Prima di approdare a Savigno per aprire la sua trattoria, decisamente una delle più interessanti a livello nazionale e rappresentative della sua regione, ha lavorato a Bologna con un grande maestro della pasticceria come Gino Fabbri e poi con uno chef di grande spessore come Massimiliano (Max) Poggi. Non contenta, ha frequentato le cucine di Massimo Bottura e Niko Romito. Da ciascuna di queste esperienze ha preso quel che le serviva per esprimere una cucina del territorio e della tradizione al massimo livello. Perché non sempre serve preparare piatti astrusi per esprimere un bel talento e neppure snaturare i classici anche se alleggerendoli, mantenendone quindi inalterato il gusto e rendendoli attuali e golosi.
Si parte dalle aeree crescentine fragranti servite con affettati e giardiniera di alta qualità, per continuare con le ricche tagliatelle al ragù rigorosamente tirate al mattarello. Ancora, tortellini o passatelli fatti come si deve in un magnifico brodo di gallina. Si gode nella stagione giusta con lo squisito zampetto di maiale in salsa verde. Da non perdere, per chi non l’avesse mai assaggiata (ma anche per chi ama il godimento) la cotoletta alla bolognese. Va da sé che anche i dolci, a partire da una zuppa inglese di quelle giuste, sono ottimi. Bell’assortimento enologico con buone etichette regionali e servizio di grande cordialità. Sui 35 euro, molto ben spesi.