Sull’Appennino bolognese, questa bella e curata trattoria (da oltre cinquant’anni gestita dalla famiglia Nanni, ora giunta alla quarta generazione), dalla affascinante atmosfera conviviale, propone una solida cucina di tradizione, basata sulle originali ricette petroniane e su una indiscutibile qualità della materia prima (si pensi solo che Nuova Roma orgogliosamente elenca, ringraziandoli, i produttori e i rivenditori da cui acquista gli ingredienti).

Rispetto della stagionalità, quindi. Rispetto degli aromi e dei sapori primari. Rispetto dei tempi debiti e dei modi necessari nella realizzazione delle pietanze… Non ci sono trucchi ai fornelli: qui tutto è vero, e tutto è sincero. Come negli epitomatici tortellini in brodo di manzo e gallina. Come nelle tagliatelle al ragù bolognese. O come nella zuppa imperiale (che leggenda vuole sia stata ‘inventata’ per l’imperatrice Maria Luigia, moglie di Napoleone), in nessun luogo buona come qui. Fra i secondi indimenticabili sono la cotoletta di vitello alla petroniana (arricchita con tartufo, in stagione) e i fegatelli di maiale allo spiedo con friggione (salsa tradizionale a base di cipolle bianche e pomodori pelati). Ottimi i dolci, di fattura casalinga.

Più che dignitosa la carta dei vini che propone etichette non solo regionali, offerte a prezzi corretti. Il conto è assai onesto: per quattro piatti raramente si superano i 40 euro. La prenotazione, soprattutto nei fine settimana, è vivamente consigliata.