La rete del riciclaggio camorrista passava da investimenti immobiliari tra Emilia-Romagna, Campania, Lazio e Sardegna grazie ad Antonio Passarelli, imprenditore da anni legato ad alcuni clan. Sottoposti ai sigilli 12 società, 16 autoveicoli, 37 rapporti finanziari, 21 quote societarie e 639 immobili e terreni, tra cui un signorile complesso abitativo nella provincia di Ravenna di ben 77 immobili costruiti e mai utilizzati. L’uomo, che aveva costruito un sistema di società commerciali con prestanomi, si trova ai domiciliari
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