Anche nella scacchiera dell’Aglio di Voghiera, il bianco ha mosso per primo. Nasce infatti candido e niveo con gusto dolce e delicatamente aromatico l’aglio di Voghiera coltivato nella pianure ferrarese, in terreni limosi e argillosi, e protetto dal marchio DOP.
L’aglio nero di Voghiera è il risultato del processo fermentativo, totalmente naturale, applicato all’originale bianco DOP. Dalla permanenza dei bulbi a temperatura e umidità controllate, per un ciclo di circa 60 giorni, si ottiene il loro
imbrunimento e si sviluppa quel particolare sapore raffinato che spazia dai sentori di caramello alle note dolci e suadenti della liquirizia.
Anche la consistenza degli picchi cambia: diventano morbidi, quasi fondenti e la digeribilità risulta migliorata. Si tratta di un processo che già veniva messo in atto in Oriente, ma che NeroFermento, start up nata dalla sinergia tra una società agricola parte del Consorzio Produttori Aglio di Voghiera DOP e una società cooperativa ravennate che si occupa di energie alternative e della valorizzazione di matrici organiche tramite digestione anaerobica, ha applicato ai bulbi di Voghiera.
L’azienda ha concepito e sviluppato un fermentatore che ha una capacità produttiva di 2000 kg di aglio nero per ogni ciclo. Nella gamma dei prodotti oltre alle teste di aglio nero di Voghiera, sono disponibili anche gli spicchi già pelati, la polvere e la crema spalmabile e c’è anche una linea Bio che include due pesti in cui l’aglio nero biologico sposa rispettivamente topinambur e noci.