Il menù può variare ogni giorno per via di due mantra:
stagionalità e disponibilità del prodotto. Il pesce che arriva fresco
ogni mattina è selvaggio - l’allevamento non è contemplato - e
proveniente dal Tirreno e dal Basso Adriatico. Le ricette sono
semplici…
Qui la forma coincide con la sostanza: non solo da parte di una sala sempre molto affaccendata ma che dal patron ha mutuato la teatralità vernacolare e colta d’altri tempi, ma anche perché le proposte, nel piatto, hanno l’eleganza sontuosa e dignitosa della domenica in famiglia
L’osteria del Borgo è conosciuta con il suffisso dalla Elide, come si usa qui in Romagna, per identificare il simbolo e la proprietaria del locale.
Famosissima oltre la regione per le sue formidabili tagliatelle …
Il piatto del momento è proprio la catalana con il granchio blu. Al temuto ma prelibato crostaceo il “Tavern” ha dedicato un menu degustazione, che prevede anche le “moeche di blu”, oltre alla crema di ravioli con ricotta fioretta e…
A stupirci per equilibrio, compostezza gustativa e lunghezza complessiva è la Pasta reale in
brodo di funghi, angelica e ginepro. Ottime, seppur nella loro rusticità, le Cotiche, aceto di
ciliegie e pecorino, mentre più che buoni, intriganti, sono i Ravioli in variazione di papavero…
A riportarci al presente è la cucina dello chef Jacopo Malpeli, che rilegge in modo brillante alcuni classici della cucina emiliana e vi affianca proposte decisamente più contemporanee. Nel menù compaiono così piatti iconici come il Savarin di riso…
Dal 1984 ogni giorno è di fuoco per Antonio Di Vita, patron di questo locale che cura personalmente il grande braciere scegliendo il tipo di legna, tipica dell’Appennino parmense, che lo alimenta, vegliando sulla cottura dei differenti tagli di carni…
Nel mondo di Bottura, la cucina diventa enciclopedia collettiva, memoria che abbraccia le memorie passate e presenti materializzando il futuro, tramite piatti che esistono nel repertorio corale della tradizione
Il menù si sviluppa in maniera classica per chi frequenta questi lidi, ma sono le proposte del giorno quelle da prendere in considerazione prima di tutto nonostante siano scritte a mano su un foglio di carta: ebbene è qui che avrete l’esatta percezione della disponibilità del mercato…
I tavoli sono ben separati, anche quelli collocati nel grazioso dehors, protetti da un bel porticato. Un ambiente estremamente piacevole, dunque, ad accompagnare il desinare scandito da materia prima di qualità e preparazioni in limine tra semplicità e ricercatezza
Da oltre trent’anni lo Chef ricama una tavola di impronta classica, ma non per questo
scevra di tocchi contemporanei e in continua evoluzione. Il menù, che spazia da piatti
di carne a piatti di pesce, mette al centro il territorio…
Il loro “Cappellaccio Matto” di Medelana, paesino della provincia di Ferrara, faceva muovere parecchi appassionati del mitico piatto che trae le sue origini tra le cucine della Corte estense. Ma non di soli cappellacci può vivere l’uomo… allora al Take eat easy troverete tanti piatti sfiziosi frutto di una cucina espressa e moderna. Pubblichiamo una recensione di Roberto Bentivegna tratta dalla guida Emilia Romagna a Tavola 2023
La sua è una cucina colta, che non disdegna di attingere dai grandi classici francesi in piatti come la Canard à la Presse e la sua coscia confit o la golosa Crêpe Suzette, entrambe finite al tavolo, e che permette all’ingrediente di esprimersi al meglio anche in purezza…
In uno scampolo di città vecchia, in tutta la semplicità minimal eppur calorosa dei soli 16 coperti di cui è dotato, questa chicca di locale aspetta al varco, pronto a sorprenderlo felicemente, ogni avventore incuriosito dal luogo e dalla presenza unica di due padroni di casa…
Teo Pesaresi e il figlio Thomas propongono una cucina semplice e diretta, che mette la materia
ittica al primo posto e risalta in tutta la sua essenza. L’accurata ricerca degli ingredienti e
un’ottima tecnica nel condurli emerge nei vari piatti…
La cucina è, va da sé, risolutamente modenese. Perfino il magnifico, elegantissimo
Prosciutto Castagnolo, conciato con farina di castagne, proviene dal Prosciuttificio Cà
Dante di Fanano, all’interno del parco regionale dell'Alto Appennino Modenese
Il pescato migliore dalla barca al piatto, questo il motto del locale presieduto da Christian Fava […]. Il pesce viene infatti selezionato ogni mattina, al rientro dei pescherecci, per poi essere tradotto nel piatto nella maniera più genuina possibile
La scelta del pesce viene svolta direttamente da Michele che altrettanto sa proporre ciò che il
mare ha restituito giorno per giorno. Non vi è infatti un menù alla carta, ma la garanzia della
