L’Osteria Francescana di Massimo Bottura è, a ben diritto, uno dei migliori ristoranti del mondo. E lo è perché qui si è compreso come il piatto creativo debba necessariamente esprimere anche un che di tradizionale e territoriale, pena il non essere capito e apprezzato. È appunto quel quid che, rassicurando memoria e palato, predispone l’ospite al passo verso l’ignoto. Ecco, Bottura è stato capace di entrare dentro consolidate idee secolari di gastronomia, dentro ricette sedimentate di generazione in generazione, e quindi di ‘disobbedirle’, smontandole dal di dentro e mostrando come fosse possibile creare qualcosa di nuovo che fosse ugualmente (se non di più!) buono. Tutto il resto – la tecnica come le suggestioni raccolte dai quattro angoli del pianeta – nulla sarebbe e nulla avrebbe fatto senza questa sua visione lungimirante ma pure profondamente concreta. Sedersi a uno dei tavoli di questo locale, circondati da importanti opere d’arte, e seguiti da un servizio attento e puntuale (che ruota sotto l’occhio vigile di Beppe Palmieri), è quindi davvero una esperienza del gusto e nel gusto, che sovverte gli abituali, rassicuranti punti di riferimento per mostrare come, al di là della routine del palato, ci possa essere ‘altro’. E quell’‘altro’ può prendere la forma tanto di uno dei botturiani classici (come l’iconico «Un anguilla risale il Po» o come il riso «grigio e nero» con ostriche e caviale, giusto per limitarsi a due esempi) quanto del menu degustazione (a 325 euro) che, anno dopo anno, mostra l’evoluzione di una cucina in perenne movimento, con piatti come «Da Gragnano a Bangkok» (ovvero spaghettini tiepidi cotti in
acqua di pomodoro fermentato, con riduzioni di pomodori e latte di cocco). La carta dei vini è importante, ricca di blasonate etichette che giungono da ogni continente. Mangiando alla carta si raggiungono i 350 euro.

Via Stella, 22 – Modena
Tel. 059223912
www.osteriafrancescana.it | [email protected]
Turno di chiusura: mai
Ferie: due settimane in agosto