Ѐ Guido Caldarelli con “Senza uguali” (Egea) a trionfare nella prima edizione del Premio Libro dell’Anno sull’Innovazione, un riconoscimento a quelle produzioni editoriali che in modo originale hanno analizzato e raccontato il mondo dell’innovazione sia sotto l’aspetto tecnologico che delle questioni etiche e filosofiche ad esse connesse, al fine di promuoverne una “nuova narrazione”.
Proprio oggi (20 maggio), nel corso del Galileo Festival della Scienza e dell’Innovazione, all’Auditorium del Centro Culturale Altinate San Gaetano di Padova si è tenuta la Cerimonia di Premiazione del Premio, promosso da ItalyPost e dal Corriere della Sera, con gli interventi dei 5 autori finalisti: Cosimo Accoto, docente di Cultura digitale, Luca Amendola, docente di Fisica teorica Università di Heidelberg, Guido Caldarelli, docente di Fisica teorica, modelli e metodi matematici Università Ca’ Foscari Venezia, Luca De Biase, giornalista dell’innovazione, docente di Knowledge Management Università di Pisa e la sociologa Elena Esposito. Il tutto con la conduzione di Antonio Maconi, curatore Galileo Festival della Scienza e Innovazione.
L’evento, anticipato in mattinata da momenti dedicati ai singoli libri finalisti, ha visto la giuria popolare protagonista del voto. Pochi i punti di distacco fra le varie opere, ma la classifica finale ha visto la vittoria di Caldarelli con 42 voti, seguito da “L’algoritmo del mondo” (Il mulino) di Luca Amendola con 37 voti. Terzo posto per “Comunicazione artificiale” (Egea – Bocconi University Press) di Elena Esposito con 36 voti. Sono 35, invece, i punti per “Il mondo in sintesi” (Egea) di Cosimo Accoto. Chiude la classifica “Eppur s’innova” (Luiss University Press) di Luca De Biase con 32 voti.
Le cinque opere finaliste, lo ricordiamo, erano state selezionate in questi mesi dalla Giuria Scientifica del Premio che vantava personalità del calibro di Massimo Cerofolini, giornalista Eta Beta su Rai RadioUno, Francesca Ferrazza, responsabile Magnetic Fusion Initiatives Eni, Serena Fumagalli, economista, direzione Studi e Ricerche Intesa Sanpaolo, Giuseppe Gigli, fondatore e direttore Istituto di nanotecnologie CRN Lecce, Salvatore Majorana, direttore Kilometro Rosso, Barbara Mazzolai, associate director IIT-Istituto Italiano di Tecnologia, Franco Ongaro, chief technology and innovation officer Leonardo, Caterina Petrillo, presidente Area Science Park, Paola Pica, responsabile Login Corriere della Sera, Fabio Puglia, amministratore delegato Oversonic, Roberto Siagri, già presidente Eurotech.
A presiedere la Giuria Scientifica del Premio la rettrice del Politecnico di Milano, Donatella Sciuto, che intervenendo durante la cerimonia di assegnazione del premio ha sottolineato come spiegare l’innovazione sia importante per il nostro Paese: “Dobbiamo fare innovazione e saperla raccontare, solo in questo modo si creerà e svilupperà la capacità critica di conoscere e riconoscere ciò che è reale da ciò che non lo è. E la produzione editoriale di cui discutiamo in questa occasione rappresenta molto bene questo obiettivo necessario per la nostra società”.
Il direttore del Galileo Festival, Giovanni Caprara, ha invece evidenziato l’importanza della ricerca e dell’approfondimento: “In un mondo nel quale si parla “a tweet” e si scivola sempre verso la superficialità i libri sono un modo per approfondire ed essere più consapevoli ed è anche con questo scopo che promuoviamo il Premio sull’Innovazione”.
Ma tornando al vincitore, il libro si presenta come un’analisi del mondo attuale, un mondo che diventa ogni giorno più connesso e complesso. Città affollate, mercati finanziari globali, notizie false che in pochi minuti si diffondono ovunque, una pandemia che da un mercato asiatico arriva quasi a bloccare l’intero pianeta. Se la connessione sembra una proprietà facile da intuire, la complessità è un concetto più sfuggente, che si può sintetizzare come un sistema con un gran numero di componenti che può generare comportamenti inattesi, perché l’aggiunta di elementi non solo aumenta le dimensioni del sistema ma lo rende qualcosa di totalmente diverso. Capire la complessità significa rendersi conto di quanto siano interconnesse le variabili in gioco e imparare a prevederne l’evoluzione per pianificare un mondo migliore, più sostenibile e con maggiori opportunità per tutti.