materia prima più fresca
La cucina è vivace, e vi si riconosce l’impronta classica e seducente del suo autore, Alessandro Panichi, ligure, naturalizzato bolognese. Con il giusto tocco di sperimentazione abitano in menù piatti sempre equilibrati, che si arricchiscono di misurate sperimentazioni…
Il menù è prettamente della tradizione, molto concentrato (quattro entrate, quattro primi e altrettanti
secondi) e varia poco, così come da tradizione delle antiche osterie di campagna. Generalmente si
trovano piatti stagionali che, però, mantengono sempre alta l’attenzione sui grandi classici della casa
Una cucina tradizionalista, dunque, ma sempre intelligentemente rivisitata pur con
quella forma di ossequio che impone il continuo confronto col classicismo, che qui ha
scuola risolutamente francese. Eccettuati i salumi, tutti molto ricercati e non di rado
tagliati al coltello…
Lo chef Davide Pontoriere ha raccolto la sfida di approcciarsi a ingredienti di prossimità, in primis quelli che provengono proprio da San Patrignano, con mentalità aperta e con la volontà di utilizzarli in accostamenti insoliti e stimolanti
I piatti dello Chef veicolano aromi e sapori essenziali e ancestrali, provenienti però da rielaborazioni a volte anche molto complesse. Un esempio pratico sono i «sassolini» di bitter che si ritrovano nel Gambero rosa marinato in salsa ponzu con salsa del suo carapace…
Questo è il regno di Simone Strinati, ai fornelli, e della moglie Daniela Bertozzi, in sala e in cantina, coppia nella vita così come nel lavoro, vissuto con entusiasmo, carattere e passione
Qui, sulla sponda sinistra del Secchia, in un paese nel cuore o, meglio, nello stomaco
della Rubiera, arrivano avventori da ogni dove per vedersi somministrare una “cura”
tanto inusuale quanto preziosa: la cucina emiliana
Bolognese di nascita, vanta esperienze internazionali e l’apertura di ristoranti come il
Fourghetti di Bruno Barbieri, di altrettanto anima e radice locale Il percorso di Simonetti lo
porta fino a Casa Azzoguidi dove ordisce una cucina precisa ed efficace, che vede protagonista
la carne come il pesce
Un luogo dove riscoprire la tradizione parmigiana e della bassa parmense attraverso ingredienti reperiti da produttori di nicchia combinati in piatti goduriosi come il Tosone fritto avvolto in pancetta o l’Orzotto con pasta di salame e rosmarino, mantecato con Parmigiano Reggiano
La conduzione è familiare, con la cucina timonata dalla moglie di Adriano e il servizio di sala affidato ai deliziosi figli della coppia. La proposta è incentrata e dedicata alla tradizione modenese, accompagnata da salumi di eccellenza e pasta all’uovo rigorosamente tirata a mano
Una cucina meno radicale e gourmet di quella a cui Lo Chef ci aveva abituato, che ora si è fatta maggiormente "primaria", improntata sul gusto e sulla facilità di lettura, contraddistinta dalla volontà di avvicinare l'avventore non avvezzo alle tavole fine dining più che di parlare a una nicchia
Tutto qui è un tripudio di locale, autentico e verace. Pollame, selvaggina, formaggi e
salumi dei dintorni, e farine dal molino di bivio Montegelli e perfino le verdure locali sono proposte e preparate come Dio comanda. Gestualità, sapori antichi e pure un
briciolo di anarchia…
La cucina è la molla che dal 2019 attira ormai più di un gourmet nel locale del giovane Jacopo Ticchi, che
dedica una parte importante del proprio lavoro alle lunghe frollature del pescato e al quinto quarto,
sempre di mare
Merito dell’arrivo, a inizio 2022, del giovane Chef Pietro Carlo Pezzati, che vanta un curriculum di tutto rispetto, fatto di esperienze variegate che non possono che arricchire e valorizzare il paniere degli ingredienti del territorio e lo sfondo permeato di tipicità
Camurani, oltre ad avere una spiccata propensione per le materie prime, ha un raffinato palato e una particolare sensibilità per le cotture e le temperature di servizio, sempre modulate in funzione della stagione in corso
La specialità della casa è sicuramente la brace, con una scelta - oltre ad un buon maiale - di carni bovine veramente ampia e di buona ricerca, con una giusta e controllata frollatura. Si va dalla Limousine all’Angus irlandese, dal Sashi finlandese
La proposta alla carta è molto ristretta ma ben focalizzata: quattro o cinque scelte a disposizione come antipasti, lo stesso vale per i primi e nei secondi piatti, con poco spazio lasciato (volutamente) alla tradizione, ma molta attenzione ai prodotti locali
La cucina di chef Francesco Montemurro appaga sia la vista che il palato, con piatti di grande impatto e buona tecnica. Indiscusso protagonista è il mare, cui sono dedicati i due menù degustazione.
