti paté di volatili conditi con le mele, e fragranti
polli alla griglia ma anche sogliole con castagne…
Padrone di casa è Stefano Numanti che accoglie gli ospiti alla porta e li scorta
al tavolo. È lui a raccontare, con perizia e misura, i piatti presenti in carta, che
si susseguono non dall’antipasto al dolce, ma in un ordine crescente di gusto…
Nell’affascinante villetta ottocentesca, Davide Zignani, Stefano Brighi e Alex Boschi propongono veri e propri capisaldi della tradizione marinara accanto a piatti di concezione più moderna, con particolare predilezione per i crudi.
Piatti che non lasciano del tutto da parte le proposte “terricole”, come nel caso di “Iberico...arrostito, foie gras, frutti rossi, scalogno caramellato e pan di fichi”, ma il cui protagonista indiscusso è certamente il mare.
La trattoria ‘rosso vestita’ di Maranello unisce infatti la sede storica del punto di ristoro interno all’azienda, in qualità di mensa aziendale prima e dal 1950 in quanto vero e proprio ristorante, con il talento di Riccardo Forapani, fedelissimo botturiano, ai fornelli.
In zona Policlinico, a Modena, si trova la Franceschetta 58, il bistrot di Massimo Bottura. Un accogliente locale dalle tinte vivaci, con elementi di design e arredo in stile contemporaneo che, con la complicità del giovanissimo staff, trasmette una sensazione di grande freschezza.
Quasi superfluo dire che il servizio è organizzato alla perfezione, accogliente e mai invadente. Si beve bene e si mangia meglio. L’unica impresa è riuscire a prenotare un posto per poter vivere questa esperienza
Una volta preso posto a tavola, ci si rilassa immediatamente, cullati da un’atmosfera d’antan e corroborati dall’ottima cucina tradizionale. I piatti sono pochi, a testimonianza di una cucina che guarda al territorio e alla stagionalità, approvvigionandosi del meglio che offre il mercato.
L’estro incontenibile di Bottura non è affatto esausto. Lo testimonia degnamente il menù degustazione “With a little help from my friends” che nel 2021 diviene un omaggio a 13 dei più grandi chef della storia.
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