Molto probabilmente chi sta leggendo queste parole sarà seduto. E se non lo è, guardandosi attorno potrà notare che ovunque il nostro occhio arrivi si può trovare una seduta: una sedia, un divano, una poltrona. Oppure un pouf o una panca. Gli spazi delle nostre case sono immaginati per contenere oggetti di questo tipo: non c’è soggiorno senza sofà, per esempio. Tra un prodotto e un altro vediamo cambiare le dimensioni, i materiali usati, il comfort che percepiamo.
Ciò che non vediamo è come dietro ci siano ragionamenti, nozioni, studi, progetti: perché una sedia ha quella forma e quell’altezza? Perché sono stati usati quei materiali? Ecco che quegli oggetti a volte tanto banali diventano allora curiosamente ‘scientifici’. È anche per questo che un’impresa può dedicarsi a questo tipo di prodotti da quando è nata – più di 140 anni fa – e continuare a crescere mentre lo fa.
Lo sa bene Gervasoni, azienda guidata oggi dai fratelli Michele e Giovanni Gervasoni, amministratore delegato il primo e presidente il secondo. A uscire dallo stabilimento di Pavia di Udine non sono esclusivamente sedute, però. Anzi, parlare solo di queste sarebbe riduttivo per un’azienda che è attiva dal 1882. “A quell’altezza il nome era Società Friulana Industria Vimini – racconta l’ad – proprio perché produceva piccoli complementi utilizzando questo materiale”.
Nel 1925 il nonno dei due rileva l’attività. Nel 1959 quest’ultima passa nelle mani del padre di Michele e Giovanni, che a loro volta entreranno tra gli anni Ottanta e Novanta. “Ogni generazione ha portato nuova linfa all’impresa – prosegue –. Nostro nonno, circa cento anni fa, ha deciso di dedicare un’attenzione particolare al tipo di offerta da promuovere: e così ha acquistato macchinari più moderni e iniziato a importare materia prima più pregiata del vimine”. In questo modo l’azienda udinese ha cominciato ad allargare la propria influenza oltre il mercato locale.
Il padre di Michele e Giovanni, invece, ha avuto il merito “di essere un pioniere del design”: nel pratico, ciò ha significato iniziare ad appoggiarsi a consulenti artistici e tecnici esterni noti a livello nazionale e internazionale. “La sua idea era che avere una firma riconosciuta dai mercati sarebbe stato un plus per Gervasoni. E così sono nate le collaborazioni con Vico Magistretti e Carlo Forcolini, per esempio”, spiega l’ad.
Quando lui e il fratello entrano in azienda, il mercato di riferimento era l’Italia. “Abbiamo fatto – prosegue Michele – essenzialmente due considerazioni. La prima era che lavorare solo su prodotti intrecciati sarebbe stato un limite”. La seconda è appesa dietro la scrivania alla quale è seduto, rappresentata da un planisfero: “Il mondo era grande e saremmo cresciuti ancora se fossimo stati presenti in più mercati”.
L’obiettivo, allora, diventa quello di dare “un respiro molto più internazionale” ai prodotti Gervasoni. Così l’azienda udinese si affianca all’architetta e designer Paola Navone: “Con lei è stato un po’ come ripartire da zero – dice l’ad –: ha ridisegnato quasi tutte le nostre collezioni. Volevamo creare una sorta di ‘mood’ Gervasoni che sarebbe stato riconosciuto nel mondo”.
Se oggi la quota export dell’azienda supera il 75%, si può dire che l’obiettivo è stato centrato. I circa 80 Paesi esteri verso cui è diretto vedono Francia, Germania e Stati Uniti in testa. “Negli Usa – aggiunge Michele Gervasoni – possiamo svilupparci ancora. Come anche in Cina: lì abbiamo vissuto una forte espansione che il covid ha fermato. Ora, da qualche anno il mercato è stagnante. Ma è solo un fatto di tempo: si sbloccherà”.
L’andamento economico-finanziario dell’azienda dà ragione alle scelte compiute. Dal 2016 al 2022 il fatturato è salito da 22,1 a 37,4 mln e nel triennio 2020-2022 l’Ebitda è aumentato da 3,2 mln a 7,8 mln, con un risultato netto che due esercizi fa si è attestato a 4,3 mln. “Per l’arredo – commenta l’ad – il covid è stato un boost anziché un ostacolo. Nel 2023 il settore nel complesso ha registrato un segno meno, mentre noi abbiamo chiuso a 38,5 milioni di ricavi con un Ebitda del 20%”.
