Il padre del San Domenico è il padre del rinascimento culinario italiano.
Siamo negli anni ’60, infatti, quando Nino Bergese libera la grande cucina dalle case nobiliari e comincia a proporre preparazioni di inedita finezza prima nel suo ristorante di Genova quindi proprio al San Domenico, a Imola: locale leggendario dove classicismo e rivoluzione trovano, ancora oggi, un’inedita conciliazione.
Presto spiegato, dunque, il senso di immutabilità che pervade il visitatore, enfatizzato da una cucina che ha saputo tramandarsi di generazione in generazione passando da Bergese a Valentino Marcattilii e, quindi, a Massimiliano Mascia, con imperturbabile eleganza. I
prodromi arrivano, del resto, dalla scuola francese, che permette loro di servire, ancora oggi, una sontuosa e attualissima Canard à la Presse o un’indimenticabile crêpe Suzette alla lampada (anche se di alto livello sono qui tutti i dolci) ma sanno essere, se necessario, anche risolutamente italiani e finanche vernacolari come accade con l’arrostino di coniglio al rosmarino o gli gnocchi di patata Rossa di Imola.
Il servizio, curatoda Natale Marcattilii, ha la stessa raffinatezza delle pietanze e contempla suppellettili come cloche, argenteria, centritavola e tessuti pregiati, che si ritrovano anche nel bel dehors estivo; quanto alla cantina, amministrata egregiamente da Francesco Cioria, essa ha pochi eguali in Italia per ampiezza e profondità di annate.
I menu spaziano dai 60 euro per la colazione di lavoro ai 190 degli “Assaggi”. Sui 150 euro alla carta.
Via G. Sacchi, 1 – Imola (BO)
Tel. 054229000 | www.sandomenico.it | [email protected]
Aperto: a pranzo e cena da martedì a sabato; domenica solo a pranzo – Turno di
chiusura: domenica sera e tutto il lunedì
Ferie: variabili
Carte di credito: tutte