Come sono cambiate le supply chain a seguito della pandemia? Quali sono le sfide che la supply chain del futuro dovrà affrontare? Qual è l’approccio delle aziende all’integrazione (o disintegrazione) verticale a monte e a valle della supply chain?
Sono queste le domande a cui hanno risposto le aziende protagoniste di un panel di altissimo livello organizzato da auxiell dal titolo Supply Chain Agile, integrazione e performance per discutere le possibili soluzioni e condividere le best practice.
Svoltosi nella sede padovana di Unox, società leader nella produzione di forni professionali, l’evento ha visto la partecipazione di rappresentanti di Barilla, Pinarello, Cavit, Zoppas e Unox stessa. Si tratta di aziende eccellenti che hanno saputo far fronte alla situazione mondiale modificando i processi e le strategie di approvvigionamento, agendo velocemente per evitare di bloccare la filiera produttiva. Proprio dai primi punti emersi dalla discussione è apparso chiaro che i paradigmi utilizzati pre-pandemia non sono più validi: l’idea di ridurre i costi dei fornitori, per ovviare agli aumenti causati dalle conseguenze della pandemia e del conflitto russo-ucraino, si è rivelata del tutto inefficace.
Al contrario, l’integrazione verticale della supply chain è risultata una scelta vincente: chi ha scelto di verticalizzare la filiera, portandone parte al proprio interno o creando solide partnership, ha mantenuto il controllo del proprio approvvigionamento. Allo stesso modo, se una volta ci si poteva permettere di far arrivare i componenti già finiti dal Far East, ora risulta più interessante avere la possibilità di definire il prodotto in casa, intervenendo sui semilavorati. Come ha dichiarato Gianluigi Mason Logistics Italy Director di Barilla Group, «i cambiamenti esterni ci hanno portato ad essere ancora più consapevoli dei nostri punti di forza, permettendoci di continuare a produrre e offrire i prodotti ai mercati nonostante tutto. Ora stiamo migliorando la capacità di avere visibilità in tempo reale sulla filiera e la gestione dei periodi di scarsità delle materie prime».
Rimanendo nel comparto alimentare, anche per l’azienda vinicola Cavit «il momento è sfidante. Sono cambiati gli approcci produttivi, commerciali e di distribuzione del prodotto – ha dichiarato Rosario De Marchi, Direttore Operations Cavit S.C. -, come le abitudini del cliente stesso, ora sempre più attento alla sostenibilità. È importante instaurare logiche di partnership con i fornitori e non solo di costo, innescando passione per far capire i cambiamenti in corso». Integrazione ed efficienza sono il mantra anche per Unox, come ha spiegato Chiara Franzolin, COO Unox: «La nostra supply chain del futuro sarà molto integrata con processi sempre più agili e veloci per gestire le prossime sfide. Inoltre, ci sarà bisogno di un grosso commitment per quanto riguarda le persone che sono fondamentali nei processi e in cui Unox crede e investe».
Supply chain significa anche controllo dei tempi di consegna, e per aziende come Pinarello «si deve rispondere maggiormente alle esigenze del cliente accorciando i tempi del servizio, pur mantenendo l’elevata customizzazione attuale – ha spiegato Andrea Greguoldo, Supply Chain Director Pinarello -. Sarà importante integrare i processi, spostare i punti di disaccoppiamento degli stock, aumentare la diversificazione del prodotto nel momento più vicino alla consegna». Tempi e livelli di servizio sono fondamentali anche per Gianluca Sperone, Supply Chain Director di Zoppas Industries Heating Element Technologies, secondo il quale «i fattori di successo sono cambiati moltissimo: prima era il costo, mentre adesso sono la disponibilità del prodotto e il livello di servizio».
«Immagino che il mondo del 2030 vedrà supply chain meno “global” di quello del 2020. – ha concluso Francesco Culos, Partner di auxiell -. Stiamo andando in una direzione dove le aziende di successo potrebbero virare verso supply chain più integrate, più localizzate, dove il focus sarà più spostato sull’approvvigionamento della materia prima, e la trasformazione in semilavorati sarà più localizzata e gestita direttamente. Fra le aziende che oggi crescono a doppia cifra ci sono quelle che hanno lavorato meglio con i fornitori, con accordi di partnership strutturata e/o integrandoli nei propri processi produttivi, che peraltro alcuni stanno già duplicando in continenti diversi per ridurre i rischi. Questo approccio dà loro la possibilità di controllare l’intera supply chain e di essere più stabili qualitativamente e più reattivi, in base agli eventi, in termini di lead time di risposta al cliente».
In questo scenario si colloca l’intervento di auxiell, dato che il collegamento alla domanda è una delle linee guida concettuali su cui si basa il lean system. «Esso si realizza quando le informazioni necessarie a soddisfare quanto richiesto dal Cliente sono trasmesse correttamente lungo tutte le fasi del processo e, allo stesso tempo, il processo stesso è effettivamente in grado di erogare quanto richiesto – gli fa eco Massimo Taroni, Value Delivery Manager di auxiell -. Questo collegamento deve essere garantito anche in presenza di forti turbolenze quali quelle cui stiamo assistendo da ormai due anni. Le organizzazioni si stanno dunque adoperando agendo in maniera importante sull’organizzazione delle proprie catene di fornitura».