Raccontare Massimo Bottura e il suo ristorante – più volte definito come «il migliore del mondo» – rischia di essere, oltre che difficoltoso, pure pleonastico. Perché così tanto è già stato detto e scritto che aggiungere altro potrebbe apparire solo ripetitivo.
Il consiglio, per chi non c’è mai stato, è quello di andare a sedersi in queste piccole sale, ricche di opere d’arte contemporanea. Ma di farlo a mente sgombra. Perché tutto sarà così straordinariamente affascinante, e bello, e buono che vale la pena goderselo fino in fondo, stupendosi come bambini di fronte a piatti squisiti quant’altri mai. L’altro consiglio è quello di affidarsi senza tema al menu degustazione (proposto a 325 euro): si avrà così la possibilità di immergersi totalmente non solo nella cucina di Bottura ma nell’idea della sua cucina. Che è creativa e classica, ricca ed essenziale, contemporanea e tradizionale al contempo. Negli anni Bottura ci ha abituato a menu che raccontano percorsi geografici e culturali (il viaggio sul Po, sulle orme di Mario Soldati; i Beatles; l’itinerario attraverso le pietanze iconiche di grandi cuochi italiani, piuttosto che attraverso le ricette più note della nostra tradizione nazionale, sino all’attuale «I’m not there», che propone, riaggiornati, i ‘piatti-feticcio’ della Francescana) che, nella loro successione di aromi e gusti (due esempi su tutti: «l’anguilla che risale il Po», ovvero marinata nella saba, e «This Little Piggy Went to the Market», ovvero maialino accompagnato da una girandola di ingredienti e di spezie rappresentative degli usi dei cinque continenti) sono – semplicemente – capolavori d’alta gastronomia.
La cantina e il servizio, coordinati da Beppe Palmieri, tengono il passo della cucina: in una parola sono anch’essi ‘siderali’. Per una esperienza complessiva che non ha eguali altrove.
Premio “Piatto dell’anno” – Emilia-Romagna a Tavola 2024 / Mec Palmieri
Via Stella, 22 – Modena
Tel. 059223912
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