Da anni Massimiliano Poggi è diventato l’emblema della cucina bolognese d’avanguardia. Nel suo locale, decentrato rispetto alla città ma centralissimo in termini di proposta culinaria, è riuscito a nobilitare il motto «quel che c’è, quando c’è», portando in tavola il territorio emiliano-romagnolo, talvolta anche quello più verace e contadino, e interpretandolo attraverso tecniche raffinate e con un piglio autoriale di grande vivacità.

Rappresentativi della filosofia di Poggi sono i due percorsi degustazione proposti: «Campagna e sostanza» e «Concetti e passione». Nel primo il territorio e i suoi prodotti sono i protagonisti, ben espressi dalla celestiale insalata russa (noto e iconico piatto ove emerge tutta la ‘ruralità’ e la freschezza delle verdure, in un perfetto bilanciamento tra dolcezze e acidità). Nel secondo Poggi gioca con gli elementi a lui più affini, declinando la sua cucina tra campagna, collina e acqua dolce. Nella carta non mancano tuttavia importanti affondi nella tradizione, incarnata dai tortellini in doppio brodo di cappone e dall’anatra all’arancia, di scuola classica francese. In ogni caso, è sempre l’immediatezza del gusto che caratterizza i piatti di Poggi, ben rappresentati pure dalla vacca vecchia alla brace, dove la salsa bernese fa da trampolino a una materia prima di altissimo livello.

L’ambiente elegante, il servizio cortese e attento e una cantina di buona ampiezza completano il quadro. I due menu sono proposti a 65 euro (cinque piatti) e a 85 euro (otto piatti), mentre la spesa media alla carta è di 90 euro.