La crescita dell’anno scorso è stata supportata “in particolare dalle commesse contract e navali, quindi progetti un po’ al di fuori del perimetro di vendita tradizionale”. Proprio per sfruttare al massimo le potenzialità di questi mercati, Gervasoni sta concentrando i suoi sforzi anche sull’Inghilterra: “Londra è la città chiave per i centri di specifica dei progetti di grandi catene alberghiere e ospita le sedi di importanti studi di progettazione e di architettura che operano in tutto il mondo”. Intanto anche il 2024 è partito bene, con il primo trimestre che “si è chiuso al di sopra del budget, mantenendosi in linea con l’andamento del 2023”.
Verrebbe da chiedersi se trovarsi a Pavia di Udine sia in questo senso un vantaggio o uno svantaggio. Ma non bisogna trascurare la forza dei distretti: “Per molto tempo – risponde l’ad – l’area di Udine è stata focale per la produzione delle sedie in legno: fino ai primi anni Novanta, il 60-70% di quelle vendute nel mondo veniva da qui”. E poi, dal punto di vista logistico, “dopo la caduta del muro di Berlino, questa zona è diventata un po’ il centro d’Europa”. Semmai, il vero decentramento è rispetto alla capitale europea del mobile: Milano. Ma Gervasoni si è mossa per tempo e già dal 1986 ha uno store nella città meneghina, cui si è aggiunto, due anni fa, un secondo spazio.
Gervasoni non ha ‘trovato casa’ solo a Milano, però. Per parlare della sua presenza nel mondo occorre fare qualche passo indietro, al 2015. A quell’altezza Michele e Giovanni decidono assieme all’ingegnere Paolo Colonna e al professore Fabio Sattin di fondare Italian Design Brands (Idb): “Quando ancora non si sentiva parlare di ‘gruppi’, abbiamo pensato di partire da Gervasoni e, grazie alla forza e alla conoscenza di Colonna e Sattin, di aggregare per acquisizione altre aziende nel panorama del design italiano”.
La peculiarità di questo progetto è stata quella di lasciare sempre l’imprenditore alla guida della sua azienda. La ‘prima fase’ di questo processo si è conclusa a maggio 2023, con la quotazione in Borsa di Idb, che oggi è formato da 11 aziende e 14 marchi, con un fatturato complessivo attorno ai 300 milioni. “Insieme – aggiunge Michele Gervasoni – diventa possibile fare operazioni commerciali di peso: abbiamo identificato delle macro-aree su cui puntare (Usa, Cina e Inghilterra) e lì si creano delle strutture gestite dalla capogruppo”.
A novembre 2023, per esempio, è stato aperto uno showroom a New York che, fino a maggio di quest’anno, ha ospitato la struttura corporate locale e spazi dedicati ai due marchi Meridiani e Davide Groppi. Poi è arrivata anche Gervasoni “e forse non saremo neanche gli ultimi – conclude Michele – perché è un mercato in cui crediamo molto e c’è sicuramente molto da fare”. A marzo 2024, poi, il gruppo ha cambiato nome ed è diventato Dexelance, per sottolineare ancora di più la propria vocazione internazionale, con una strategia di crescita che guarda anche a eventuali acquisizioni di aziende straniere.
Una strada che Gervasoni può dire di aver già percorso. Il suo ‘track record’ nelle operazioni straordinarie parte nel 2009 con quella di Ifa (oggi Very Wood), azienda di Premariacco (UD) specializzata nella produzione di sedie in legno, “un terzista molto strutturato e caratterizzato da un livello qualitativo molto alto”, e arriva al 2023 con quella della slovena Rex Kralj, “che aveva la licenza per produrre alcune sedie disegnate dal designer Niko Kralj”.
Si tratta, in entrambi i casi, di acquisizioni “fatte con logiche precise”. Quella di Ifa, per esempio, ha permesso a Gervasoni “di avere un know how produttivo in un settore molto specifico, per aggredire il settore del navale e del contract legato alle sedute in legno”. In quella di Rex Kralj ha pesato l’area di gusto delle loro sedie, “riconducibile agli arredi anni Cinquanta-Settanta, riconoscibile in tutto il mondo e molto apprezzata soprattutto in due aree su cui stiamo puntando, Asia e Stati Uniti”. Si ritorna qui: all’oggetto su cui siamo seduti e del quale dopo aver conosciuto la storia di Gervasoni – forse – apprezzeremo di più la non banalità.
Gervasoni è una delle 1.000 imprese Champions selezionate dal Centro Studi ItalyPost e L’Economia del Corriere della Sera. Per informazioni sulle imprese Champions clicca qui.