Vino d’Arabia, bevanda del diavolo, infuso destinato a riti religiosi presso i mistici sufi che lo utilizzavano per restare vigili nelle veglie di preghiera. La controversa anima del caffè, in fondo, è un sapiente mix tra natura e perizia dell’uomo.
Da questi due elementi, di altissimo livello, si determinano il carattere, la personalità e la qualità elevata del caffè, che approdò in Europa nel XVII secolo e diede il via alle numerose botteghe ad esso dedicato, sebbene a Venezia, un secolo prima, presso gli speziali, si potessero trovare dei semi di “Coffea arabica”, venduti a caro prezzo e considerati un vero medicamento.
Per Leonardo Lelli il caffè non ha segreti. Profumo e gusto partono da una accuratissima selezione dei chicchi verdi e dalla conoscenza diretta dei vari campi su cui crescono le piante nei paesi di origine: solo piccole piantagioni, di proprietà di piccoli coltivatori, immerse nella flora locale, coltivate in modo biodinamico e per questo portatrici in dote di una biodiversità e di un patrimonio organolettico unici.
Solo una tostatura artigianale, frutto di sensibilità e profonda conoscenza della materia prima, riesce ad esaltare le qualità intrinseche dei chicchi. Dal 1996, la passione e la continua ricerca di Lelli si traducono in differenti racconti di caffè, espressioni sincere delle terre in cui sono nati (dall’Africa all’India al Sudamerica): una serie di cru monorigine, una gamma di blend (armonie di caffè Arabica e Canephora) e una linea di edizioni limitate di cru, di particolari annate.