Carla Ardelli è alla guida della brigata e, grazie all’esperienza maturata nel tempo, anche alla corte di Georges Cogny, si muove agilmente tra le fresche materie prime che seleziona personalmente. Modella gli ingredienti con sapienza, la chef, spaziando dal pesce alla carne
Daniele Repetti si ispira alla tradizione piacentina interpretandola in chiave creativa. Basa la sua curata cucina su una materia prima d’eccellenza che spazia dall’orto, alla terra, al mare. Così il filetto di salmone leggermente affumicato, crema di acetosella…
L’accoglienza e il benessere dell’avventore sono i cardini attorno ai quali, qui, ruota tutto. Un filrouge che passa in prima battuta attraverso il caloroso benvenuto che lo chef riserva da trent’anni ad ognuno dei propri ospiti all’atto della comanda; quindi che si ritrova nei piatti che escono dalla cucina
I prodromi arrivano dalla scuola francese, che permette loro di servire, ancora oggi, una sontuosa e attualissima Canard à la Presse o un'indimenticabile crêpe Suzette alla lampada (anche se di alto livello sono qui tutti i dolci)
Gli chef spaziano dalla terra al mare, prediligendo le materie prime provenienti da tutto il territorio italiano e una cucina che accarezza la tradizione con lievi tocchi creativi come per le Lumache alla bourguignonne con la sua maionese, verdure croccanti…
Nell’aria si respira un’atmosfera rilassata e cordiale, in perfetta armonia col contesto campestre circostante, da apprezzare soprattutto nelle calde sere d’estate, quando si può comodamente cenare all’aperto con venticello propizio ad alleviare dall’afa.
Lo chef Gianpietro Stancari propone una cucina custode della tradizione gastronomica della zona, le cui ricette sono eseguite con particolare attenzione e basate su prodotti del territorio, esaltati con grande rispetto e senso del gusto.
Una cucina solida fatta di ingredienti di qualità posti a custodi di una tradizione che riesce nel difficile compito di essere sempre attuale, grazie alla capacità di approntare piatti che sono certamente ricchi e opulenti, ma mai pesanti
La cucina declina prodotti e materie prime provenienti da produttori locali accuratamente selezionati, con spiccata personalità, svincolandosi dalla tradizione. Gli ingredienti sono rispettati in preparazioni e abbinamenti che non ne inficiano la natura, anzi…
Alla guida della brigata di cucina c’è lo chef patron Marco Parizzi il quale, forte di esperienze nazionali e internazionali, si esprime in una cucina classica con abbinamenti riusciti di sapori e consistenze. Lo dimostrano i conchiglioni ripieni di amatriciana, guanciale e pecorino…
Lo chef patron guida una cucina basata sui piatti della tradizione e sulla brace di cui, a queste latitudini, si va molto orgogliosi. Sulla griglia vengono cucinate carni di manzo, maiale ma anche alcuni primi piatti, come le tagliatelle all’amatriciana…
La brigata è capitanata da Barbara che, calorosamente, interpreta una cucina tradizionale casalinga con anche tocchi personali che attualizzano i piatti come per gli stracci di pasta alle biete, con sugo ai peperoni e acciughe del Cantabrico
I fornitori sono del territorio, tra cui macellerie, caseifici e aziende agricole, tutti a Km0. Un bacino di ingredienti da cui Luca Ferrari, alla guida della giovane brigata di cucina, attinge per proporre piatti personali e senza orpelli con gusti centrati…
È questo il regno, composto da ristorante e locanda con sei camere, di Andrea Incerti Vezzani, chef autodidatta col pallino dell’orto, che coltiva secondo il metodo biodinamico e del quale fa espressione massima della propria filosofia ecologica
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