La produzione di uve sangiovese è storica, ma è dal 1980, quando Claudio inizia a dedicarsi a tempo pieno all’azienda per poi cedere le redini al figlio Enrico, che iniziano i grandi cambiamenti che vedono la proprietà com’è oggi. Sono ventitre gli ettari vitati, la maggior parte dedicati al Sangiovese, da vecchi impianti restaurati e reimpiantati con la selezione massale di Palazza; non mancano la prima vigna policlonale in Romagna di Cabernet Sauvignon e un vigneto con Chardonnay e Riesling.
Tutela delle biodiversità e lavoro in vigna secondo le regole dell’agricoltura biologica, attenzione e cura in cantina e affinamenti lenti sono i criteri su cui si basa la produzione di vini di grande intensità, i cui nomi corrispondono tutti a quelli dei cavalli della piccola scuderia di famiglia.
Ci è piaciuto molto il Sangiovese in purezza Predappio Doc “Notturno”, primo vino nato a Palazza dopo il nuovo corso, un classico che arriva dalla selezione delle migliori uve di tutte le vigne che vengono prima raccolte, vinificate e affinate separatamente per poi essere assemblate. Fermenta in vasche di cemento e acciaio, macera sulle bucce per poco più di un paio di settimane e affina un anno in botti grandi di rovere francese e poi in tonneaux di Allier. Di grande, profumata piacevolezza è un vino equilibrato che si presta anche a un abbinamento a tutto pasto.
— Drei Donà – Tenuta la Palazza
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