L’impresa sostenibile? Si inizia a costruire con la pulizia. La pandemia causata dal virus SARS-CoV-2 ci ha ricordato l’importanza dell’igiene per la nostra vita in comune: pensiamo soltanto a come lavarsi le mani sia diventato di punto in bianco un’attività che merita attenzione e concentrazione. Passando dall’igiene della persona agli ambienti, la sanificazione dei luoghi di lavoro è divenuta una pratica su cui ogni azienda ha dovuto investire risorse, rimodellando anche la propria organizzazione interna per consentire la massima sicurezza di operatori, fornitori e clienti.
L’attenzione alla pulizia è da tempo un caposaldo della cultura giapponese, in cui non ci si limita a riconoscere solo l’importanza dell’igiene dal punto di vista sanitario. La sanificazione di un ambiente assume, in alcune aziende del Sol Levante divenute esemplari, un carattere universale, che porta in dote a chi lo pratica con costanza e dedizione una visione più attenta alla sostenibilità sociale e ambientale del fare impresa. In Giappone questa cultura prende il nome di Sōjidō (“La via della pulizia”) ed è stata diffusa da imprenditori come Hidesaburō Kagiyama e Yoshihito Tanaka, che più volte hanno portato questa esperienza in Italia con l’aiuto di organizzazioni come l’Associazione culturale Fuji e l’azienda Maema, fondate da Rosario Manisera.
Toilet cleaning management
La storia del Sōjidō inizia con Hidesaburō Kagiyama, imprenditore a capo del colosso di forniture per auto e moto Yellow Hat. Kagiyama inizia pulendo i bagni, le scale e gli altri ambienti della sua azienda. Il caparbio uomo d’impresa, prima ignorato o addirittura guardato con malcelato disprezzo da chi lo circonda, con il tempo inizia a fare scuola, mentre la sua azienda cresce.
«Quando si intraprende un’attività di pulizia – ha scritto Hidesaburō Kagiyama nel suo libro Toilet cleaning management –, lo spirito e l’atmosfera delle aziende si trasformano. Sembra che la pulizia non sia semplicemente in grado di rendere più bello l’ambiente dove si vive, ma abbia la forza di cambiare dalle fondamenta gli stessi esseri umani».
L’imprenditore sperimenta che l’atto di pulire, giorno dopo giorno, porta a creare ambienti più ordinati e confortevoli, dove ci si può sentire a casa e lavorare meglio. La pulizia innesca dunque un circolo virtuoso che va ben al di là dei suoi effetti immediati. L’ordine, con cassetti reimpostati per non perdere nulla e scaffali splendenti quasi come in una gioielleria, diventa specchio di un modo di essere. Una forma mentis che aiuta a focalizzarsi sugli sprechi e sul modo per eliminarli o ridurli, in perfetta coerenza con l’approccio lean.
«Mentre si fa pulizia ci si accorge degli sprechi e di ciò che c’è di inutile nelle cose – scrive ancora Hidesaburō Kagiyama –. Le aziende, in particolare, sono luoghi dove si annidano in realtà molti sprechi. Personalmente mi sono sforzato per eliminare uno a uno gli sprechi di cui mi sono accorto durante la pulizia. Agendo in questa maniera, e solo con questo mezzo, è migliorata moltissimo la redditività dell’azienda. Nella pulizia si cela una forza incredibile che non si riesce assolutamente a definire e a calcolare».
La storia di Yoshihito Tanaka
Un’altra vicenda emblematica è quella di Yoshihito Tanaka, presidente della Tokai Shin’ei Electronics, che imbocca la via della pulizia durante la grave crisi economica degli inizi degli anni Novanta, quando il suo business, ancora organizzato su piccola scala, non navigava in buone acque. Per cercare di risollevarne le sorti, chiede consiglio al suo saggio amico Hidesaburō Kagiyama, che considera un vero sensei, termine che in giapponese indica il maestro, letteralmente «colui che ha percorso prima di te quella strada». «Vai e pulisci la tua azienda» è il suggerimento di Kagiyama.
Sōjidō: è la strada che il sensei indica a Yoshihito Tanaka. Quest’ultimo decide di seguire il consiglio e sceglie di imboccare quel percorso pulendo quotidianamente un piccolo tempio Shintoista vicino a casa, che versa in condizioni di degrado. Qualche mese dopo, lo sporco e l’incuria sono scomparsi e Tanaka osserva che anche l’atteggiamento delle persone che visitano il tempio è mutato: sono più attente a mantenere curato quel luogo. Quindi, la pulizia sta creando persone migliori.
Questa pratica, portata dal quartiere all’azienda, diventa uno strumento di management by means, ovvero una gestione che mira a modificare in positivo l’attitudine delle persone coinvolte, grazie alla creazione di standard condivisi di comportamento. Sōjidō è il perno attorno a cui l’impresa si risolleva, la chiave per introdurre pratiche kaizen in azienda. Lavando, asportando ciò che è sporco, mettendo le mani sugli impianti e attraversando il genba, il luogo in cui si svolge l’attività lavorativa, si notano in anticipo possibili problemi, si fa manutenzione, si osserva e si ragiona sulle soluzioni possibili per rendere il lavoro migliore. In definitiva si incrementano efficienza e qualità.
Fondamentale, in questa visione, è il tema dell’esempio: la «rivoluzione» di Yoshihito Tanaka consiste nel farsi portatore di una pratica che invita gli altri a seguirlo. Sōjidō è un formidabile vettore di accoglienza. Ad esempio, Tanaka promuove flash mob a cui partecipano centinaia di persone per pulire insieme uno spazio pubblico, una piazza o un giardino. O ancora, l’attenzione alla sostenibilità sociale è molto forte alla Omron-Taiyō, un’altra azienda in cui si applica il Sōjidō, dove un’ampia quota dei collaboratori è formata da persone disabili, che sviluppano un forte senso di appartenenza alla comunità dell’impresa.
Gli 8 risutati del Sōjidō in azienda
Nel Sōjidō la pulizia si lega in modo molto stretto al concetto di ordine, portando ad ottenere risultati che Yoshihito Tanaka ha riassunto in questi termini: la pulizia riesce a tirare fuori ciò che c’è di meglio negli impianti, nei servizi, nell’ambiente e nelle persone.
Nella dimensione personale, può aiutare a incrementare quattro importanti qualità:
- Attenzione ai dettagli
- Grazia e buone maniere
- Rispetto per le cose
- Rispetto per le persone
Nella dimensione aziendale, si raggiungono quattro miglioramenti principali:
- Aumento della produttività
- Diminuzione dei difetti e degli incidenti/infortuni
- Riduzione dei costi
- Stimolo per l’innovazione e il miglioramento