Era il 1931 quando, per la prima volta, il Touring Club Italiano diede vita alla sua prima Guida gastronomica d’Italia. A dimostrazione di come l’attenzione per il cibo e per i sapori sia da sempre parte integrante della cultura di questo Paese. Del resto, in Italia più che altrove, il cibo è un elemento in grado di fotografare la complessità del nostro territorio ed è uno specchio della sua offerta gastronomica estremamente variegata. Ma mai come oggi l’enogastronomia ha saputo ritagliarsi il proprio posto nelle usanze di chi viaggia, diventando non solo un’aggiunta associata alla meta, ma anche il motivo stesso per cui le persone si mettono in viaggio.
Il risultato è stato la nascita, nel tempo, di un turista sempre più esigente, attento alla qualità dei prodotti e desideroso di vivere un’esperienza a 360 gradi. Secondo Coldiretti, ben un terzo del budget in vacanza viene speso proprio a tavola e il turismo enogastronomico vale oggi oltre 5 miliardi, con una grande spinta proveniente dal mercato del vino. Non stupirà dunque notare come negli ultimi anni siano aumentati i tour operator alla scoperta delle diverse realtà locali o siano nati pacchetti finalizzati proprio al turismo del “food&beverage” e dei prodotti d’eccellenza: esperienze di degustazione, spa a tema vino o i wine resort. Ma anche tour culinari in grado di coinvolgere non una, ma molte realtà del territorio, e stimolare così “sinergie” fra i diversi produttori in grado di creare reti efficaci, in cui ognuno è protagonista, non per forza competitor. Al centro, dunque, l’esperienza, i sapori e i gusti, per palati raffinati o solo per i più curiosi.
Una tendenza, quella di un turismo sempre più attento alle peculiarità dei singoli territori e i suoi prodotti, confermata anche da Giulio Lattanzi, direttore generale Touring Club: “L’interesse dei turisti è sempre più molteplice e mette insieme i beni culturali, il paesaggio, ma anche l’enogastronomia. C’è un interesse che si è molto allargato e il modo in cui le persone entrano in contatto con il luogo è sempre più esperienziale. L’enogastronomia – specifica -, non si traduce solo in esperienze nei ristoranti, ma anche nella scoperta delle produzioni specifiche, nel capire e vedere come esse funzionino”.
Esiste, dunque, un elemento di attrazione sempre più capace di far muovere il pubblico: “il processo che porta il viaggiatore a poter entrare e capire meglio la produzione, il come si arriva dal punto di vista produttivo al risultato, quali storie ci sono dietro le aziende e come possono essere raccontate”. Il segreto della perfetta esperienza? La capacità di accoglienza, l’empatia mostrata verso il visitatore e anche il giusto e onesto storytelling. Se molti prodotti delle nostre regioni – come il Parmigiano Reggiano o il Prosciutto di Parma e il San Daniele – non hanno certo bisogno di presentazioni, esistono anche molte altre eccellenze frutto di realtà che giorno dopo giorno cercano di trasmettere l’amore per il proprio lavoro e la qualità di ciò che producono.
E’ in questo contesto, dunque nel bisogno di coniugare il viaggio alla scoperta dei singoli prodotti e di come vengono realizzati, che si inserisce anche la nuova edizione primaverile di WeFood, – realizzata da ItalyPost in partnership con Touring Club Italiano – la manifestazione con protagoniste le cosiddette “Fabbriche del Gusto” che nel weekend del 22 e 23 aprile vedrà l’apertura al pubblico di moltissime realtà del nostro territorio. Dalle cantine ai prosciuttifici, passando per le distillerie, cioccolaterie, caseifici e acetaie, per raccontare e valorizzare le loro storie di impresa e produzioni tipiche. Porte aperte, fra le altre, per Acetaia Giusti, nel modenese, nota per offrire visite guidate gratuite all’acetaia con esperienze di degustazioni e assaggi in grado di attirare 20mila visitatori l’anno. Ma protagonista del “weekend enogastronomico” sarà anche il riso Vialone Nano Veronese dell’Azienda Agricola Melotti e la sua Fattoria Didattica dove viene raccontato il loro lavoro: dalla scelta del giusto terreno a quella del giusto seme. Sempre nel veronese aprirà le porte anche Frantoio Bonamini, secondo cui “l’attività di informazione e formazione di quello che si fa è fondamentale per avere dei consumatori consapevoli”. Fra le molte altre, presenti anche aziende del calibro di Maeli, azienda vinicola nel cuore dei Colli Euganei, Distilleria Ceschia, situata a Nimis, Udine o Caseificio Via Lattea, nella bassa bergamasca, specializzato in formaggio di capra a latte crudo.
“Il Paese vive uno straordinario rilancio che deve passare attraverso le aziende, i saperi, il sapore – ha aggiunto alla presentazione dell’evento il direttore delle Relazioni Istituzionali e del Centro Studi Touring Club Italiano Massimiliano Vavassori – Quello che sta emergendo in questi anni è lo straordinario legame fra i produttori e il territorio, ovvero ciò su cui dobbiamo puntare sempre di più. Così come si sta evolvendo il rapporto fra l’attrattività del territorio e il modo giusto di raccontarlo. Non si possono scindere questi due aspetti. E poi lo scambio: un turista che arriva a visitare un’azienda non è un semplice visitatore che passa. Parliamo di un vero e proprio nuovo modo di viaggiare, che è la forma più completa di conoscenza perchè attiva tutti i sensi. Insomma, è un po’ la nuova ricetta del turismo del futuro”.