Lo “scrittore fantasma” che cede ad altri la paternità della sua opera è sempre più diffuso nel Belpaese. Complice l’avvento dei social network, ma anche grazie “alla volontà di molti imprenditori di raccontarsi oggi attraverso un libro. Molti fanno fatica però a comunicarsi in autonomia”, spiega una ghostwriter. E sul futuro della professione: “L’Ai non ci spaventa, il tocco umano resta ancora insostituibile”
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